Background: nella pratica clinica risulta molto diffuso tra il personale infermieristico l'utilizzo di trattamenti placebo; questa abitudine solleva numerose questioni di tipo etico a causa dei principi che entrano in gioco durante la loro somministrazione: l'uso di placebo infatti coinvolge la menzogna, che è in contrasto con il principio di autonomia del paziente e con il consenso informato ai trattamenti, e che potrebbe far venir meno la fiducia nei confronti dell'infermiere con conseguenze su tutto il percorso terapeutico. L'utilizzo di placebo, inoltre, toglie al paziente il diritto di essere trattato con farmaci la cui efficacia è scientificamente provata; ciò è equivalente all'infliggere dolore ed è perciò in contrasto anche con i principi di beneficialità e non maleficenza. Obiettivi: confrontare la letteratura in merito all'eticità dell'uso di placebo nella pratica clinica da parte degli infermieri, in base alle principali motivazioni che spingono all'uso di questi trattamenti e a quanto sia diffusa tra gli infermieri questa pratica. Strategie di ricerca: la ricerca è stata effettuata consultando documenti ed articoli scientifici che prendessero in considerazione il quesito di partenza, in particolare, consultando le banche dati internazionali "The Cochrane Library" e "PubMed" e il motore di ricerca Google Schoolar, cercando articoli attraverso termini Mesh combinati con l'operatore boleano AND. Sono stati reperiti 41 articoli, 9 dei quali sono stati scartati poiché riguardanti l'uso di placebo esclusivamente nei trial clinici o dal punto di vista medico. Risultati: da studi condotti in diversi paesi del mondo e in anni diversi emerge che tra il 71 % e l'89% di infermieri utilizza trattamenti placebo, con varie motivazioni: come analgesico, dopo un'ingiustificata domanda di farmaci, per calmare il paziente, per determinare la natura del problema (psicologico o somatico), per guadagnare tempo prima della prossima somministrazione regolare di farmaci, per far sì che il paziente/i parenti smetta/smettano di lamentarsi, per tutelare il paziente da un'eccessiva somministrazione di farmaci dannosi. Riguardo al rispetto o meno dei principi etici, la letteratura non presenta risposte totalmente in accordo tra loro; tuttavia ampie sono le discussioni legate al non rispetto dei principi etici alla base della professione infermieristica. Conclusioni: la somministrazione infermieristica di placebo è una pratica comune che comporta numerosi problemi legati al non rispetto dei principi etici e del Codice Deontologico infermieristico; può portare inoltre conseguenze negative al rapporto infermiere-paziente con ripercussioni sull'adesione alle cure. L'unico utilizzo di placebo che potrebbe essere considerato accettabile, previa adeguata informazione della persona, è legato alla loro somministrazione per tutelare il paziente da un'eccessiva somministrazione di farmaci dannosi.
La somministrazione infermieristica di placebo: profili etici
Pegorin, Daniela
2015/2016
Abstract
Background: nella pratica clinica risulta molto diffuso tra il personale infermieristico l'utilizzo di trattamenti placebo; questa abitudine solleva numerose questioni di tipo etico a causa dei principi che entrano in gioco durante la loro somministrazione: l'uso di placebo infatti coinvolge la menzogna, che è in contrasto con il principio di autonomia del paziente e con il consenso informato ai trattamenti, e che potrebbe far venir meno la fiducia nei confronti dell'infermiere con conseguenze su tutto il percorso terapeutico. L'utilizzo di placebo, inoltre, toglie al paziente il diritto di essere trattato con farmaci la cui efficacia è scientificamente provata; ciò è equivalente all'infliggere dolore ed è perciò in contrasto anche con i principi di beneficialità e non maleficenza. Obiettivi: confrontare la letteratura in merito all'eticità dell'uso di placebo nella pratica clinica da parte degli infermieri, in base alle principali motivazioni che spingono all'uso di questi trattamenti e a quanto sia diffusa tra gli infermieri questa pratica. Strategie di ricerca: la ricerca è stata effettuata consultando documenti ed articoli scientifici che prendessero in considerazione il quesito di partenza, in particolare, consultando le banche dati internazionali "The Cochrane Library" e "PubMed" e il motore di ricerca Google Schoolar, cercando articoli attraverso termini Mesh combinati con l'operatore boleano AND. Sono stati reperiti 41 articoli, 9 dei quali sono stati scartati poiché riguardanti l'uso di placebo esclusivamente nei trial clinici o dal punto di vista medico. Risultati: da studi condotti in diversi paesi del mondo e in anni diversi emerge che tra il 71 % e l'89% di infermieri utilizza trattamenti placebo, con varie motivazioni: come analgesico, dopo un'ingiustificata domanda di farmaci, per calmare il paziente, per determinare la natura del problema (psicologico o somatico), per guadagnare tempo prima della prossima somministrazione regolare di farmaci, per far sì che il paziente/i parenti smetta/smettano di lamentarsi, per tutelare il paziente da un'eccessiva somministrazione di farmaci dannosi. Riguardo al rispetto o meno dei principi etici, la letteratura non presenta risposte totalmente in accordo tra loro; tuttavia ampie sono le discussioni legate al non rispetto dei principi etici alla base della professione infermieristica. Conclusioni: la somministrazione infermieristica di placebo è una pratica comune che comporta numerosi problemi legati al non rispetto dei principi etici e del Codice Deontologico infermieristico; può portare inoltre conseguenze negative al rapporto infermiere-paziente con ripercussioni sull'adesione alle cure. L'unico utilizzo di placebo che potrebbe essere considerato accettabile, previa adeguata informazione della persona, è legato alla loro somministrazione per tutelare il paziente da un'eccessiva somministrazione di farmaci dannosi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20901