Quello della sofferenza interiore è un tema complesso, e affrontarlo in un’ottica interculturale complica ulteriormente le carte in tavola. Per entrare nel vivo della questione verranno inizialmente chiariti i modi entro cui prende forma quel particolare ordine sociale che chiamiamo cultura e i rapporti che essa intrattiene con il resto del mondo. Si proseguirà parlando dei limiti dell’approccio psichiatrico alla devianza e alla sofferenza, delle ripercussione che il suo impiego ha avuto nell’ambito dell’incontro con popoli lontani durante la colonizzazione, e si introdurranno alcune proposte per superare l’asimmetria implicita in questo genere di approccio all’altro. Si passerà poi alla presentazione di alcuni dei saper-fare terapeutici impiegati sull’altopiano Dogon in Mali per affrontare la sofferenza interiore e, dopo aver contestualmente analizzato anche i metodi occidentali, si cercherà di rintracciare un fondo di senso comune. Successivamente si entrerà nel merito dell’approccio etnopsichiatrico e si cercheranno di delineare la forma e la sostanza di questa attitudine all’altro, ma anche a sé. Per dare sostanza al discorso sarà presentato un progetto, quello del Centro di Medicina Tradizionale di Bandiagara, realizzato da Piero Coppo in Mali: si descriveranno gli eventi e gli obbiettivi che hanno portato alla sua realizzazione, i modi in cui si è concretizzato, e si riporterà la storia di un ragazzo giunto in quel luogo in cerca di aiuto. Infine, attraverso delle interviste a cinque immigrati provenienti dall’altopiano Dogon e residenti in Italia, si indagheranno i loro modi di vivere la sofferenza interiore e la relativa cura.
Incontri possibili in terre lontane. Uno studio etnopsichiatrico con immigrati dell'altopiano Dogon.
BOSETTI, GIOVANNI
2021/2022
Abstract
Quello della sofferenza interiore è un tema complesso, e affrontarlo in un’ottica interculturale complica ulteriormente le carte in tavola. Per entrare nel vivo della questione verranno inizialmente chiariti i modi entro cui prende forma quel particolare ordine sociale che chiamiamo cultura e i rapporti che essa intrattiene con il resto del mondo. Si proseguirà parlando dei limiti dell’approccio psichiatrico alla devianza e alla sofferenza, delle ripercussione che il suo impiego ha avuto nell’ambito dell’incontro con popoli lontani durante la colonizzazione, e si introdurranno alcune proposte per superare l’asimmetria implicita in questo genere di approccio all’altro. Si passerà poi alla presentazione di alcuni dei saper-fare terapeutici impiegati sull’altopiano Dogon in Mali per affrontare la sofferenza interiore e, dopo aver contestualmente analizzato anche i metodi occidentali, si cercherà di rintracciare un fondo di senso comune. Successivamente si entrerà nel merito dell’approccio etnopsichiatrico e si cercheranno di delineare la forma e la sostanza di questa attitudine all’altro, ma anche a sé. Per dare sostanza al discorso sarà presentato un progetto, quello del Centro di Medicina Tradizionale di Bandiagara, realizzato da Piero Coppo in Mali: si descriveranno gli eventi e gli obbiettivi che hanno portato alla sua realizzazione, i modi in cui si è concretizzato, e si riporterà la storia di un ragazzo giunto in quel luogo in cerca di aiuto. Infine, attraverso delle interviste a cinque immigrati provenienti dall’altopiano Dogon e residenti in Italia, si indagheranno i loro modi di vivere la sofferenza interiore e la relativa cura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11813