L’oggettivazione sessuale è un fenomeno ben radicato nel tessuto socioculturale intrinsecamente sessista all’interno del quale viviamo e comporta una molteplicità di conseguenze intrapersonali negative fra cui l’interiorizzazione di uno sguardo oggettivante su di sé, che consiste nell’esperienza di auto-oggettivazione che le donne sperimentano quotidianamente. Studi recenti suggeriscono che l’importante ruolo rivestito dai social media (in particolare Instagram) nel contribuire tanto alla diffusione quanto alla normalizzazione di un’immagine stereotipata della donna li ha resi un terreno fertile nel favorire esperienze di auto-oggettivazione; tale relazione sarebbe moderata non solo dall’interiorizzazione di standard culturali di bellezza, ma anche dalla tendenza al confronto sociale. Tale confronto può avere un impatto sulla soddisfazione corporea e sulla successiva intenzione di fare ricorso alla chirurgia estetica. Allo stesso tempo, da alcuni anni l’ambiente social proposto da Instagram risulta essere popolato da contenuti rappresentativi di body positivity che ambiscono a sfidare gli ideali di bellezza tradizionali e a promuovere l’accettazione e la celebrazione di volti e corpi di qualunque forma, taglia, etnia, genere e abilità. Nel presente studio, abbiamo esplorato gli effetti dell’esposizione a illustrazioni Instagram rappresentative di body positivity rispetto a contenuti rappresentativi degli ideali di bellezza sull’umore e la soddisfazione corporea, l’auto-oggettivazione, l’intenzione verso la chirurgia estetica e il confronto sociale delle giovani donne; è stato, inoltre, indagato se l’effetto previsto sulle variabili sopracitate fosse moderato dal grado di identificazione con il movimento femminista. Le partecipanti (per la quasi totalità donne n = 313, ad eccezione di n = 2 non-binary) sono state assegnate casualmente ad una condizione in cui erano esposte a contenuti Instagram rappresentativi degli ideali di bellezza o di body positivity o di controllo (paesaggi). Complessivamente, i risultati hanno mostrato che le partecipanti nella condizione di ideale di bellezza riportavano una minore soddisfazione corporea dopo la manipolazione sperimentale e un maggiore confronto sociale rispetto alle partecipanti nella condizione di controllo. Tuttavia, non sono stati riscontrati effetti significativi della condizione sull’umore, l’auto-oggettivazione e l’intenzione verso la chirurgia estetica. Inoltre, l’identificazione femminista costituisce un predittore significativo del confronto sociale sia per la frequenza con cui avviene sia per la tipologia di confronto, e modera gli effetti della condizione rispetto alla frequenza. Infine, sono discusse ulteriori implicazioni pratiche e suggerimenti per la ricerca futura.
Corpi (im)perfetti su Instagram: effetti dell'esposizione a illustrazioni BoPo sull'immagine corporea, l'auto-oggettivazione e il confronto sociale delle giovani donne
CONFORTI, VALENTINA
2021/2022
Abstract
L’oggettivazione sessuale è un fenomeno ben radicato nel tessuto socioculturale intrinsecamente sessista all’interno del quale viviamo e comporta una molteplicità di conseguenze intrapersonali negative fra cui l’interiorizzazione di uno sguardo oggettivante su di sé, che consiste nell’esperienza di auto-oggettivazione che le donne sperimentano quotidianamente. Studi recenti suggeriscono che l’importante ruolo rivestito dai social media (in particolare Instagram) nel contribuire tanto alla diffusione quanto alla normalizzazione di un’immagine stereotipata della donna li ha resi un terreno fertile nel favorire esperienze di auto-oggettivazione; tale relazione sarebbe moderata non solo dall’interiorizzazione di standard culturali di bellezza, ma anche dalla tendenza al confronto sociale. Tale confronto può avere un impatto sulla soddisfazione corporea e sulla successiva intenzione di fare ricorso alla chirurgia estetica. Allo stesso tempo, da alcuni anni l’ambiente social proposto da Instagram risulta essere popolato da contenuti rappresentativi di body positivity che ambiscono a sfidare gli ideali di bellezza tradizionali e a promuovere l’accettazione e la celebrazione di volti e corpi di qualunque forma, taglia, etnia, genere e abilità. Nel presente studio, abbiamo esplorato gli effetti dell’esposizione a illustrazioni Instagram rappresentative di body positivity rispetto a contenuti rappresentativi degli ideali di bellezza sull’umore e la soddisfazione corporea, l’auto-oggettivazione, l’intenzione verso la chirurgia estetica e il confronto sociale delle giovani donne; è stato, inoltre, indagato se l’effetto previsto sulle variabili sopracitate fosse moderato dal grado di identificazione con il movimento femminista. Le partecipanti (per la quasi totalità donne n = 313, ad eccezione di n = 2 non-binary) sono state assegnate casualmente ad una condizione in cui erano esposte a contenuti Instagram rappresentativi degli ideali di bellezza o di body positivity o di controllo (paesaggi). Complessivamente, i risultati hanno mostrato che le partecipanti nella condizione di ideale di bellezza riportavano una minore soddisfazione corporea dopo la manipolazione sperimentale e un maggiore confronto sociale rispetto alle partecipanti nella condizione di controllo. Tuttavia, non sono stati riscontrati effetti significativi della condizione sull’umore, l’auto-oggettivazione e l’intenzione verso la chirurgia estetica. Inoltre, l’identificazione femminista costituisce un predittore significativo del confronto sociale sia per la frequenza con cui avviene sia per la tipologia di confronto, e modera gli effetti della condizione rispetto alla frequenza. Infine, sono discusse ulteriori implicazioni pratiche e suggerimenti per la ricerca futura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/30843