Lisa Bortolotti elabora il concetto di “innocenza epistemica delle credenze irrazionali” con lo scopo di promuovere un approccio differente nei confronti delle credenze che risultano essere epistemicamente irrazionali, a causa della loro mancata responsività all’evidenza e della loro infondatezza. Il progetto è volto a mettere in discussione la comune considerazione di tali credenze irrazionali come reprensibili, mettendo in rilievo come alcune di esse siano potenzialmente in grado di veicolare benefici al dominio epistemico di colui che le intrattiene, e sulla base della mancanza di alternative a disposizione da parte dell’individuo. La proposta, sviluppata nel libro "The Epistemic Innocence of Irrational Beliefs", viene descritta nel presente lavoro di tesi, attraverso l’adozione di un approccio critico volto a metterne in luce il valore, e a sottolineare anche alcuni aspetti che potrebbero risultare potenzialmente problematici. Il concetto di innocenza epistemica delle credenze irrazionali, una volta chiariti la concezione di razionalità ad esso retrostante, ed il contesto entro cui tale concezione si colloca, fungerà da base per l’approfondimento di alcune implicazioni ad esso connaturate, che permetteranno di affrontare alcune questioni più ampie. Bortolotti, infatti, sottolinea come le credenze irrazionali, potenziali candidate per l’attribuzione di innocenza, possano originarsi tanto da processi di ragionamento fallaci, ma ordinari, quanto da meccanismi distorti dovuti alla presenza di una patologia psichiatrica. Non vi è infatti alcuna differenza qualitativa tra i due tipi di credenza appena esposti: a variare è semplicemente l’estensione dell’irrazionalità presente in ogni singola credenza. Bortolotti ritiene che questo aspetto della sua proposta possa sortire un effetto positivo in direzione di un alleggerimento dello stigma sociale che grava sugli individui affetti da patologie psichiatriche. Alcune osservazioni saranno avanzate a questo riguardo, prestando particolare attenzione al fatto che il termine innocenza sembra portare con sé l’idea che le credenze irrazionali che non rientrano nelle condizioni stabilite per l’attribuzione di innocenza vadano considerate colpevoli, con il rischio di peggiorare lo statuto delle stesse, e di chi le intrattiene. Inoltre, l’analisi dello stigma associato ad una diagnosi di malattia mentale, e dei connessi fenomeni di ingiustizia epistemica che sovente gli individui malati subiscono, permetterà di ipotizzare una possibile origine più radicale di quegli stessi fenomeni, sulla quale il concetto di innocenza epistemica potrebbe non riuscire a far presa in maniera efficace e diretta. Si tratta dei limiti del paradigma naturalista, riferimento cardine per l’apparato concettuale e teorico della pratica medica, e quindi anche psichiatrica; limiti che, nella sezione conclusiva, saranno indicati come possibile punto di partenza per un diverso approccio nei confronti della questione dello stigma e delle ingiustizie sociali perpetrare nei confronti degli individui affetti da malattie psichiatriche.
Sull'Innocenza Epistemica delle Credenze Irrazionali. Un'indagine critica
COGO, BENEDETTA
2021/2022
Abstract
Lisa Bortolotti elabora il concetto di “innocenza epistemica delle credenze irrazionali” con lo scopo di promuovere un approccio differente nei confronti delle credenze che risultano essere epistemicamente irrazionali, a causa della loro mancata responsività all’evidenza e della loro infondatezza. Il progetto è volto a mettere in discussione la comune considerazione di tali credenze irrazionali come reprensibili, mettendo in rilievo come alcune di esse siano potenzialmente in grado di veicolare benefici al dominio epistemico di colui che le intrattiene, e sulla base della mancanza di alternative a disposizione da parte dell’individuo. La proposta, sviluppata nel libro "The Epistemic Innocence of Irrational Beliefs", viene descritta nel presente lavoro di tesi, attraverso l’adozione di un approccio critico volto a metterne in luce il valore, e a sottolineare anche alcuni aspetti che potrebbero risultare potenzialmente problematici. Il concetto di innocenza epistemica delle credenze irrazionali, una volta chiariti la concezione di razionalità ad esso retrostante, ed il contesto entro cui tale concezione si colloca, fungerà da base per l’approfondimento di alcune implicazioni ad esso connaturate, che permetteranno di affrontare alcune questioni più ampie. Bortolotti, infatti, sottolinea come le credenze irrazionali, potenziali candidate per l’attribuzione di innocenza, possano originarsi tanto da processi di ragionamento fallaci, ma ordinari, quanto da meccanismi distorti dovuti alla presenza di una patologia psichiatrica. Non vi è infatti alcuna differenza qualitativa tra i due tipi di credenza appena esposti: a variare è semplicemente l’estensione dell’irrazionalità presente in ogni singola credenza. Bortolotti ritiene che questo aspetto della sua proposta possa sortire un effetto positivo in direzione di un alleggerimento dello stigma sociale che grava sugli individui affetti da patologie psichiatriche. Alcune osservazioni saranno avanzate a questo riguardo, prestando particolare attenzione al fatto che il termine innocenza sembra portare con sé l’idea che le credenze irrazionali che non rientrano nelle condizioni stabilite per l’attribuzione di innocenza vadano considerate colpevoli, con il rischio di peggiorare lo statuto delle stesse, e di chi le intrattiene. Inoltre, l’analisi dello stigma associato ad una diagnosi di malattia mentale, e dei connessi fenomeni di ingiustizia epistemica che sovente gli individui malati subiscono, permetterà di ipotizzare una possibile origine più radicale di quegli stessi fenomeni, sulla quale il concetto di innocenza epistemica potrebbe non riuscire a far presa in maniera efficace e diretta. Si tratta dei limiti del paradigma naturalista, riferimento cardine per l’apparato concettuale e teorico della pratica medica, e quindi anche psichiatrica; limiti che, nella sezione conclusiva, saranno indicati come possibile punto di partenza per un diverso approccio nei confronti della questione dello stigma e delle ingiustizie sociali perpetrare nei confronti degli individui affetti da malattie psichiatriche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11083