With the armistice of Cassibile a civil war begins in Italy, in which Mussolini’s army and the German army fight the Resistance, the allies and the free territories of Italy. The Italian resistance movement consists of a very varied population, that collaborates in ways often different from the armed fight, such as hiding the partisans, giving food and clothes, giving medical support or carrying secret messages through the Nazi’s checkpoints. In this situation, for the first time, women start to participate in the fight. Even if their role has been diminished by many historians in the past, more recent studies enlightened how their role has not been less important or less risky then men’s. Their participation in this crucial phase of Italian history moved their political conscience and pushed them to participate in the political scene. After the Resistance many women decided not to stay in their social roles of mothers and wives, but to speak up and leave their marks. As examples of women who decided to pursuit the political career after the Resistance, I chose Lina Merlin, Tina Anselmi and Ida D’Este. These three women, each in her own way, made their voice heard in a world that was built by men and for men.

Con l’armistizio di Cassibile inizia per l’Italia una vera e propria guerra civile, che vede in scontrarsi le forze ancora fedeli a Mussolini e l’esercito tedesco con quelle della Resistenza, coadiuvate dalle forze alleate con la collaborazione dei territori già liberati. La Resistenza richiama tra le sue fila tutti gli strati della popolazione, che spesso collaborano in modi diversi dalla vera e propria lotta armata, come, per esempio, nascondendo i combattenti, fornendo loro cibo e vestiti, mettendo a disposizione le proprie abilità mediche e, nel caso delle staffette, trasportando materiali, messaggi, comunicazioni segrete attraverso i posti di blocco dei tedeschi. In questo contesto, per la prima volta, la guerra smette di essere una prerogativa degli uomini, ma risveglia la coscienza delle donne, che collaborano in modo decisivo alla Resistenza. Spesso il loro ruolo di staffette partigiane è stato sminuito dalla storiografia, che le ha dipinte come collaboratrici secondarie, aiutanti degli uomini che, avendo imbracciato le armi, sono gli unici di aver realmente partecipato alla Resistenza. La ricerca storica più recente ha però messo in luce come il ruolo di queste donne sia stato tutt’altro che secondario e, soprattutto, tutt’altro che privo di rischi: le staffette erano spesso ragazze giovanissime, che dovevano mantenere la loro attività completamente segreta, e che si esponevano il rischio di essere scoperte, catturate e torturate dai tedeschi per ottenere informazioni riguardo ai partigiani. La partecipazione ad una fase storica del nostro paese così intensa e decisiva ha acceso in queste donne una coscienza politica che prima era, per motivi soprattutto sociali, completamente sopita. Dopo aver partecipato alla Resistenza molte di queste donne non sono più rientrate nel loro tradizionale ruolo di mogli e madri, ma hanno attivamente partecipato alla politica italiana, lasciandovi segni indelebili. Come esempi di donne partigiane che hanno poi proseguito con la carriera politica ho scelto Lina Merlin, Tina Anselmi e Ida D’Este, che, pur in modi diversi, si sono imposte in un mondo politico fatto dagli uomini e per gli uomini, dimostrando che essere donne può anzi essere un valore aggiunto. Hanno dovuto lottare duramente per vedere riconosciute e rispettate le loro opinioni, ma così facendo hanno aperto una strada indispensabile per garantire progressi futuri.

Partigiane tra guerra e dopoguerra: donne e politica in Veneto.

ARNALDI, GIULIA
2021/2022

Abstract

With the armistice of Cassibile a civil war begins in Italy, in which Mussolini’s army and the German army fight the Resistance, the allies and the free territories of Italy. The Italian resistance movement consists of a very varied population, that collaborates in ways often different from the armed fight, such as hiding the partisans, giving food and clothes, giving medical support or carrying secret messages through the Nazi’s checkpoints. In this situation, for the first time, women start to participate in the fight. Even if their role has been diminished by many historians in the past, more recent studies enlightened how their role has not been less important or less risky then men’s. Their participation in this crucial phase of Italian history moved their political conscience and pushed them to participate in the political scene. After the Resistance many women decided not to stay in their social roles of mothers and wives, but to speak up and leave their marks. As examples of women who decided to pursuit the political career after the Resistance, I chose Lina Merlin, Tina Anselmi and Ida D’Este. These three women, each in her own way, made their voice heard in a world that was built by men and for men.
2021
Partisan women between WWII and postwar period: women and politics in Veneto
Con l’armistizio di Cassibile inizia per l’Italia una vera e propria guerra civile, che vede in scontrarsi le forze ancora fedeli a Mussolini e l’esercito tedesco con quelle della Resistenza, coadiuvate dalle forze alleate con la collaborazione dei territori già liberati. La Resistenza richiama tra le sue fila tutti gli strati della popolazione, che spesso collaborano in modi diversi dalla vera e propria lotta armata, come, per esempio, nascondendo i combattenti, fornendo loro cibo e vestiti, mettendo a disposizione le proprie abilità mediche e, nel caso delle staffette, trasportando materiali, messaggi, comunicazioni segrete attraverso i posti di blocco dei tedeschi. In questo contesto, per la prima volta, la guerra smette di essere una prerogativa degli uomini, ma risveglia la coscienza delle donne, che collaborano in modo decisivo alla Resistenza. Spesso il loro ruolo di staffette partigiane è stato sminuito dalla storiografia, che le ha dipinte come collaboratrici secondarie, aiutanti degli uomini che, avendo imbracciato le armi, sono gli unici di aver realmente partecipato alla Resistenza. La ricerca storica più recente ha però messo in luce come il ruolo di queste donne sia stato tutt’altro che secondario e, soprattutto, tutt’altro che privo di rischi: le staffette erano spesso ragazze giovanissime, che dovevano mantenere la loro attività completamente segreta, e che si esponevano il rischio di essere scoperte, catturate e torturate dai tedeschi per ottenere informazioni riguardo ai partigiani. La partecipazione ad una fase storica del nostro paese così intensa e decisiva ha acceso in queste donne una coscienza politica che prima era, per motivi soprattutto sociali, completamente sopita. Dopo aver partecipato alla Resistenza molte di queste donne non sono più rientrate nel loro tradizionale ruolo di mogli e madri, ma hanno attivamente partecipato alla politica italiana, lasciandovi segni indelebili. Come esempi di donne partigiane che hanno poi proseguito con la carriera politica ho scelto Lina Merlin, Tina Anselmi e Ida D’Este, che, pur in modi diversi, si sono imposte in un mondo politico fatto dagli uomini e per gli uomini, dimostrando che essere donne può anzi essere un valore aggiunto. Hanno dovuto lottare duramente per vedere riconosciute e rispettate le loro opinioni, ma così facendo hanno aperto una strada indispensabile per garantire progressi futuri.
Partigiane
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Donne
Politica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11531