Negli ultimi anni grazie al miglioramento della qualità di vita e all’aumento della speranza di vita l’interesse per l’invecchiamento e per i cambiamenti cognitivi che lo caratterizzano è cresciuto in maniera esponenziale. In letteratura troviamo infatti un generale accordo secondo il quale il processo naturale di invecchiamento è caratterizzato da multidimensionalità e multidirezionalità. Diversi anni fa si riteneva infatti che lo sviluppo si arrestasse nel corso dell’adolescenza e che l’invecchiamento fosse soltanto un periodo di stallo antecedente alla morte (Belbin, 1953). Oggi, grazie alla Psicologia dell’invecchiamento sappiamo che l’invecchiamento si associa sì a cambiamenti ma anche a stabilità che coinvolgono diverse abilità mentali. Inoltre, è caratterizzato da una forte variabilità interindividuale a livello di prestazioni comportamentali ma anche a livello di tutti quei cambiamenti nella struttura, funzione e chimica del cervello legati all’età (Borella & De Beni, 2015). Secondo la Prospettiva Life Span (Baltes 1987) ogni fase di vita di un individuo, quindi anche l’invecchiamento, è caratterizzata da perdite e guadagni, con alcune abilità cognitive che tendono a declinare e altre che si preservano o addirittura migliorano. A tal proposito, la ricerca scientifica degli ultimi anni si è focalizzata sulla possibilità di potenziare il funzionamento cognitivo della persona adulta-anziana tramite interventi di potenziamento cognitivo. I training di potenziamento cognitivo permettono di stimolare specifiche funzioni cognitive attraverso esercizi mirati. Questi interventi si basano sul concetto di “plasticità cognitiva” ossia la capacità dell’individuo di (ri)apprendere/acquisire “nuove” abilità cognitive a seguito di specifiche condizioni contestuali/ambientali (Caretti & Borella, 2020). Negli ultimi anni si è quindi assistito ad un proliferare di interventi di potenziamento cognitivo. Inoltre, alcuni recenti studi hanno evidenziato che associare un training di potenziamento cognitivo a sessioni psicoeducative riguardanti aspetti più strettamente metacognitivi (motivazione, attribuzioni, atteggiamento mentale) può apportare maggiori benefici nella prestazione cognitiva degli anziani (Vranic et al.,2013; De Beni et al., 2008). La presente Tesi si è quindi focalizzata sui benefici di un training di Memoria di Lavoro e a Breve Termine combinato ad attività metacognitive in un campione di anziani con invecchiamento tipico. Nel primo capitolo viene data una prima definizione di invecchiamento, per poi soffermarsi su una breve analisi demografica. Viene successivamente definito che cos’è l’invecchiamento cognitivo e i cambiamenti che caratterizzano le abilità mentali e i principali sistemi di memoria (Memoria a Lungo Termine; MLT, Memoria a Breve Termine; MBT, Memoria di Lavoro, MdL) (Atkinson e Shiffrin, 1968; Baddeley e Hitch, 1974) con l’avanzare dell’età. Nel secondo capitolo vengono descritti i principali training di potenziamento cognitivo ossia i training strategici, i training metacognitivi, i training multifattoriali e strategico-metacognitivi e i training process-based. Per ciascun training vengono inoltre descritte alcune delle principali evidenze di efficacia che si trovano in letteratura, oltre che i limiti che tali training possono avere. Nel terzo ed ultimo capitolo è presentata la ricerca il cui obiettivo è stato quello di indagare gli effetti specifici e di trasferimento di un training di Memoria di Lavoro e a Breve Termine combinato ad aspetti metacognitivi in un campione di anziani con invecchiamento tipico. I risultati ottenuti nel presente lavoro di Tesi sono esposti e discussi in relazione alla letteratura preesistente.

