Negli ultimi decenni, di “genere” si è discusso in molteplici contesti sociali a volte in modo errato, tanto che, in alcune occasioni, si è giunti a demonizzare ogni tentativo di vedere i vantaggi che potrebbero emergere da una riflessione consapevole su di esso. In particolare, si sono verificate svariate opposizioni ai tentativi di introdurre il discorso sul genere all’interno degli ambienti educativi, sia formali che informali, soprattutto in quelli che coinvolgono le nuove generazioni. In questo elaborato, si tenterà di focalizzare l’attenzione sui connotati che assumono l’educazione ed il linguaggio di genere, in particolare quando vengono pensati per bambini e bambine che vivono durante la seconda infanzia. L’attenzione si focalizzerà su come gli stereotipi culturali, presenti in ogni società, possano condizionare le vite di ognuno in base al sesso che viene attribuito alla nascita. Si cercherà di evidenziare come i mezzi di comunicazione di massa, le pubblicità, i cartoni animati, i giocattoli e i libri contribuiscano a rafforzare modelli di femminilità e mascolinità predefiniti che fanno emergere la paura dello sconfinamento dagli stessi. Perciò, sarà sottolineato il ruolo fondamentale che le principali agenzie educative, come la scuola e la famiglia, ricoprono nel processo di costruzione dell’identità di genere dei più piccoli, motivo per cui si riconosce la necessità che all’interno di esse si parli di genere in modo consapevole ed informato, al fine di favorire la destrutturazione degli stereotipi più diffusi. Per raggiungere questo scopo, verrà sottolineata l’importanza di avviare percorsi formativi dedicati sia a bambini e bambine, che agli adulti responsabili dell’educazione, al fine di favorire un cambiamento sociale che proponga modelli di mascolinità e femminilità molteplici e diversificati, capaci di ampliare la gamma di possibilità a disposizione di ogni individuo. Infine, verrà proposta un’ipotesi progettuale, la cui attuazione potrebbe facilitare l’avvento del cambiamento sociale e sensibilizzare, fin dai primi anni di vita, ogni individuo, permettendogli di imparare a valorizzare e ad apprezzare la diversità e a non sentirsi relegato dentro sentieri già perfettamente delineati.
Educazione e linguaggio di genere: uno sguardo alla seconda infanzia
BELTRAMIN, VANESSA
2021/2022
Abstract
Negli ultimi decenni, di “genere” si è discusso in molteplici contesti sociali a volte in modo errato, tanto che, in alcune occasioni, si è giunti a demonizzare ogni tentativo di vedere i vantaggi che potrebbero emergere da una riflessione consapevole su di esso. In particolare, si sono verificate svariate opposizioni ai tentativi di introdurre il discorso sul genere all’interno degli ambienti educativi, sia formali che informali, soprattutto in quelli che coinvolgono le nuove generazioni. In questo elaborato, si tenterà di focalizzare l’attenzione sui connotati che assumono l’educazione ed il linguaggio di genere, in particolare quando vengono pensati per bambini e bambine che vivono durante la seconda infanzia. L’attenzione si focalizzerà su come gli stereotipi culturali, presenti in ogni società, possano condizionare le vite di ognuno in base al sesso che viene attribuito alla nascita. Si cercherà di evidenziare come i mezzi di comunicazione di massa, le pubblicità, i cartoni animati, i giocattoli e i libri contribuiscano a rafforzare modelli di femminilità e mascolinità predefiniti che fanno emergere la paura dello sconfinamento dagli stessi. Perciò, sarà sottolineato il ruolo fondamentale che le principali agenzie educative, come la scuola e la famiglia, ricoprono nel processo di costruzione dell’identità di genere dei più piccoli, motivo per cui si riconosce la necessità che all’interno di esse si parli di genere in modo consapevole ed informato, al fine di favorire la destrutturazione degli stereotipi più diffusi. Per raggiungere questo scopo, verrà sottolineata l’importanza di avviare percorsi formativi dedicati sia a bambini e bambine, che agli adulti responsabili dell’educazione, al fine di favorire un cambiamento sociale che proponga modelli di mascolinità e femminilità molteplici e diversificati, capaci di ampliare la gamma di possibilità a disposizione di ogni individuo. Infine, verrà proposta un’ipotesi progettuale, la cui attuazione potrebbe facilitare l’avvento del cambiamento sociale e sensibilizzare, fin dai primi anni di vita, ogni individuo, permettendogli di imparare a valorizzare e ad apprezzare la diversità e a non sentirsi relegato dentro sentieri già perfettamente delineati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29962