Si può morire lavorando? La cronaca quotidiana è paragonabile a quella di una guerra. Ogni giorno, in Italia, si verificano 2500 incidenti sul lavoro, 3 persone muoiono e 27 rimangono invalide per sempre. I dati INAIL confermano che nel 2007 le cosiddette “morti bianche” sono state oltre 1207, un numero inaccettabile per qualsiasi paese civile, specie per uno dei sette paesi più industrializzati e più ricchi del mondo. Il calo generalizzato degli infortuni negli ultimi anni è costante e innegabile, ma il prezzo che ancora oggi si paga all’insicurezza sul lavoro è valutabile in termini di vite umane e dietro ad ogni numero ci sono la storia e la vita di persone, di famiglie . La sfida continua ad essere un cambiamento culturale che radichi i valori della PREVENZIONE E SICUREZZA nel mondo del lavoro in vista del miglioramento della qualità della vita di lavoratrici e lavoratori. Gli strumenti di cui avvalersi sono controlli e ispezioni efficienti, una maggiore formazione e informazione dei lavoratori sui rischi presenti e un preventivo addestramento sul lavoro da svolgere, un ampliamento del senso di responsabilità da parte dei datori di lavoro, che spesso considerano ancora tutto quello che riguarda la sicurezza e la prevenzione solo come una spesa aggiuntiva da sostenere. Unitamente a questi fattori si può realizzare una reale inversione di tendenza solo tramite una normativa efficace. La risposta alla domanda iniziale è ovvia ma i risultati parlano d’altro. Analizzando i dati Inail possiamo notare come ogni anno i morti nei luoghi di lavoro superano le mille persone, nonostante argomenti come salute e sicurezza abbiano assunto un ruolo centrale nei luoghi di lavoro. Per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si intendono tutte le misure preventive e protettive da adottare per evitare o ridurre il rischio connesso con le attività lavorative. Cosa si è fatto in questi anni? Grazie ai dati Inail è possibile fare diversi tipi di confronto per capire le cause all’origine degli infortuni mortali. Ad esempio è possibile confrontare infortuni sul lavoro e quelli in itinere, infortuni di genere, in base alla tipologia di lavoro o addirittura all’età.Uno dei dati più interessanti da trattare e che alcuni settori sono oggettivamente più pericolosi di altri. Un quarto degli incidenti mortali risulta provenire dal settore dell’agricoltura.Dal confronto dei primi 10 anni degli anni 2000 e i successivi 10 possiamo notare una diminuzione del trend di avvenuti infortuni grazie, in primo luogo, alle normative nazionali cogenti. Questo ha fatto aumentare la “Cultura della Sicurezza”, intesa come consapevolezza in tutte le figure sugli aspetti di salute, sicurezza ed ambiente. Considerando che si parla di infortuni mortali e i numeri sono elevati c’è molto da fare. Infatti alla luce dei dati INAIL disponibili risulta evidente come l’applicazione delle leggi, rispondente ad una visione “adempistica” della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, non sempre è soddisfacente, anche per le seguenti ragioni (Kaneklin, Scaratti, 2010): • La discrepanza esistente tra il piano delle dichiarazioni e quello delle azioni; • La produzione continua di regole destinate a non essere applicate (REIFICAZIONE DELLE REGOLE).

Analisi e mitigazione dei rischi nell'azienda Agrifung

INZERILLI, ENEA NICOLÒ
2021/2022

Abstract

Si può morire lavorando? La cronaca quotidiana è paragonabile a quella di una guerra. Ogni giorno, in Italia, si verificano 2500 incidenti sul lavoro, 3 persone muoiono e 27 rimangono invalide per sempre. I dati INAIL confermano che nel 2007 le cosiddette “morti bianche” sono state oltre 1207, un numero inaccettabile per qualsiasi paese civile, specie per uno dei sette paesi più industrializzati e più ricchi del mondo. Il calo generalizzato degli infortuni negli ultimi anni è costante e innegabile, ma il prezzo che ancora oggi si paga all’insicurezza sul lavoro è valutabile in termini di vite umane e dietro ad ogni numero ci sono la storia e la vita di persone, di famiglie . La sfida continua ad essere un cambiamento culturale che radichi i valori della PREVENZIONE E SICUREZZA nel mondo del lavoro in vista del miglioramento della qualità della vita di lavoratrici e lavoratori. Gli strumenti di cui avvalersi sono controlli e ispezioni efficienti, una maggiore formazione e informazione dei lavoratori sui rischi presenti e un preventivo addestramento sul lavoro da svolgere, un ampliamento del senso di responsabilità da parte dei datori di lavoro, che spesso considerano ancora tutto quello che riguarda la sicurezza e la prevenzione solo come una spesa aggiuntiva da sostenere. Unitamente a questi fattori si può realizzare una reale inversione di tendenza solo tramite una normativa efficace. La risposta alla domanda iniziale è ovvia ma i risultati parlano d’altro. Analizzando i dati Inail possiamo notare come ogni anno i morti nei luoghi di lavoro superano le mille persone, nonostante argomenti come salute e sicurezza abbiano assunto un ruolo centrale nei luoghi di lavoro. Per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si intendono tutte le misure preventive e protettive da adottare per evitare o ridurre il rischio connesso con le attività lavorative. Cosa si è fatto in questi anni? Grazie ai dati Inail è possibile fare diversi tipi di confronto per capire le cause all’origine degli infortuni mortali. Ad esempio è possibile confrontare infortuni sul lavoro e quelli in itinere, infortuni di genere, in base alla tipologia di lavoro o addirittura all’età.Uno dei dati più interessanti da trattare e che alcuni settori sono oggettivamente più pericolosi di altri. Un quarto degli incidenti mortali risulta provenire dal settore dell’agricoltura.Dal confronto dei primi 10 anni degli anni 2000 e i successivi 10 possiamo notare una diminuzione del trend di avvenuti infortuni grazie, in primo luogo, alle normative nazionali cogenti. Questo ha fatto aumentare la “Cultura della Sicurezza”, intesa come consapevolezza in tutte le figure sugli aspetti di salute, sicurezza ed ambiente. Considerando che si parla di infortuni mortali e i numeri sono elevati c’è molto da fare. Infatti alla luce dei dati INAIL disponibili risulta evidente come l’applicazione delle leggi, rispondente ad una visione “adempistica” della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, non sempre è soddisfacente, anche per le seguenti ragioni (Kaneklin, Scaratti, 2010): • La discrepanza esistente tra il piano delle dichiarazioni e quello delle azioni; • La produzione continua di regole destinate a non essere applicate (REIFICAZIONE DELLE REGOLE).
2021
Risk analysis and mitigation in Agrifung
DVR
81/08
Rumore
Incendio
MMT
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29264