Benefici di un Training di Memoria di Lavoro e a Breve termine combinato ad attività metacognitive in anziani con invecchiamento tipico

BUONO, RACHELE
2021/2022

Abstract

Negli ultimi anni grazie al miglioramento della qualità di vita e all’aumento della speranza di vita l’interesse per l’invecchiamento e per i cambiamenti cognitivi che lo caratterizzano è cresciuto in maniera esponenziale. In letteratura troviamo infatti un generale accordo secondo il quale il processo naturale di invecchiamento è caratterizzato da multidimensionalità e multidirezionalità. Diversi anni fa si riteneva infatti che lo sviluppo si arrestasse nel corso dell’adolescenza e che l’invecchiamento fosse soltanto un periodo di stallo antecedente alla morte (Belbin, 1953). Oggi, grazie alla Psicologia dell’invecchiamento sappiamo che l’invecchiamento si associa sì a cambiamenti ma anche a stabilità che coinvolgono diverse abilità mentali. Inoltre, è caratterizzato da una forte variabilità interindividuale a livello di prestazioni comportamentali ma anche a livello di tutti quei cambiamenti nella struttura, funzione e chimica del cervello legati all’età (Borella & De Beni, 2015). Secondo la Prospettiva Life Span (Baltes 1987) ogni fase di vita di un individuo, quindi anche l’invecchiamento, è caratterizzata da perdite e guadagni, con alcune abilità cognitive che tendono a declinare e altre che si preservano o addirittura migliorano. A tal proposito, la ricerca scientifica degli ultimi anni si è focalizzata sulla possibilità di potenziare il funzionamento cognitivo della persona adulta-anziana tramite interventi di potenziamento cognitivo. I training di potenziamento cognitivo permettono di stimolare specifiche funzioni cognitive attraverso esercizi mirati. Questi interventi si basano sul concetto di “plasticità cognitiva” ossia la capacità dell’individuo di (ri)apprendere/acquisire “nuove” abilità cognitive a seguito di specifiche condizioni contestuali/ambientali (Caretti & Borella, 2020). Negli ultimi anni si è quindi assistito ad un proliferare di interventi di potenziamento cognitivo. Inoltre, alcuni recenti studi hanno evidenziato che associare un training di potenziamento cognitivo a sessioni psicoeducative riguardanti aspetti più strettamente metacognitivi (motivazione, attribuzioni, atteggiamento mentale) può apportare maggiori benefici nella prestazione cognitiva degli anziani (Vranic et al.,2013; De Beni et al., 2008). La presente Tesi si è quindi focalizzata sui benefici di un training di Memoria di Lavoro e a Breve Termine combinato ad attività metacognitive in un campione di anziani con invecchiamento tipico. Nel primo capitolo viene data una prima definizione di invecchiamento, per poi soffermarsi su una breve analisi demografica. Viene successivamente definito che cos’è l’invecchiamento cognitivo e i cambiamenti che caratterizzano le abilità mentali e i principali sistemi di memoria (Memoria a Lungo Termine; MLT, Memoria a Breve Termine; MBT, Memoria di Lavoro, MdL) (Atkinson e Shiffrin, 1968; Baddeley e Hitch, 1974) con l’avanzare dell’età. Nel secondo capitolo vengono descritti i principali training di potenziamento cognitivo ossia i training strategici, i training metacognitivi, i training multifattoriali e strategico-metacognitivi e i training process-based. Per ciascun training vengono inoltre descritte alcune delle principali evidenze di efficacia che si trovano in letteratura, oltre che i limiti che tali training possono avere. Nel terzo ed ultimo capitolo è presentata la ricerca il cui obiettivo è stato quello di indagare gli effetti specifici e di trasferimento di un training di Memoria di Lavoro e a Breve Termine combinato ad aspetti metacognitivi in un campione di anziani con invecchiamento tipico. I risultati ottenuti nel presente lavoro di Tesi sono esposti e discussi in relazione alla letteratura preesistente.
2021
Working memory and Short-term memory training combined with metacognitive activities: benefits in older adults with typical aging.
Training di memoria
Invecchiamento
metacognizione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31140