Questo lavoro prende spunto dal notevole interesse che la magistratura dittatoria ha suscitato nella critica negli ultimi anni. Le difficoltà create da una documentazione scarna di dettagli e in molti casi di difficile interpretazione hanno dato luogo a diverse letture di questa magistratura da parte degli studiosi, sia riguardo la sua nascita, sia, in particolare, sul reale valore e importanza di tale magistratura all’interno degli eventi politico-militari dell’Urbe. All’interno di questo quadro dibattuto ha avuto origine questa ricerca, con cui ci si pone l’obiettivo di contribuire, per quanto possibile, ad approfondire taluni nodi complessi dell’istituto. Nello specifico, si intende verificare se e in quali termini si possa attribuire alle esperienze dittatorie della seconda guerra punica, così come prospettato da alcuni studiosi, l’immagine emergenziale della tradizione – la quale sarebbe stata priva, nell’età precedente, di consistenza storica – e quali cambiamenti (qualora vi siano stati) esse avrebbero apportato alla dictatura come strumento di gestione di momenti di difficoltà. Si è scelto di concentrare la ricerca in un periodo storico ben definito e significativo per l’Urbe, come la seconda guerra punica, combattuta tra il 218 e il 201. La scelta non è stata operata in modo casuale: si tratta di un momento cruciale per la storia non solo della res publica ma anche della magistratura in esame, che in questo periodo, nella sua accezione militare, conoscerà contemporaneamente la sua ripresa (dopo trent’anni dal suo ultimo utilizzo) e la sua caduta in disuso. La casistica è stata poi limitata alle dittature nelle quali fossero comprese mansioni di natura militare. In questo modo si è voluto mettere maggiormente in evidenza le eventuali modificazioni occorse all’istituto come soluzione ad eventi di crisi e a situazioni di emergenza, che in tale periodo erano primariamente di natura militare. Per ogni vicenda riscontrata nelle fonti, si tenterà di mettere in luce i potenziali aspetti di innovazione e cambiamento rispetto alle modalità di nomina del magistrato, alle mansioni a cui fu chiamato a dedicarsi, alle azioni da lui intraprese per risolvere la crisi e al contesto in cui abdicò alla carica. Tale analisi puntuale viene introdotta da un capitolo più generale, in cui si prenderà in analisi il "modello" di dittatura sulla base di figure-chiave come Cincinnato e Camillo, procedendo poi a verificare quanto tale modello abbia trovato reale applicazione nelle dittature dalla fine del VI secolo fino a metà del III attraverso l'analisi di alcuni casi scelti.

"Remedium iam diu neque desideratum nec adhibitum". Analisi delle dittature con funzioni militari durante la seconda guerra punica (218-202 a.C.)

VEGRO, RICCARDO
2020/2021

Abstract

Questo lavoro prende spunto dal notevole interesse che la magistratura dittatoria ha suscitato nella critica negli ultimi anni. Le difficoltà create da una documentazione scarna di dettagli e in molti casi di difficile interpretazione hanno dato luogo a diverse letture di questa magistratura da parte degli studiosi, sia riguardo la sua nascita, sia, in particolare, sul reale valore e importanza di tale magistratura all’interno degli eventi politico-militari dell’Urbe. All’interno di questo quadro dibattuto ha avuto origine questa ricerca, con cui ci si pone l’obiettivo di contribuire, per quanto possibile, ad approfondire taluni nodi complessi dell’istituto. Nello specifico, si intende verificare se e in quali termini si possa attribuire alle esperienze dittatorie della seconda guerra punica, così come prospettato da alcuni studiosi, l’immagine emergenziale della tradizione – la quale sarebbe stata priva, nell’età precedente, di consistenza storica – e quali cambiamenti (qualora vi siano stati) esse avrebbero apportato alla dictatura come strumento di gestione di momenti di difficoltà. Si è scelto di concentrare la ricerca in un periodo storico ben definito e significativo per l’Urbe, come la seconda guerra punica, combattuta tra il 218 e il 201. La scelta non è stata operata in modo casuale: si tratta di un momento cruciale per la storia non solo della res publica ma anche della magistratura in esame, che in questo periodo, nella sua accezione militare, conoscerà contemporaneamente la sua ripresa (dopo trent’anni dal suo ultimo utilizzo) e la sua caduta in disuso. La casistica è stata poi limitata alle dittature nelle quali fossero comprese mansioni di natura militare. In questo modo si è voluto mettere maggiormente in evidenza le eventuali modificazioni occorse all’istituto come soluzione ad eventi di crisi e a situazioni di emergenza, che in tale periodo erano primariamente di natura militare. Per ogni vicenda riscontrata nelle fonti, si tenterà di mettere in luce i potenziali aspetti di innovazione e cambiamento rispetto alle modalità di nomina del magistrato, alle mansioni a cui fu chiamato a dedicarsi, alle azioni da lui intraprese per risolvere la crisi e al contesto in cui abdicò alla carica. Tale analisi puntuale viene introdotta da un capitolo più generale, in cui si prenderà in analisi il "modello" di dittatura sulla base di figure-chiave come Cincinnato e Camillo, procedendo poi a verificare quanto tale modello abbia trovato reale applicazione nelle dittature dalla fine del VI secolo fino a metà del III attraverso l'analisi di alcuni casi scelti.
2020
"Remedium iam diu neque desideratum nec adhibitum". Analysis of Dictatorship with military tasks during the Second Punic War (218-202 a.C.)
Dictatorship
Military Tasks
Second Punic War
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi magistrale.pdf

accesso aperto

Dimensione 1.96 MB
Formato Adobe PDF
1.96 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29897