Background: Nonostante l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento di persone affette da emianopsia, i risultati ottenuti dai metodi di riabilitazione visiva attualmente in uso sono ancora poco promettenti. Un’idea interessante potrebbe essere quella di agire prevalentemente sulla visione residua inconsapevole (blindsight) piuttosto che su quella cosciente. Obiettivi: Valutare come si manifesta il blindsight a seconda degli stimoli e compiti utilizzati e delle frequenze spaziali coinvolte e capire se un training di riabilitazione visiva per l’emianopsia vada a incidere sulla componente cieca della visione. Infine, indagare le basi neurali di questo fenomeno. Procedura di base: Il presente studio è stato suddiviso in tre parti. La prima comprende 16 soggetti con emianopsia omonima a cui è stato somministrato il test dei volti. Nella seconda parte, le performance al test dei volti sono state messe in correlazione con quelle di altri due test utilizzati per misurare la visione cieca: il test delle silhouettes e il test gabor flicker. Solo per 11 di questi pazienti, sono state analizzate le soglie di contrasto ottenute al training NRT, con l’obiettivo di trovare un parallelismo tra l’andamento delle soglie e i risultati ottenuti ai test per il blindsight. Sono state poi fatte correlare le prestazioni ottenute ai test gabor flicker, silhouettes, volti e NRT con i punteggi della perimetria Rarebit, per valutare un’eventuale riduzione della dimensione del campo visivo cieco in seguito all’allenamento visivo costante. Infine, il tipo di blindsight manifestato da ciascun paziente è stato fatto correlare con la sede della lesione e con il lato emianoptico per indagare il substrato neurale di tale fenomeno. Risultati: Dai risultati ottenuti è emerso che il blindsight si manifesta preferenzialmente in presenza di frequenze spaziali basse. Inoltre, anche per stimoli presentati nell’emicampo vedente, i pazienti hanno prestazioni meno accurate rispetto ai controlli. Non è emersa alcuna correlazione tra le prestazioni ottenute ai test gabor flicker, silhouettes e volti eseguiti prima del training NRT, contrariamente a quelle ottenute dopo la riabilitazione: questo risultato deriva dal fatto che l’NRT determina un’espansione del campo visivo vedente, ma non va a potenziare direttamente il blindsight. Per quanto riguarda l’indagine sulle basi neurali, non è emersa alcuna correlazione significativa tra l’area lesionata, il lato affetto da emianopsia e il tipo di blindsight manifestato dal singolo paziente, né tra il compito somministrato e il tipo di blindsight manifestato dal campione complessivo. Conclusioni: I risultati suggeriscono che il blindsight sia un insieme di molteplici abilità visive residue piuttosto che un fenomeno unitario. La riabilitazione con NRT non consente di potenziare le abilità visive inconsapevoli, ma diminuisce la dimensione dello scotoma e aumenta la sensibilità dei pazienti anche verso classi di stimoli non allenate. Sono necessarie ulteriori conferme sperimentali per approfondire il legame tra la sede della lesione e le caratteristiche demografiche dei pazienti che manifestano blindsight, per distinguerli da coloro che non lo manifestano.

Analisi del blindsight nei pazienti con emianopsia attraverso i compiti di percezione visiva

SOLDINI, ELISABETTA
2021/2022

Abstract

Background: Nonostante l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento di persone affette da emianopsia, i risultati ottenuti dai metodi di riabilitazione visiva attualmente in uso sono ancora poco promettenti. Un’idea interessante potrebbe essere quella di agire prevalentemente sulla visione residua inconsapevole (blindsight) piuttosto che su quella cosciente. Obiettivi: Valutare come si manifesta il blindsight a seconda degli stimoli e compiti utilizzati e delle frequenze spaziali coinvolte e capire se un training di riabilitazione visiva per l’emianopsia vada a incidere sulla componente cieca della visione. Infine, indagare le basi neurali di questo fenomeno. Procedura di base: Il presente studio è stato suddiviso in tre parti. La prima comprende 16 soggetti con emianopsia omonima a cui è stato somministrato il test dei volti. Nella seconda parte, le performance al test dei volti sono state messe in correlazione con quelle di altri due test utilizzati per misurare la visione cieca: il test delle silhouettes e il test gabor flicker. Solo per 11 di questi pazienti, sono state analizzate le soglie di contrasto ottenute al training NRT, con l’obiettivo di trovare un parallelismo tra l’andamento delle soglie e i risultati ottenuti ai test per il blindsight. Sono state poi fatte correlare le prestazioni ottenute ai test gabor flicker, silhouettes, volti e NRT con i punteggi della perimetria Rarebit, per valutare un’eventuale riduzione della dimensione del campo visivo cieco in seguito all’allenamento visivo costante. Infine, il tipo di blindsight manifestato da ciascun paziente è stato fatto correlare con la sede della lesione e con il lato emianoptico per indagare il substrato neurale di tale fenomeno. Risultati: Dai risultati ottenuti è emerso che il blindsight si manifesta preferenzialmente in presenza di frequenze spaziali basse. Inoltre, anche per stimoli presentati nell’emicampo vedente, i pazienti hanno prestazioni meno accurate rispetto ai controlli. Non è emersa alcuna correlazione tra le prestazioni ottenute ai test gabor flicker, silhouettes e volti eseguiti prima del training NRT, contrariamente a quelle ottenute dopo la riabilitazione: questo risultato deriva dal fatto che l’NRT determina un’espansione del campo visivo vedente, ma non va a potenziare direttamente il blindsight. Per quanto riguarda l’indagine sulle basi neurali, non è emersa alcuna correlazione significativa tra l’area lesionata, il lato affetto da emianopsia e il tipo di blindsight manifestato dal singolo paziente, né tra il compito somministrato e il tipo di blindsight manifestato dal campione complessivo. Conclusioni: I risultati suggeriscono che il blindsight sia un insieme di molteplici abilità visive residue piuttosto che un fenomeno unitario. La riabilitazione con NRT non consente di potenziare le abilità visive inconsapevoli, ma diminuisce la dimensione dello scotoma e aumenta la sensibilità dei pazienti anche verso classi di stimoli non allenate. Sono necessarie ulteriori conferme sperimentali per approfondire il legame tra la sede della lesione e le caratteristiche demografiche dei pazienti che manifestano blindsight, per distinguerli da coloro che non lo manifestano.
2021
Blindsight analysis in hemianopic patients through visual perception tasks
Blindsight
Emianopsia
Riabilitazione
Test
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31146