Raccomandazione del medico ed esitazione vaccinale in gravidanza e in allattamento: uno studio sul Covid-19

Il Covid-19 si caratterizza come il virus che ha colpito l’intera popolazione Mondiale, con conseguenze in alcuni casi anche molto gravi sulla salute dei malati. Infatti, a fine Aprile 2020 la maggior parte dei Paesi Mondiali conferma casi di Covid-19 nel proprio territorio. Conseguentemente, l’intera comunità scientifica si attiva per trovare un vaccino in grado di fermare la pandemia in atto. Circa un anno dopo lo scoppio della pandemia, sono disponibili diversi vaccini pronti per avviare campagne vaccinali in diverse parti del mondo. Come in altri casi l’esitazione vaccinale, intesa come la posticipazione o rifiuto di un vaccino, nonostante la possibilità di riceverlo, rappresenta un serio problema specialmente per le donne in gravidanza e in allattamento. Dalla letteratura emerge che i fattori legati all’esitazione vaccinale sono dovuti al contesto, all’individuo o al gruppo di appartenenza o elementi specifici al vaccino. A questi fattori in caso di gravidanza o allattamento si aggiungerebbero altri fattori, come consapevolezza della malattia, possibili effetti negativi sulla gravidanza o sul feto, o fattori legati alla trasmissione di informazioni. In questo studio si indaga il legame tra la raccomandazione del medico e l’esitazione vaccinale contro il Covid-19 nelle donne in gravidanza e in allattamento, e l’influenza del ruolo decisionale della donna nella scelta finale. Mediante un questionario compilato da 1104 donne in gravidanza o in allattamento è stato indagato il legame tra la raccomandazione del medico sulla vaccinazione, e l’esitazione vaccinale. Dai risultati emerge che l’aver ricevuto una raccomandazione dal medico aumenta le probabilità di accettare la vaccinazione in gravidanza o in allattamento, mentre non averla ricevuta riduce tali probabilità. Per quanto riguarda il ruolo emergerebbe che le donne con un ruolo decisionale passivo tenderebbero ad accettare maggiormente la vaccinazione, rispetto alle donne con un ruolo decisionale attivo che invece, tenderebbe ad avere un parere più sfavorevole riguardo alla vaccinazione.