Obesità viscerale, aumento della resistenza cellulare all’insulina, dislipidemia e ipertensione sono fattori che contribuiscono a delineare una situazione clinica definita sindrome metabolica. Un crescente numero di evidenze mostrano la presenza di una forte correlazione tra la sindrome metabolica e alcuni disturbi cognitivi, sia di natura degenerativa che vascolare. Un regime dietetico che prevede una diminuzione dell’assunzione calorica giornaliera, rappresenta la più comune ed efficace strategia oggi impiegata per contrastare l’obesità e favorire la perdita di peso, migliorare la salute metabolica, rallentare l’invecchiamento e prevenire una serie di malattie croniche. Molto spesso però la difficoltà maggiore è quella di mantenere nel lungo periodo i risultati raggiunti, nonostante vi sia un netto miglioramento della salute generale. Una strategia dietetica alternativa per la gestione del peso e per i potenziali effetti benefici sulla salute è rappresentata dal digiuno intermittente. Lo scopo dell’elaborato è quello di offrire una panoramica sullo stato della ricerca relativa ad alcuni aspetti riguardanti l’implementazione di determinati schemi alimentari e i relativi effetti sulla salute mentale. Nello specifico, la prima parte della ricerca affronta il tema del digiuno, illustrandone i principali meccanismi fisiologici e psicobiologici. Viene spiegato che cos’è e quali sono le origini del digiuno, partendo da una prima interpretazione in chiave evoluzionistica, proseguendo con l’analisi di ciò che tale pratica ha rappresentato nella storia dell’uomo. Vengono illustrati alcuni protocolli di digiuno, il concetto di “switch metabolico intermittente” e i meccanismi fisiologici legati al bilancio energetico dell’organismo. Viene introdotto il tema della sindrome metabolica e di un suo possibile coinvolgimento nello sviluppo di alcune patologie del sistema nervoso centrale (SNC). La seconda parte della ricerca prende in esame alcuni aspetti psicologici relativi all’adozione di determinati schemi alimentari e regimi dietetici. Vengono illustrati alcuni meccanismi di natura biologica, cognitiva e attentiva che potrebbero favorire lo sviluppo di episodi di abbuffate e sovralimentazione. Viene affrontato l’argomento dei cibi ultra-elaborati, ipotizzando un loro coinvolgimento nello sviluppo di meccanismi cognitivi e comportamentali molto simili a quelli delle sostanze d’abuso. Gli studi analizzati confermano l’esistenza di meccanismi legati a una condizione di sindrome metabolica in grado di favorire l’insorgenza di patologie a carico del SNC mentre i benefici derivanti dall’utilizzo di schemi alimentari che prevedono periodi di digiuno a breve termine, hanno fornito risultati discordanti e inconsistenti sulla capacità di influenzare direttamente tali meccanismi. Nonostante non siano emersi rapporti di causalità diretta tra periodi di digiuno e sintomi legati ai disturbi del comportamento alimentare, l’utilizzo di determinati schemi alimentari è fortemente sconsigliato in alcune categorie di persone. L’associazione tra gli episodi di abbuffate e sovralimentazione potrebbero derivare da meccanismi legati all’assunzione di determinati alimenti piuttosto che da finestre di digiuno prolungato, supportando l’ipotesi che alcuni alimenti possano portare allo sviluppo di meccanismi molto simili a quelli coinvolti nell’utilizzo di sostanze d’abuso.
Alimentazione e salute mentale
BERTOCCHI, LUCA
2021/2022
Abstract
Obesità viscerale, aumento della resistenza cellulare all’insulina, dislipidemia e ipertensione sono fattori che contribuiscono a delineare una situazione clinica definita sindrome metabolica. Un crescente numero di evidenze mostrano la presenza di una forte correlazione tra la sindrome metabolica e alcuni disturbi cognitivi, sia di natura degenerativa che vascolare. Un regime dietetico che prevede una diminuzione dell’assunzione calorica giornaliera, rappresenta la più comune ed efficace strategia oggi impiegata per contrastare l’obesità e favorire la perdita di peso, migliorare la salute metabolica, rallentare l’invecchiamento e prevenire una serie di malattie croniche. Molto spesso però la difficoltà maggiore è quella di mantenere nel lungo periodo i risultati raggiunti, nonostante vi sia un netto miglioramento della salute generale. Una strategia dietetica alternativa per la gestione del peso e per i potenziali effetti benefici sulla salute è rappresentata dal digiuno intermittente. Lo scopo dell’elaborato è quello di offrire una panoramica sullo stato della ricerca relativa ad alcuni aspetti riguardanti l’implementazione di determinati schemi alimentari e i relativi effetti sulla salute mentale. Nello specifico, la prima parte della ricerca affronta il tema del digiuno, illustrandone i principali meccanismi fisiologici e psicobiologici. Viene spiegato che cos’è e quali sono le origini del digiuno, partendo da una prima interpretazione in chiave evoluzionistica, proseguendo con l’analisi di ciò che tale pratica ha rappresentato nella storia dell’uomo. Vengono illustrati alcuni protocolli di digiuno, il concetto di “switch metabolico intermittente” e i meccanismi fisiologici legati al bilancio energetico dell’organismo. Viene introdotto il tema della sindrome metabolica e di un suo possibile coinvolgimento nello sviluppo di alcune patologie del sistema nervoso centrale (SNC). La seconda parte della ricerca prende in esame alcuni aspetti psicologici relativi all’adozione di determinati schemi alimentari e regimi dietetici. Vengono illustrati alcuni meccanismi di natura biologica, cognitiva e attentiva che potrebbero favorire lo sviluppo di episodi di abbuffate e sovralimentazione. Viene affrontato l’argomento dei cibi ultra-elaborati, ipotizzando un loro coinvolgimento nello sviluppo di meccanismi cognitivi e comportamentali molto simili a quelli delle sostanze d’abuso. Gli studi analizzati confermano l’esistenza di meccanismi legati a una condizione di sindrome metabolica in grado di favorire l’insorgenza di patologie a carico del SNC mentre i benefici derivanti dall’utilizzo di schemi alimentari che prevedono periodi di digiuno a breve termine, hanno fornito risultati discordanti e inconsistenti sulla capacità di influenzare direttamente tali meccanismi. Nonostante non siano emersi rapporti di causalità diretta tra periodi di digiuno e sintomi legati ai disturbi del comportamento alimentare, l’utilizzo di determinati schemi alimentari è fortemente sconsigliato in alcune categorie di persone. L’associazione tra gli episodi di abbuffate e sovralimentazione potrebbero derivare da meccanismi legati all’assunzione di determinati alimenti piuttosto che da finestre di digiuno prolungato, supportando l’ipotesi che alcuni alimenti possano portare allo sviluppo di meccanismi molto simili a quelli coinvolti nell’utilizzo di sostanze d’abuso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29029