La violenza contro le donne è indiscutibilmente una questione politica, trae infatti origine dalla disparità di potere tra uomo e donna. Si tratta di un fenomeno globalmente diffuso, nonostante ciò, continua ad essere ampiamente ignorato e relegato a questione di secondaria importanza dalle forze politiche. In tal senso il caso italiano è particolarmente esemplificativo e merita perciò una specifica analisi. Lo scopo è quello di rispondere alle seguenti domande: perché l’Italia non riesce a contrastare la violenza contro le donne? È opportuno affermare che il Governo italiano negli ultimi dieci anni ha adottato solo politiche inefficaci? La tesi è articolata in tre parti; la prima riguarda esclusivamente lo scenario europeo e si pone l’obiettivo di contestualizzare il fenomeno. A tal fine fornisce dati rispetto alla sua pervasività e al quadro legislativo sviluppato in materia. Segue poi un secondo capitolo che analizza in maniera approfondita il contesto italiano, con focus specifico sulla problematica cultura patriarcale da cui trae origine la violenza contro le donne. Più precisamente, viene studiato il considerevole impatto che gli stereotipi di genere hanno sulla formazione dell’identità dellǝ bambinǝ, e vengono riportate considerazioni rispetto al ruolo dei media, colpevoli di veicolare un’immagine stereotipata della donna e ruoli di genere. Questa parte è funzionale alla comprensione delle motivazioni che portano il Governo italiano a continuare ad adottare un approccio emergenziale ed isolato nel contrasto alla violenza di genere: vi è un’incapacità culturale a concepire il problema. La tesi si conclude con un capitolo dedicato, da una parte, alla presentazione dei centri anti-violenza e alla valorizzazione del loro ruolo fondamentale nel sistema anti-violenza. Dall’altra, analizza e critica le politiche in atto per contrastare la violenza contro le donne in Italia, prestando particolare attenzione ai quattro piani nazionali anti-violenza adottati tra il 2011 e il 2022, alla loro inadeguatezza e provata inefficacia. In conclusione, questo lavoro ha provato la necessità e urgenza di modificare strutturalmente le politiche pubbliche in generale, poiché non è più accettabile che misure riguardanti la prevenzione e contrasto del fenomeno siano incluse solo in documenti che trattano esclusivamente questa materia. Inoltre, vi è l’impellente bisogno di avviare un profondo cambiamento culturale perché se non si interviene alla radice del problema, limitandosi invece a produrre altre politiche frammentarie, isolate e non integrate, donne continueranno a subire molestie, ad essere picchiate e addirittura uccise per il semplice fatto di essere donne.

Contrasting violence against women in Italy: ten years of ineffective policies

CAPIOTTO, GIORGIA
2021/2022

Abstract

La violenza contro le donne è indiscutibilmente una questione politica, trae infatti origine dalla disparità di potere tra uomo e donna. Si tratta di un fenomeno globalmente diffuso, nonostante ciò, continua ad essere ampiamente ignorato e relegato a questione di secondaria importanza dalle forze politiche. In tal senso il caso italiano è particolarmente esemplificativo e merita perciò una specifica analisi. Lo scopo è quello di rispondere alle seguenti domande: perché l’Italia non riesce a contrastare la violenza contro le donne? È opportuno affermare che il Governo italiano negli ultimi dieci anni ha adottato solo politiche inefficaci? La tesi è articolata in tre parti; la prima riguarda esclusivamente lo scenario europeo e si pone l’obiettivo di contestualizzare il fenomeno. A tal fine fornisce dati rispetto alla sua pervasività e al quadro legislativo sviluppato in materia. Segue poi un secondo capitolo che analizza in maniera approfondita il contesto italiano, con focus specifico sulla problematica cultura patriarcale da cui trae origine la violenza contro le donne. Più precisamente, viene studiato il considerevole impatto che gli stereotipi di genere hanno sulla formazione dell’identità dellǝ bambinǝ, e vengono riportate considerazioni rispetto al ruolo dei media, colpevoli di veicolare un’immagine stereotipata della donna e ruoli di genere. Questa parte è funzionale alla comprensione delle motivazioni che portano il Governo italiano a continuare ad adottare un approccio emergenziale ed isolato nel contrasto alla violenza di genere: vi è un’incapacità culturale a concepire il problema. La tesi si conclude con un capitolo dedicato, da una parte, alla presentazione dei centri anti-violenza e alla valorizzazione del loro ruolo fondamentale nel sistema anti-violenza. Dall’altra, analizza e critica le politiche in atto per contrastare la violenza contro le donne in Italia, prestando particolare attenzione ai quattro piani nazionali anti-violenza adottati tra il 2011 e il 2022, alla loro inadeguatezza e provata inefficacia. In conclusione, questo lavoro ha provato la necessità e urgenza di modificare strutturalmente le politiche pubbliche in generale, poiché non è più accettabile che misure riguardanti la prevenzione e contrasto del fenomeno siano incluse solo in documenti che trattano esclusivamente questa materia. Inoltre, vi è l’impellente bisogno di avviare un profondo cambiamento culturale perché se non si interviene alla radice del problema, limitandosi invece a produrre altre politiche frammentarie, isolate e non integrate, donne continueranno a subire molestie, ad essere picchiate e addirittura uccise per il semplice fatto di essere donne.
2021
Contrasting violence against women in Italy: ten years of ineffective policies
violence
women
Italy
policies
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11257