Nel nostro paese il canile nacque nel dopoguerra prima di tutto come “canile sanitario”, avamposto nella prevenzione della diffusione dell’infezione della rabbia: la sua funzione principale era pertanto la prevenzione di questa malattia, che vedeva nei cani vaganti una fonte di pericolo da confinare ed eradicare. Partendo da questa premessa è chiaro che il canile così concepito non fosse un luogo atto a ospitare i cani, in quanto questi ultimi venivano soppressi dopo tre giorni dalla cattura, come previsto dal D.P.R. 320/54: questo tipo di struttura veniva progettata per detenere gli animali per un lasso di tempo molto breve e quindi non teneva conto dei bisogni degli stessi animali. A partire dagli anni ’80, tuttavia, il quadro epidemiologico del nostro paese è radicalmente mutato: le condizioni igienico-sanitarie generali sono migliorate, è stata posta maggiore attenzione alle risorse zooiatriche, anch’esse implementate, è cambiata la cultura sanitaria dei singoli cittadini, che più diffusamente tengono sotto osservazione veterinaria i propri animali. L’insieme di tutti questi fattori è risultato in una eradicazione quasi totale dell’infezione rabida, che è stata confinata nelle zone di frontiera e per molti anni si è manifestata principalmente e quasi esclusivamente negli animali selvatici. Questo successo nella sorveglianza epidemiologica veterinaria ha posto le basi per la messa a punto della legge 281/91, che ha portato con sé una visione diversa del fenomeno del randagismo.

Il canile sanitario ed il controllo delle nascite. Una opportunita’ didattica coniugata con l’interesse pubblico.

Monico, Margherita
2010/2011

Abstract

Nel nostro paese il canile nacque nel dopoguerra prima di tutto come “canile sanitario”, avamposto nella prevenzione della diffusione dell’infezione della rabbia: la sua funzione principale era pertanto la prevenzione di questa malattia, che vedeva nei cani vaganti una fonte di pericolo da confinare ed eradicare. Partendo da questa premessa è chiaro che il canile così concepito non fosse un luogo atto a ospitare i cani, in quanto questi ultimi venivano soppressi dopo tre giorni dalla cattura, come previsto dal D.P.R. 320/54: questo tipo di struttura veniva progettata per detenere gli animali per un lasso di tempo molto breve e quindi non teneva conto dei bisogni degli stessi animali. A partire dagli anni ’80, tuttavia, il quadro epidemiologico del nostro paese è radicalmente mutato: le condizioni igienico-sanitarie generali sono migliorate, è stata posta maggiore attenzione alle risorse zooiatriche, anch’esse implementate, è cambiata la cultura sanitaria dei singoli cittadini, che più diffusamente tengono sotto osservazione veterinaria i propri animali. L’insieme di tutti questi fattori è risultato in una eradicazione quasi totale dell’infezione rabida, che è stata confinata nelle zone di frontiera e per molti anni si è manifestata principalmente e quasi esclusivamente negli animali selvatici. Questo successo nella sorveglianza epidemiologica veterinaria ha posto le basi per la messa a punto della legge 281/91, che ha portato con sé una visione diversa del fenomeno del randagismo.
2010
110
canile sanitario, controllo nascite
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/13645