La cardiomiopatia aritmogena (AC, Arrhythmogenic Cardiomyopathy) è una malattia genetica caratterizzata dallo sviluppo di aritmie e responsabile di morti improvvise nei giovani e negli atleti. La AC è definita una malattia dei dischi intercalari ed è contraddistinta da una progressiva perdita del tessuto muscolare cardiaco, con conseguente sostituzione mediante tessuto fibro-adiposo derivante principalmente dai progenitori fibro-adipogenici cardiaci (cellule cFAP). In questo lavoro di tesi si è proceduto alla caratterizzazione di un nuovo modello murino di AC (TG G60) che ha integrato nel proprio genoma il gene umano DSG2 con una variante missenso. Mentre a 6 mesi di età i topi transgenici non mostrano alterazioni dei desmosomi al microscopio elettronico, né soppressione del Wnt/β-catenina signaling, a 14 mesi presentano un incremento di tessuto fibroso rispetto ai controlli. Successivamente è stato valutato il potenziale differenziativo in senso adipogenico e fibrogenico delle cellule cFAP, isolate dai topi transgenici, rispetto ai controlli e l’effetto di un inibitore delle istone deacetilasi di classe I e II (Givinostat) sulla morfologia e sulla proliferazione di queste cellule. I dati ottenuti hanno dimostrato che le cFAP hanno una capacità differenziativa in senso adipogenico e fibrogenico che viene ridotta dal trattamento.
Studio della Patogenesi Molecolare della Cardiomiopatia Aritmogena in un Nuovo Modello Murino
ROMANATO, CHIARA
2021/2022
Abstract
La cardiomiopatia aritmogena (AC, Arrhythmogenic Cardiomyopathy) è una malattia genetica caratterizzata dallo sviluppo di aritmie e responsabile di morti improvvise nei giovani e negli atleti. La AC è definita una malattia dei dischi intercalari ed è contraddistinta da una progressiva perdita del tessuto muscolare cardiaco, con conseguente sostituzione mediante tessuto fibro-adiposo derivante principalmente dai progenitori fibro-adipogenici cardiaci (cellule cFAP). In questo lavoro di tesi si è proceduto alla caratterizzazione di un nuovo modello murino di AC (TG G60) che ha integrato nel proprio genoma il gene umano DSG2 con una variante missenso. Mentre a 6 mesi di età i topi transgenici non mostrano alterazioni dei desmosomi al microscopio elettronico, né soppressione del Wnt/β-catenina signaling, a 14 mesi presentano un incremento di tessuto fibroso rispetto ai controlli. Successivamente è stato valutato il potenziale differenziativo in senso adipogenico e fibrogenico delle cellule cFAP, isolate dai topi transgenici, rispetto ai controlli e l’effetto di un inibitore delle istone deacetilasi di classe I e II (Givinostat) sulla morfologia e sulla proliferazione di queste cellule. I dati ottenuti hanno dimostrato che le cFAP hanno una capacità differenziativa in senso adipogenico e fibrogenico che viene ridotta dal trattamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11247