La didattica a distanza si può ritenere una realtà che si è velocemente consolidata nelle scuole italiane durante la pandemia, ritenuta necessaria al fine di limitare la diffusione dei contagi portando avanti ugualmente i programmi scolastici. Se da un lato questa modalità risulta essere una valida alleata in quanto ha permesso a studenti e insegnati di guadagnare tempo prezioso, tra trasporti e spostamenti per raggiungere gli edifici, non si possono di certo nascondere i suoi limiti . Prima fra tutti, la distanza e la mancanza di interazioni e relazioni reali e fisiche, che uno schermo, per quanto possa temporaneamente sostituire, non potrà mai colmare. Ciò di cui si è principalmente discusso nei mesi di emergenza da Covid-19, è il problema della solitudine, che bambini e ragazzi hanno dovuto sperimentare nei mesi di lontananza dalla scuola, dai compagni e i propri pari e le conseguenze di tale isolamento. Come si può leggere su un articolo riportato da Humanitas Medical Care, il passaggio dalle lezioni in presenza a quella a distanza ha sconvolto in modo significativo la vita degli studenti e delle loro famiglie, creando un rischio potenziale per il benessere mentale di bambini e adolescenti.” L’aspetto negativo più temuto che concerne la dad è la possibilità che vi sia una riduzione dell’apprendimento dei ragazzi, dovuto all’assenza del confronto diretto con gli insegnanti e con i compagni all’interno dell’ambiente scolastico. Di fronte alla realtà appena descritta e presentata, questa tesi ha il fine analizzare i pensieri di bambini e ragazzi intervistati in prima persona, così da poter riportare fedelmente le loro emozioni, le loro esperienze e ricordi legati a un momento così strano e difficile. L’obiettivo è capire come bambini e ragazzi hanno vissuto questi cambiamenti e come si sono adattati a un nuovo modo di fare scuola.

La scuola inclusiva durante l’emergenza Covid-19: il punto di vista dei bambini.

BOCCA, CATERINA
2021/2022

Abstract

La didattica a distanza si può ritenere una realtà che si è velocemente consolidata nelle scuole italiane durante la pandemia, ritenuta necessaria al fine di limitare la diffusione dei contagi portando avanti ugualmente i programmi scolastici. Se da un lato questa modalità risulta essere una valida alleata in quanto ha permesso a studenti e insegnati di guadagnare tempo prezioso, tra trasporti e spostamenti per raggiungere gli edifici, non si possono di certo nascondere i suoi limiti . Prima fra tutti, la distanza e la mancanza di interazioni e relazioni reali e fisiche, che uno schermo, per quanto possa temporaneamente sostituire, non potrà mai colmare. Ciò di cui si è principalmente discusso nei mesi di emergenza da Covid-19, è il problema della solitudine, che bambini e ragazzi hanno dovuto sperimentare nei mesi di lontananza dalla scuola, dai compagni e i propri pari e le conseguenze di tale isolamento. Come si può leggere su un articolo riportato da Humanitas Medical Care, il passaggio dalle lezioni in presenza a quella a distanza ha sconvolto in modo significativo la vita degli studenti e delle loro famiglie, creando un rischio potenziale per il benessere mentale di bambini e adolescenti.” L’aspetto negativo più temuto che concerne la dad è la possibilità che vi sia una riduzione dell’apprendimento dei ragazzi, dovuto all’assenza del confronto diretto con gli insegnanti e con i compagni all’interno dell’ambiente scolastico. Di fronte alla realtà appena descritta e presentata, questa tesi ha il fine analizzare i pensieri di bambini e ragazzi intervistati in prima persona, così da poter riportare fedelmente le loro emozioni, le loro esperienze e ricordi legati a un momento così strano e difficile. L’obiettivo è capire come bambini e ragazzi hanno vissuto questi cambiamenti e come si sono adattati a un nuovo modo di fare scuola.
2021
The inclusive school during the Covid-19: the children's point of view
Dad
Inclusione
Pandemia
Lokdown
Crisi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11030