Definire il femminismo è un compito arduo, non solo per l’evoluzione delle sue istanze nel corso del tempo ma anche per la frammentazione del movimento, in particolare riguardo a certi temi. Il femminismo, in generale, è un “movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, nato per raggiungere la completa emancipazione della donna sul piano economico, giuridico, politico e sociale, che auspica un mutamento radicale della società e del rapporto uomo-donna attraverso la liberazione sessuale e l’abolizione dei ruoli tradizionalmente attribuiti alle donne” (Treccani). In un’ottica intersezionale, la condizione discriminata di donna si intreccia con altri tipi di discriminazione, che vertono sull’etnia, sull’orientamento sessuale, sulla disabilità, sull’identità di genere, sulla classe sociale; la lotta femminista si fa carico anche di queste questioni (Crenshaw, 1989). Non solo: l’ottica femminista si propone di decostruire e “liberare” anche l’uomo dalle discriminazioni che lo affliggono e dagli opprimenti ruoli di genere che lo limitano, responsabilizzandolo rispetto all’immenso privilegio di cui può disporre rispetto alla donna (Flood, 2008). Mentre per alcunǝ il concetto di femminismo è connotato positivamente, per moltǝ la figura deǝ femministǝ è connotata negativamente (Jenen et al., 2008). Molte persone sono riluttanti a definirsi femministe, indipendentemente dal fatto che siano d'accordo con l'ideale femminista di parità di genere in ambito politico, sociale ed economico (Meijs et al., 2017). Dalla letteratura precedente emerge infatti la presenza di atteggiamenti negativi impliciti, ovvero l'attivazione automatica e l’attribuzione di stereotipi e caratteristiche, spesso negativi, al femminismo (Jenen et al., 2008). Quest’incongruenza tra l'appoggiare gli ideali femministi e contemporaneamente evitare di definirsi come femminista può ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del femminismo e la partecipazione attiva all’azione collettiva: l’identificazione e il senso di appartenenza al movimento femminista potrebbero essere fondamentali, perché spingerebbero e creerebbero le occasioni di partecipazione, riflessione, azione (Yoder et al., 2010), oltre a un senso di coesione e condivisione. La presente ricerca si propone di indagare ulteriormente questo fenomeno attraverso la somministrazione a 106 partecipanti di un esperimento iscrivibile al paradigma dell’Implicit Association Test. Il primo capitolo va ad approfondire in un’ottica storica non solo le lotte e i traguardi del femminismo italiano, ma anche le sue mancanze e le reazioni che ha suscitato, soprattutto quelle che concernono il fenomeno dell’antifemminismo. Nel secondo capitolo vengono analizzati dal punto di vista psicologico, con un ampio sguardo alla letteratura precedente, il tema dell’identità femminista, declinata nelle differenze tra i due generi, e le ragioni della resistenza diffusa nell’appropriarsi dell’etichetta femminista; inoltre viene fatta una panoramica dei tipi di misurazione usati per studiare gli atteggiamenti femministi. Nel terzo capitolo viene illustrata la ricerca nello specifico, dalla costruzione dello strumento all’analisi dei dati. Infine, il quarto e ultimo capitolo è dedicato alla discussione dei risultati della ricerca e alle conclusioni in cui si evidenziano i limiti e le prospettive future.

Uno studio empirico sulle associazioni implicite al femminismo e alla parità di genere

ROMBOLÀ, BENEDETTA
2021/2022

Abstract

Definire il femminismo è un compito arduo, non solo per l’evoluzione delle sue istanze nel corso del tempo ma anche per la frammentazione del movimento, in particolare riguardo a certi temi. Il femminismo, in generale, è un “movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, nato per raggiungere la completa emancipazione della donna sul piano economico, giuridico, politico e sociale, che auspica un mutamento radicale della società e del rapporto uomo-donna attraverso la liberazione sessuale e l’abolizione dei ruoli tradizionalmente attribuiti alle donne” (Treccani). In un’ottica intersezionale, la condizione discriminata di donna si intreccia con altri tipi di discriminazione, che vertono sull’etnia, sull’orientamento sessuale, sulla disabilità, sull’identità di genere, sulla classe sociale; la lotta femminista si fa carico anche di queste questioni (Crenshaw, 1989). Non solo: l’ottica femminista si propone di decostruire e “liberare” anche l’uomo dalle discriminazioni che lo affliggono e dagli opprimenti ruoli di genere che lo limitano, responsabilizzandolo rispetto all’immenso privilegio di cui può disporre rispetto alla donna (Flood, 2008). Mentre per alcunǝ il concetto di femminismo è connotato positivamente, per moltǝ la figura deǝ femministǝ è connotata negativamente (Jenen et al., 2008). Molte persone sono riluttanti a definirsi femministe, indipendentemente dal fatto che siano d'accordo con l'ideale femminista di parità di genere in ambito politico, sociale ed economico (Meijs et al., 2017). Dalla letteratura precedente emerge infatti la presenza di atteggiamenti negativi impliciti, ovvero l'attivazione automatica e l’attribuzione di stereotipi e caratteristiche, spesso negativi, al femminismo (Jenen et al., 2008). Quest’incongruenza tra l'appoggiare gli ideali femministi e contemporaneamente evitare di definirsi come femminista può ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del femminismo e la partecipazione attiva all’azione collettiva: l’identificazione e il senso di appartenenza al movimento femminista potrebbero essere fondamentali, perché spingerebbero e creerebbero le occasioni di partecipazione, riflessione, azione (Yoder et al., 2010), oltre a un senso di coesione e condivisione. La presente ricerca si propone di indagare ulteriormente questo fenomeno attraverso la somministrazione a 106 partecipanti di un esperimento iscrivibile al paradigma dell’Implicit Association Test. Il primo capitolo va ad approfondire in un’ottica storica non solo le lotte e i traguardi del femminismo italiano, ma anche le sue mancanze e le reazioni che ha suscitato, soprattutto quelle che concernono il fenomeno dell’antifemminismo. Nel secondo capitolo vengono analizzati dal punto di vista psicologico, con un ampio sguardo alla letteratura precedente, il tema dell’identità femminista, declinata nelle differenze tra i due generi, e le ragioni della resistenza diffusa nell’appropriarsi dell’etichetta femminista; inoltre viene fatta una panoramica dei tipi di misurazione usati per studiare gli atteggiamenti femministi. Nel terzo capitolo viene illustrata la ricerca nello specifico, dalla costruzione dello strumento all’analisi dei dati. Infine, il quarto e ultimo capitolo è dedicato alla discussione dei risultati della ricerca e alle conclusioni in cui si evidenziano i limiti e le prospettive future.
2021
An empirical study on implicit associations to feminism and gender equality
Femminismo
Parità di genere
Associazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/28973