Se pensiamo all’importanza del cibo già ai tempi di Ippocrate, ad oggi siamo in grado di capirne a pieno la sua importanza? A quanto pare, per una piccola parte della popolazione mondiale, ancora no. Perché accade questo? Com’è possibile che un ingrediente tanto importante per la nostra sopravvivenza quale il cibo sia interiorizzato come un mostro da annichilire ed eludere in ogni sua forma e consistenza? Fornire una risposta a tale quesito è particolarmente impegnativo. Tuttavia, la domanda posta in questa prima fase introduttiva del viaggio che si sta per intraprendere, sarà la colonna portante del presente elaborato, all’interno del quale verranno prese in esame alcune delle più recenti scoperte scientifiche, i fattori che incidono nel demarcare una linea tra l’essere umano ed il cibo, e se è possibile riuscire ad individuare una via di fuga per abbattere il muro che vi si solleva. Ciò che si andrà ad analizzare in questa sede, vale a dire i disturbi del comportamento alimentare (DCA), avverrà in un’ottica prettamente psicologica, e si solleveranno alcune delle più recenti evidenze empiriche. Come accennato, l’AN è un grave disturbo alimentare che ha una serie di conseguenze negative per la salute fisica a lungo termine (Mehler e Brown, 2015) e il più alto tasso di mortalità di qualsiasi disturbo psichiatrico (Arcelus, Mitchell, Wales, e Nielsen, 10 2011). La caratteristica distintiva di AN è la fame persistente (APA, 2013; Walsh, 2011), che è accompagnata da una significativa paura dell’aumento di peso nonostante il mantenimento di un corrispettivo molto basso. Si stima che la prevalenza una tantum di AN sia del 3,64% tra le donne (Micali et al., 2017), con un’incidenza più alta durante l’adolescenza (Micali, Hagberg, Petersen, e Treasure, 2013). Generalmente il tempo necessario per il recupero è lungo (Strober, Freeman, e Morrell, 1997; Zerwas et al., 2013) e una percentuale significativa di individui soffre di AN grave e duratura (Broomfield, Stedal, Touyz, e Rhodes, 2017). Oltre a ciò, si andrà a porre l’accento al mondo virtuale dei social media e all’influenza, e quindi all’impatto, che questi hanno sulla patologia in questione in termini di body image, quindi della rappresentazione del proprio corpo in termini scheletrici come unico modello da raggiungere per essere felici. Inoltre, si passerà in rassegna un particolare studio che andrà a valutare e a dimostrare empiricamente e scientificamente l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale migliorata in regime intensivo, come terapia per la riabilitazione psicofisica dei pazienti, comprovando non soltanto la sua valenza in termini di efficacia, ma anche in termini di mantenimento e durata nel corso del tempo. A conclusione del viaggio che si sta intraprendendo, verrà riportato anche il racconto di una ragazza che ha sconfitto definitivamente ciò che la teneva imbavagliata da diverso tempo; verrà riportato testualmente il suo percorso, come l’ha affrontato, quali emozioni esperiva, come è nato e come si è concluso.
Correlati e precursori psicologici dell’Anoressia nervosa: una rassegna della letteratura corrente
SCUTARI, ANDREA
2021/2022
Abstract
Se pensiamo all’importanza del cibo già ai tempi di Ippocrate, ad oggi siamo in grado di capirne a pieno la sua importanza? A quanto pare, per una piccola parte della popolazione mondiale, ancora no. Perché accade questo? Com’è possibile che un ingrediente tanto importante per la nostra sopravvivenza quale il cibo sia interiorizzato come un mostro da annichilire ed eludere in ogni sua forma e consistenza? Fornire una risposta a tale quesito è particolarmente impegnativo. Tuttavia, la domanda posta in questa prima fase introduttiva del viaggio che si sta per intraprendere, sarà la colonna portante del presente elaborato, all’interno del quale verranno prese in esame alcune delle più recenti scoperte scientifiche, i fattori che incidono nel demarcare una linea tra l’essere umano ed il cibo, e se è possibile riuscire ad individuare una via di fuga per abbattere il muro che vi si solleva. Ciò che si andrà ad analizzare in questa sede, vale a dire i disturbi del comportamento alimentare (DCA), avverrà in un’ottica prettamente psicologica, e si solleveranno alcune delle più recenti evidenze empiriche. Come accennato, l’AN è un grave disturbo alimentare che ha una serie di conseguenze negative per la salute fisica a lungo termine (Mehler e Brown, 2015) e il più alto tasso di mortalità di qualsiasi disturbo psichiatrico (Arcelus, Mitchell, Wales, e Nielsen, 10 2011). La caratteristica distintiva di AN è la fame persistente (APA, 2013; Walsh, 2011), che è accompagnata da una significativa paura dell’aumento di peso nonostante il mantenimento di un corrispettivo molto basso. Si stima che la prevalenza una tantum di AN sia del 3,64% tra le donne (Micali et al., 2017), con un’incidenza più alta durante l’adolescenza (Micali, Hagberg, Petersen, e Treasure, 2013). Generalmente il tempo necessario per il recupero è lungo (Strober, Freeman, e Morrell, 1997; Zerwas et al., 2013) e una percentuale significativa di individui soffre di AN grave e duratura (Broomfield, Stedal, Touyz, e Rhodes, 2017). Oltre a ciò, si andrà a porre l’accento al mondo virtuale dei social media e all’influenza, e quindi all’impatto, che questi hanno sulla patologia in questione in termini di body image, quindi della rappresentazione del proprio corpo in termini scheletrici come unico modello da raggiungere per essere felici. Inoltre, si passerà in rassegna un particolare studio che andrà a valutare e a dimostrare empiricamente e scientificamente l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale migliorata in regime intensivo, come terapia per la riabilitazione psicofisica dei pazienti, comprovando non soltanto la sua valenza in termini di efficacia, ma anche in termini di mantenimento e durata nel corso del tempo. A conclusione del viaggio che si sta intraprendendo, verrà riportato anche il racconto di una ragazza che ha sconfitto definitivamente ciò che la teneva imbavagliata da diverso tempo; verrà riportato testualmente il suo percorso, come l’ha affrontato, quali emozioni esperiva, come è nato e come si è concluso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29565