A partire dal Carbonifero inferiore e fino al Cretacico superiore, l’Asia Orientale fu interessata dalla chiusura ‘a forbice’ (da O verso E) dell’Oceano Mongol-Okhotsk (Cognè et al., 2015). A partire dal medio Giurassico e fino al Cenozoico inferiore nella stessa area si instaurò la composita provincia magmatica Tardo Mesozoica dell’Asia Orientale. Essa si articola in diverse sub-province, tra cui la Eastern Mongolia Volcanic Area (EMVA) e la Gobi-Altai Rift Zone (GARZ), entrambe riconducibili ad un magmatismo prevalentemente alcalino di ambiente estensionale e collocate al margine meridionale dell’oceano al momento della sua chiusura. In queste due sub-province si osserva una progressiva evoluzione nel tempo da caratteristiche geochimiche intermedie tra Island Arc Basalts (IAB) e Ocean Island Basalts (OIB) a più decisamente OIB, ed una diminuzione della produttività magmatica (Yarmolyuk et al., 2020). In questa tesi sono stati caratterizzati dal punto di vista ottico e geochimico 47 campioni basaltici provenienti dall’area di Mandakh-Mandal Gobi (Mongolia centrale), appartenente all’EMVA. Sono stati inoltre confrontati con altri magmi provenienti dalla stessa sub-provincia e dalla sub-provincia GARZ, in modo da poterne meglio comprendere l’origine nel contesto geodinamico. I campioni sono stati suddivisi in due serie magmatiche sulla base della loro variabile alcalinità (grazie al diagramma De La Roche, 1980). La serie fortemente alcalina si estende da basaniti a fonotefriti, la serie alcalina da basalti alcalini a trachibasalti/hawaiiti. Queste serie non sono risultate legate tra loro da frazionamento ma sarebbero riconducibili al diverso grado di fusione di una sorgente simile (di tipo OIB), anche se localmente eterogenea. Le rocce sono risultate attribuibili alle fasi terminali della EMVA (anomalie positive in Nb). Sono tuttavia presenti alcune minori componenti litosferiche (anomalie sia positive che negative in K e Pb e presenza di glimmeriti), probabilmente legate alla vecchia subduzione. Evidenze chimiche e petrografiche rivelano un plumbing system complesso, nel quale la cristallizzazione frazionata avveniva solo in parte prima di essere interrotta da input di nuovi fusi. Caratteristiche di campagna e stime termobarometriche fanno supporre che parte del stazionamento dei magmi avvenisse alla base della crosta (underplating), e solo in rari casi a profondità piuttosto superficiali all’interno della crosta.

Geochimica e petrologia di rocce magmatiche della provincia di Mandal-Gobi (Mongolia): comparazione con le province magmatiche limitrofe e implicazioni petrogenetiche.

SPIZZAMIGLIO, MARTA
2021/2022

Abstract

A partire dal Carbonifero inferiore e fino al Cretacico superiore, l’Asia Orientale fu interessata dalla chiusura ‘a forbice’ (da O verso E) dell’Oceano Mongol-Okhotsk (Cognè et al., 2015). A partire dal medio Giurassico e fino al Cenozoico inferiore nella stessa area si instaurò la composita provincia magmatica Tardo Mesozoica dell’Asia Orientale. Essa si articola in diverse sub-province, tra cui la Eastern Mongolia Volcanic Area (EMVA) e la Gobi-Altai Rift Zone (GARZ), entrambe riconducibili ad un magmatismo prevalentemente alcalino di ambiente estensionale e collocate al margine meridionale dell’oceano al momento della sua chiusura. In queste due sub-province si osserva una progressiva evoluzione nel tempo da caratteristiche geochimiche intermedie tra Island Arc Basalts (IAB) e Ocean Island Basalts (OIB) a più decisamente OIB, ed una diminuzione della produttività magmatica (Yarmolyuk et al., 2020). In questa tesi sono stati caratterizzati dal punto di vista ottico e geochimico 47 campioni basaltici provenienti dall’area di Mandakh-Mandal Gobi (Mongolia centrale), appartenente all’EMVA. Sono stati inoltre confrontati con altri magmi provenienti dalla stessa sub-provincia e dalla sub-provincia GARZ, in modo da poterne meglio comprendere l’origine nel contesto geodinamico. I campioni sono stati suddivisi in due serie magmatiche sulla base della loro variabile alcalinità (grazie al diagramma De La Roche, 1980). La serie fortemente alcalina si estende da basaniti a fonotefriti, la serie alcalina da basalti alcalini a trachibasalti/hawaiiti. Queste serie non sono risultate legate tra loro da frazionamento ma sarebbero riconducibili al diverso grado di fusione di una sorgente simile (di tipo OIB), anche se localmente eterogenea. Le rocce sono risultate attribuibili alle fasi terminali della EMVA (anomalie positive in Nb). Sono tuttavia presenti alcune minori componenti litosferiche (anomalie sia positive che negative in K e Pb e presenza di glimmeriti), probabilmente legate alla vecchia subduzione. Evidenze chimiche e petrografiche rivelano un plumbing system complesso, nel quale la cristallizzazione frazionata avveniva solo in parte prima di essere interrotta da input di nuovi fusi. Caratteristiche di campagna e stime termobarometriche fanno supporre che parte del stazionamento dei magmi avvenisse alla base della crosta (underplating), e solo in rari casi a profondità piuttosto superficiali all’interno della crosta.
2021
Geochemistry and petrology of magmatic rocks from the Mandal-Gobi province (Mongolia): comparison with neighboring magmatic provinces and petrogenetic implications.
basalti
alcalini
Mongolia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/30243