L’evoluzione del contesto economico, politico e sociale a livello globale ha assunto, in un breve lasso di tempo, un dinamismo tale da innescare dinamiche dirompenti sugli assetti istituzionali e sulle relazioni tra i vari livelli di governo. In particolare le politiche per la costruzione di uno spazio comune europeo dell’«Europa delle regioni», in primis dal punto di vista economico, hanno forzatamente costituito un elemento esogeno di spinta alla riconfigurazione istituzionale dei vari livelli di governo. La grave crisi economica ha poi accentuato la necessità di ridefinire le competenze degli enti pubblici e le relazioni, sia tra gli attori istituzionali che tra essi e gli altri attori del contesto. L’Italia degli oltre 8.000 comuni (e ben più campanili), mediamente di piccole dimensioni, si è così trovata ad affrontare la necessità di provvedere al riordino dei livelli di governo e delle competenze attribuite a ciascun livello, oltre che alla riconfigurazione delle modalità di erogazione dei servizi pubblici locali. In una situazione come quella attuale i comuni italiani, così come strutturati, stanno incontrando notevoli difficoltà nell’espletare le loro funzioni fondamentali, sia a livello programmatorio che gestionale. In particolare, gli attori istituzionali del contesto veneto, caratterizzato da un particolare modo di regolazione dello sviluppo locale e di cultura di governo locale, sono storicamente più avvezzi a uno stile amministrativo locale non interventista, con uno scarso ruolo dell’attore politico locale nelle reti di governance e con prevalenza di autoregolazione comunitaria. Scopo di questo elaborato, tenuto conto della vigente normativa a livello nazionale e regionale brevemente delineata nel capitolo I, è quello di fornire un quadro aggiornato delle attuali gestioni associate di funzioni e servizi fra i ventotto Comuni facenti parte dell’Area della Sinistra Piave, in particolare quella corrispondente al territorio ricompreso nell’ambito di competenza dell’ULSS N. 7. Dopo la descrizione del contesto oggetto di indagine, sono stati riportati i risultati della rilevazione effettuata, con aggiornamento alla data del 31.10.2015. Nel capitolo II è stato altresì riportato un breve quadro di altre tipologie di reti intercomunali e interistituzionali di programmazione e gestione articolate su area vasta (IPA, GAL, distretti di polizia locale, distretti socio-sanitari, bacini di gestione etc.) che comprendono i territori dei ventotto comuni. Nel capitolo III è invece proposto un quadro delle possibili future gestioni associate, sulla base della documentazione e delle testimonianze raccolte. Nell’ultimo capitolo dell’elaborato, infine, è riportato il punto di vista di alcuni attori particolarmente rappresentativi del contesto, appositamente intervistati al fine di indagare alcune dimensioni ritenute significative per la comprensione delle dinamiche e degli sviluppi futuri. La sintesi delle interviste proposte si è focalizzata sui seguenti punti: il ruolo dei due maggiori enti storicamente polarizzatori di flussi e relazioni nell’area della Sinistra Piave (Conegliano e Vittorio Veneto), l’esperienza dei due Comuni che hanno già intrapreso un percorso associativo (Pieve di Soligo e Refrontolo), anche alla luce dell’ipotesi di costituzione di una Unione dei Comuni del Quartier del Piave – Feletto e, infine, il possibile ruolo dell’Unione Montana delle Prealpi Trevigiane nella progressiva gestione associata di funzioni e servizi.

L'associazionismo intercomunale tra i comuni della provincia di Treviso nell'area della "sinistra Piave": oggi e domani

Zago, Amelia
2015/2016

Abstract

L’evoluzione del contesto economico, politico e sociale a livello globale ha assunto, in un breve lasso di tempo, un dinamismo tale da innescare dinamiche dirompenti sugli assetti istituzionali e sulle relazioni tra i vari livelli di governo. In particolare le politiche per la costruzione di uno spazio comune europeo dell’«Europa delle regioni», in primis dal punto di vista economico, hanno forzatamente costituito un elemento esogeno di spinta alla riconfigurazione istituzionale dei vari livelli di governo. La grave crisi economica ha poi accentuato la necessità di ridefinire le competenze degli enti pubblici e le relazioni, sia tra gli attori istituzionali che tra essi e gli altri attori del contesto. L’Italia degli oltre 8.000 comuni (e ben più campanili), mediamente di piccole dimensioni, si è così trovata ad affrontare la necessità di provvedere al riordino dei livelli di governo e delle competenze attribuite a ciascun livello, oltre che alla riconfigurazione delle modalità di erogazione dei servizi pubblici locali. In una situazione come quella attuale i comuni italiani, così come strutturati, stanno incontrando notevoli difficoltà nell’espletare le loro funzioni fondamentali, sia a livello programmatorio che gestionale. In particolare, gli attori istituzionali del contesto veneto, caratterizzato da un particolare modo di regolazione dello sviluppo locale e di cultura di governo locale, sono storicamente più avvezzi a uno stile amministrativo locale non interventista, con uno scarso ruolo dell’attore politico locale nelle reti di governance e con prevalenza di autoregolazione comunitaria. Scopo di questo elaborato, tenuto conto della vigente normativa a livello nazionale e regionale brevemente delineata nel capitolo I, è quello di fornire un quadro aggiornato delle attuali gestioni associate di funzioni e servizi fra i ventotto Comuni facenti parte dell’Area della Sinistra Piave, in particolare quella corrispondente al territorio ricompreso nell’ambito di competenza dell’ULSS N. 7. Dopo la descrizione del contesto oggetto di indagine, sono stati riportati i risultati della rilevazione effettuata, con aggiornamento alla data del 31.10.2015. Nel capitolo II è stato altresì riportato un breve quadro di altre tipologie di reti intercomunali e interistituzionali di programmazione e gestione articolate su area vasta (IPA, GAL, distretti di polizia locale, distretti socio-sanitari, bacini di gestione etc.) che comprendono i territori dei ventotto comuni. Nel capitolo III è invece proposto un quadro delle possibili future gestioni associate, sulla base della documentazione e delle testimonianze raccolte. Nell’ultimo capitolo dell’elaborato, infine, è riportato il punto di vista di alcuni attori particolarmente rappresentativi del contesto, appositamente intervistati al fine di indagare alcune dimensioni ritenute significative per la comprensione delle dinamiche e degli sviluppi futuri. La sintesi delle interviste proposte si è focalizzata sui seguenti punti: il ruolo dei due maggiori enti storicamente polarizzatori di flussi e relazioni nell’area della Sinistra Piave (Conegliano e Vittorio Veneto), l’esperienza dei due Comuni che hanno già intrapreso un percorso associativo (Pieve di Soligo e Refrontolo), anche alla luce dell’ipotesi di costituzione di una Unione dei Comuni del Quartier del Piave – Feletto e, infine, il possibile ruolo dell’Unione Montana delle Prealpi Trevigiane nella progressiva gestione associata di funzioni e servizi.
2015-12-12
124
Associazionismo – intercomunale – reti - interistituzionali - governance
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20441