Nella realtà contemporanea, l’uso degli anglicismi è condizionato soprattutto dai mezzi di comunicazione di massa. Le nuove tecnologie non incidono più solo sulla pratica della scrittura, ma la stessa oralità è influenzata: il fenomeno dell'interferenza è tornato a essere prevalentemente orale. Questo fenomeno investe anche la lingua dei giovani, varietà in cui si possono ritrovare anglicismi pressoché costanti. La nostra ricerca perciò mette a confronto il panorama italiano con quello romeno relativamente alla presenza degli anglicismi nel linguaggio giovanile virtuale. In particolare, i partecipanti al nostro studio sono trenta youtuber, quindici italiani e quindici romeni, che hanno un’età compresa tra i 13 e i 25 anni, pertanto rappresentanti delle fasce dell’adolescenza e della post-adolescenza. Una delle ambizioni di questa ricerca è stata quella di creare un corpus, ottenuto tramite le trascrizioni dei video, che ci permetta di analizzare il linguaggio degli youtuber. Quindi, abbiamo selezionato una serie di video con contenuti semi-strutturati che consentano allo youtuber una maggior libertà di esposizione, affinché il linguaggio risulti molto vicino al parlato spontaneo e possa essere analizzato come tale. Tuttavia, il processo di classificazione degli anglicismi è stato molto articolato, soprattutto perché non siamo riusciti a trovare altri studi simili al nostro, né nel panorama italiano né in quello romeno. Abbiamo proposto perciò un modello di classificazione: si tratta di un’analisi qualitativa che prevede l’identificazione dei vari fenomeni di interferenza linguistica e, successivamente, delle funzioni del linguaggio. Dopo aver appurato che i nomi propri in inglese, nonostante siano molto numerosi, incidono significativamente poco sulla lingua italiana e romena, abbiamo classificato gli anglicismi in tre gruppi principali che abbiamo trattato separatamente: i tecnicismi, le parole appartenenti alla lingua comune e quelle appartenenti al linguaggio giovanile in senso stretto. In particolare, i tecnicismi utilizzati dai giovani non dipendono strettamente dalla loro volontà, ma sono dei 'prestiti di necessità', utili per indicare le nuove realtà virtuali e tecnologiche. I giovani utilizzano poi gli anglicismi appartenenti alla lingua comune perché sono il frutto del periodo storico e della realtà socioculturale in cui vivono, che naturalmente non possono ignorare. Infine, le parole del linguaggio giovanile in senso stretto vengono utilizzate perché rispondono alla necessità che i giovani hanno nel nominare la realtà che li circonda in modo peculiare, sperimentando costantemente nuovi canali espressivi. Per concludere, confermiamo le osservazioni di Guția, affermando che la spinta di penetrazione dell’influenza inglese, relativa ai tecnicismi, sulla lingua italiana e romena corrisponde a “una spinta dall’alto in basso”, rappresentata da un pubblico più ristretto sul piano sociale. In particolare, se consideriamo che i nomi propri possano rappresentate l’input per usare l’inglese, i tecnicismi rendono il suo uso inevitabile. La spinta di penetrazione dell’influenza inglese sulla lingua comune dell’italiano e del romeno corrisponde invece a “una spinta dal basso in alto”, rappresentata da un pubblico collettivo sul piano sociale. Il linguaggio giovanile si trova quindi compresso tra queste due “spinte”, di conseguenza accoglie gli anglicismi e li moltiplica, ancor più se giustificati dalla realtà che li circonda. È interessante notare che il linguaggio giovanile in senso stretto sia l’unico gruppo in cui sembra possibile che fenomeni come il code-mixing e il code-switching si manifestino. Riteniamo perciò che i numerosi prestiti non adattati giustifichino e creino il terreno giusto affinché la presenza dell’inglese ricopra domini sempre più vasti.
