Giulia Gonzaga fu una nobildonna italiana vissuta tra il 1513 e il 1566. Appartenente ad un ramo cadetto dei Gonzaga che si contraddistinse per valore militare e buone lettere, risulta figlia di Ludovico, signore di Gazzuolo e Sabbioneta, e di Francesca Fieschi. Alla base del mio elaborato vi è il desiderio di conoscere fino in fondo una delle figure femminili che animarono buona parte del XVI secolo e una delle donne più celebrate del suo tempo per bellezza, ingegno e moralità. Durante le mie ricerche ho appreso che i testi su Giulia Gonzaga, messi a disposizione dalla storiografia, sono vari e diversificati; ognuno di loro mette in luce un particolare aspetto della vita della nobildonna. Le prime biografie iniziarono ad apparire sulla scena dal XVII secolo e proseguono fino ai nostri giorni. Giulia riuscì a creare un mondo tutto suo, recitando più parti e arrivando a creare molte immagini idealizzate di se stessa. La nobildonna mantovana fu una delle ultime titolari di una corte rinascimentale. Riuscì infatti a raccogliere nel castello di Fondi una piccola ma raffinata corte frequentata da intellettuali, scrittori, pittori come Sebastiano del Piombo e poeti illustri come Gandolfo Porrino e Francesco Maria Molza. Il cardinale Ippolito de’ Medici fu una delle personalità più vicine alla bella Giulia Gonzaga e fu di sicuro la persona politicamente più importante. Procedendo con lo studio, ho scoperto che Giulia Gonzaga fu protagonista di vicende non solo politiche ma anche religiose che segnarono nella storia dell’Italia del Cinquecento, una svolta senza possibilità di ritorno. Una volta che raggiunse la posizione di signora di corte, venne presa dall’angoscia e fu tormentata da una moltitudine di problemi morali. La nobildonna iniziò allora ad organizzare a Fondi convegni e conferenze ad indirizzo religioso che portarono alla nascita di uno dei centri di riforma religiosa italiana in cui si impegnavano a ricercare la vera Fede. Tra i visitatori che le resero omaggio a Fondi fu lo spagnolo Juan de Valdés. Dopo il loro incontro e stanca delle controversie famigliari, decise di trasferirsi a Napoli. Dopo aver ascoltato la predicazione di Bernardino Ochino fu enormemente scossa e cadde in una profonda crisi religiosa; ella trovò pace soltanto nella conversazione assidua con Juan de Valdés finendo con il diventare uno dei più importanti membri del gruppo che lo spagnolo aveva riunito attorno a sé a Napoli. A succedere al ruolo di guida del movimento alla morte di Valdès fu proprio la Gonzaga. Nel 1542 l’Inquisizione romana dette inizio alla caccia degli eretici iniziando dagli ordini religiosi tradizionali. La morte la risparmiò dall’essere dichiarata eretica ma il papa ritenne che si dovesse infamare la sua memoria, cancellandone il ricordo per i posteri. Successivamente ho posto la mia attenzione su i ritratti di Giulia Gonzaga, una questione molto complicata e ancora non del tutto risolta. I problemi iconografici della bella dama sono resi complessi sia dall’ingente numero di copie e varianti dei suoi ritratti, sia dal fatto che molte sue rappresentazioni pittoriche, in seguito alle vicende religiose in cui fu coinvolta, vennero ritoccate. L’unico ritratto di Giulia Gonzaga che venne eseguito dal vero è quello realizzato da Sebastiano del Piombo nel 1532 su commissione del cardinale Ippolito. Da questo furono desunte copie commissionate ad altri pittori e la conseguenza fu che non si riuscì più a risalire all’unico originale. Oggi, di fronte alla moltitudine di dipinti che raffigurano Giulia Gonzaga, un gruppo di essi è stato individuato e sono riferibili a un’immagine di pia donna votata allo stato vedovile e dedita alla questione religiosa. Dopo un attento esame della ritrattistica di Giulia Gonzaga è stato possibile notare la persistenza di alcuni modelli iconografici che discendono da alcune effigi di elevata qualità.

