La seguente trattazione ha come obiettivo quello di indagare i costrutti narrativi che costruiscono i racconti dell’esperienza di parto di persone che si riconoscono come vittime di violenza ostetrica. La ricerca è stata condotta sul territorio italiano e ha coinvolto 19 donne che hanno partorito a partire dall’anno 2008, le interviste hanno preso origine da una domanda con focus esperienziale e con unico criterio di inclusione quello di ritenere il proprio parto come caratterizzato da violenza ostetrica. La trattazione prende in carico prima la dimensione medica del parto esponendo lo sviluppo storico del costrutto di salute, sanità e medicina. Mostrando le modifiche del processo di parto si espongono i limiti delle procedure attuali con un particolare focus sulla situazione italiana. Si procede poi nella definizione di violenza a partire dalle prime definizioni centrate sull’aggressività fino a concettualizzazioni psicosociali che dedicano maggiore attenzione alle dinamiche di potere tra gli agenti. Nell’inquadrare il fenomeno della violenza ostetrica come “l’appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali, avente come conseguenza la perdita di autonomia e delle capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna” (Venezuela, 2007) viene adottata una spiegazione psico sociale al fenomeno grazie al costrutto di violenza strutturale (Galtung, 1990) ed il costrutto di nonviolenza di Butler (2020). La ricerca si è strutturata in diverse fasi: la prima ha previsto la ricerca di volontarie che volessero partecipare alla ricerca per mezzo di gruppi/forum specifici per tematica (parto, parto naturale, violenza ostetrica), successivamente si è proceduto con interviste episodiche che garantissero alle partecipanti la libertà narrativa per raccontare liberamente la propria esperienza L’analisi delle interviste è stata condotta con gli strumenti della psicologia discorsiva quali i repertori discorsivi e i posizionamenti soggettivi. La ricerca ha permesso di evidenziare 3 nodi narrativi che delineano le caratteristiche dell’esperienza di violenza ostetrica con una particolare attenzione al bisogno di raccontare, condividere e riconoscere il proprio vissuto. L'assenza di una buona comunicazione durante il parto, la sensazione di perdita di ogni controllo ed agency e i conseguenti sentimenti di vergogna e inadeguatezza formano il nucleo centrale della narrazione. Successivamente sono stati condotti due focus group esplorativi con personale medico e sanitario al fine di mettere in contatto le narrazioni e le istanze delle partorienti con le percezioni del personale ed indirettamente, con le persone in possesso dell’agency necessaria ad implementare le modifiche suggerite. Entrambe le parti riconoscono nel ruolo attivo, partecipe e protagonista della partoriente uno strumento fondamentale alla prevenzione della violenza ostetrica.

Abuso e assenza di comunicazione durante il parto: una ricerca sul fenomeno della violenza ostetrica

MERAVIGLIA, NICLA
2021/2022

Abstract

La seguente trattazione ha come obiettivo quello di indagare i costrutti narrativi che costruiscono i racconti dell’esperienza di parto di persone che si riconoscono come vittime di violenza ostetrica. La ricerca è stata condotta sul territorio italiano e ha coinvolto 19 donne che hanno partorito a partire dall’anno 2008, le interviste hanno preso origine da una domanda con focus esperienziale e con unico criterio di inclusione quello di ritenere il proprio parto come caratterizzato da violenza ostetrica. La trattazione prende in carico prima la dimensione medica del parto esponendo lo sviluppo storico del costrutto di salute, sanità e medicina. Mostrando le modifiche del processo di parto si espongono i limiti delle procedure attuali con un particolare focus sulla situazione italiana. Si procede poi nella definizione di violenza a partire dalle prime definizioni centrate sull’aggressività fino a concettualizzazioni psicosociali che dedicano maggiore attenzione alle dinamiche di potere tra gli agenti. Nell’inquadrare il fenomeno della violenza ostetrica come “l’appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali, avente come conseguenza la perdita di autonomia e delle capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna” (Venezuela, 2007) viene adottata una spiegazione psico sociale al fenomeno grazie al costrutto di violenza strutturale (Galtung, 1990) ed il costrutto di nonviolenza di Butler (2020). La ricerca si è strutturata in diverse fasi: la prima ha previsto la ricerca di volontarie che volessero partecipare alla ricerca per mezzo di gruppi/forum specifici per tematica (parto, parto naturale, violenza ostetrica), successivamente si è proceduto con interviste episodiche che garantissero alle partecipanti la libertà narrativa per raccontare liberamente la propria esperienza L’analisi delle interviste è stata condotta con gli strumenti della psicologia discorsiva quali i repertori discorsivi e i posizionamenti soggettivi. La ricerca ha permesso di evidenziare 3 nodi narrativi che delineano le caratteristiche dell’esperienza di violenza ostetrica con una particolare attenzione al bisogno di raccontare, condividere e riconoscere il proprio vissuto. L'assenza di una buona comunicazione durante il parto, la sensazione di perdita di ogni controllo ed agency e i conseguenti sentimenti di vergogna e inadeguatezza formano il nucleo centrale della narrazione. Successivamente sono stati condotti due focus group esplorativi con personale medico e sanitario al fine di mettere in contatto le narrazioni e le istanze delle partorienti con le percezioni del personale ed indirettamente, con le persone in possesso dell’agency necessaria ad implementare le modifiche suggerite. Entrambe le parti riconoscono nel ruolo attivo, partecipe e protagonista della partoriente uno strumento fondamentale alla prevenzione della violenza ostetrica.
2021
Abuse and lack of communication during childbirth: a research on obstetric violence
Salute
Parto
Violenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29351