Anglicismi nella lingua dei giovani: youtuber italiani e romeni a confronto
PELEA, LIDIA ANDRA
2020/2021
Abstract
Nella realtà contemporanea, l’uso degli anglicismi è condizionato soprattutto dai mezzi di comunicazione di massa. Le nuove tecnologie non incidono più solo sulla pratica della scrittura, ma la stessa oralità è influenzata: il fenomeno dell'interferenza è tornato a essere prevalentemente orale. Questo fenomeno investe anche la lingua dei giovani, varietà in cui si possono ritrovare anglicismi pressoché costanti. La nostra ricerca perciò mette a confronto il panorama italiano con quello romeno relativamente alla presenza degli anglicismi nel linguaggio giovanile virtuale. In particolare, i partecipanti al nostro studio sono trenta youtuber, quindici italiani e quindici romeni, che hanno un’età compresa tra i 13 e i 25 anni, pertanto rappresentanti delle fasce dell’adolescenza e della post-adolescenza. Una delle ambizioni di questa ricerca è stata quella di creare un corpus, ottenuto tramite le trascrizioni dei video, che ci permetta di analizzare il linguaggio degli youtuber. Quindi, abbiamo selezionato una serie di video con contenuti semi-strutturati che consentano allo youtuber una maggior libertà di esposizione, affinché il linguaggio risulti molto vicino al parlato spontaneo e possa essere analizzato come tale. Tuttavia, il processo di classificazione degli anglicismi è stato molto articolato, soprattutto perché non siamo riusciti a trovare altri studi simili al nostro, né nel panorama italiano né in quello romeno. Abbiamo proposto perciò un modello di classificazione: si tratta di un’analisi qualitativa che prevede l’identificazione dei vari fenomeni di interferenza linguistica e, successivamente, delle funzioni del linguaggio. Dopo aver appurato che i nomi propri in inglese, nonostante siano molto numerosi, incidono significativamente poco sulla lingua italiana e romena, abbiamo classificato gli anglicismi in tre gruppi principali che abbiamo trattato separatamente: i tecnicismi, le parole appartenenti alla lingua comune e quelle appartenenti al linguaggio giovanile in senso stretto. In particolare, i tecnicismi utilizzati dai giovani non dipendono strettamente dalla loro volontà, ma sono dei 'prestiti di necessità', utili per indicare le nuove realtà virtuali e tecnologiche. I giovani utilizzano poi gli anglicismi appartenenti alla lingua comune perché sono il frutto del periodo storico e della realtà socioculturale in cui vivono, che naturalmente non possono ignorare. Infine, le parole del linguaggio giovanile in senso stretto vengono utilizzate perché rispondono alla necessità che i giovani hanno nel nominare la realtà che li circonda in modo peculiare, sperimentando costantemente nuovi canali espressivi. Per concludere, confermiamo le osservazioni di Guția, affermando che la spinta di penetrazione dell’influenza inglese, relativa ai tecnicismi, sulla lingua italiana e romena corrisponde a “una spinta dall’alto in basso”, rappresentata da un pubblico più ristretto sul piano sociale. In particolare, se consideriamo che i nomi propri possano rappresentate l’input per usare l’inglese, i tecnicismi rendono il suo uso inevitabile. La spinta di penetrazione dell’influenza inglese sulla lingua comune dell’italiano e del romeno corrisponde invece a “una spinta dal basso in alto”, rappresentata da un pubblico collettivo sul piano sociale. Il linguaggio giovanile si trova quindi compresso tra queste due “spinte”, di conseguenza accoglie gli anglicismi e li moltiplica, ancor più se giustificati dalla realtà che li circonda. È interessante notare che il linguaggio giovanile in senso stretto sia l’unico gruppo in cui sembra possibile che fenomeni come il code-mixing e il code-switching si manifestino. Riteniamo perciò che i numerosi prestiti non adattati giustifichino e creino il terreno giusto affinché la presenza dell’inglese ricopra domini sempre più vasti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29886