I ritratti di Giulia Gonzaga: una nobildonna virtuosa del Rinascimento

ARLES, CHIARA
2020/2021

Abstract

Giulia Gonzaga fu una nobildonna italiana vissuta tra il 1513 e il 1566. Appartenente ad un ramo cadetto dei Gonzaga che si contraddistinse per valore militare e buone lettere, risulta figlia di Ludovico, signore di Gazzuolo e Sabbioneta, e di Francesca Fieschi. Alla base del mio elaborato vi è il desiderio di conoscere fino in fondo una delle figure femminili che animarono buona parte del XVI secolo e una delle donne più celebrate del suo tempo per bellezza, ingegno e moralità. Durante le mie ricerche ho appreso che i testi su Giulia Gonzaga, messi a disposizione dalla storiografia, sono vari e diversificati; ognuno di loro mette in luce un particolare aspetto della vita della nobildonna. Le prime biografie iniziarono ad apparire sulla scena dal XVII secolo e proseguono fino ai nostri giorni. Giulia riuscì a creare un mondo tutto suo, recitando più parti e arrivando a creare molte immagini idealizzate di se stessa. La nobildonna mantovana fu una delle ultime titolari di una corte rinascimentale. Riuscì infatti a raccogliere nel castello di Fondi una piccola ma raffinata corte frequentata da intellettuali, scrittori, pittori come Sebastiano del Piombo e poeti illustri come Gandolfo Porrino e Francesco Maria Molza. Il cardinale Ippolito de’ Medici fu una delle personalità più vicine alla bella Giulia Gonzaga e fu di sicuro la persona politicamente più importante. Procedendo con lo studio, ho scoperto che Giulia Gonzaga fu protagonista di vicende non solo politiche ma anche religiose che segnarono nella storia dell’Italia del Cinquecento, una svolta senza possibilità di ritorno. Una volta che raggiunse la posizione di signora di corte, venne presa dall’angoscia e fu tormentata da una moltitudine di problemi morali. La nobildonna iniziò allora ad organizzare a Fondi convegni e conferenze ad indirizzo religioso che portarono alla nascita di uno dei centri di riforma religiosa italiana in cui si impegnavano a ricercare la vera Fede. Tra i visitatori che le resero omaggio a Fondi fu lo spagnolo Juan de Valdés. Dopo il loro incontro e stanca delle controversie famigliari, decise di trasferirsi a Napoli. Dopo aver ascoltato la predicazione di Bernardino Ochino fu enormemente scossa e cadde in una profonda crisi religiosa; ella trovò pace soltanto nella conversazione assidua con Juan de Valdés finendo con il diventare uno dei più importanti membri del gruppo che lo spagnolo aveva riunito attorno a sé a Napoli. A succedere al ruolo di guida del movimento alla morte di Valdès fu proprio la Gonzaga. Nel 1542 l’Inquisizione romana dette inizio alla caccia degli eretici iniziando dagli ordini religiosi tradizionali. La morte la risparmiò dall’essere dichiarata eretica ma il papa ritenne che si dovesse infamare la sua memoria, cancellandone il ricordo per i posteri. Successivamente ho posto la mia attenzione su i ritratti di Giulia Gonzaga, una questione molto complicata e ancora non del tutto risolta. I problemi iconografici della bella dama sono resi complessi sia dall’ingente numero di copie e varianti dei suoi ritratti, sia dal fatto che molte sue rappresentazioni pittoriche, in seguito alle vicende religiose in cui fu coinvolta, vennero ritoccate. L’unico ritratto di Giulia Gonzaga che venne eseguito dal vero è quello realizzato da Sebastiano del Piombo nel 1532 su commissione del cardinale Ippolito. Da questo furono desunte copie commissionate ad altri pittori e la conseguenza fu che non si riuscì più a risalire all’unico originale. Oggi, di fronte alla moltitudine di dipinti che raffigurano Giulia Gonzaga, un gruppo di essi è stato individuato e sono riferibili a un’immagine di pia donna votata allo stato vedovile e dedita alla questione religiosa. Dopo un attento esame della ritrattistica di Giulia Gonzaga è stato possibile notare la persistenza di alcuni modelli iconografici che discendono da alcune effigi di elevata qualità.
2020
The portraits of Giulia Gonzaga: a virtuous noblewoman of the Renaissance
Giulia Gonzaga
Ritratti
Rinascimento
Nobildonna
Fondi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11229