La maggior parte dei danni a carico degli ureteri sono dovuti a lesioni iatrogene, spesso dovute a procedure chirurgiche o radioterapia, che se non identificate in tempo possono portare a stenosi, infezioni urinarie, sepsi o alla perdita della funzionalità renale. Le tecniche chirurgiche standard per i difetti ureterali non sono sempre applicabili e a loro volta possono portare a stenosi ricorrenti, perdite urinarie, e complicazioni metaboliche. Al fine di ovviare a queste problematiche, si stanno sviluppando nuove tecniche nell’ambito dell’ingegneria tissutale e della medicina rigenerativa che prevedono la produzione di tessuti bioingegnerizzati, ottenuti da matrici extracellulari decellularizzate e in seguito ricellularizzate con cellule autologhe. In questo lavoro si sono applicati tre diversi protocolli di decellularizzazione totale dell’uretere mediante immersione e agitazione. Sulla matrice ottenuta si sono svolte analisi per valutarne le caratteristiche biologiche e biomeccaniche. Dai risultati si evince come sia stato possibile ottenere degli scaffold adeguatamente decellularizzati con buone proprietà meccaniche e di citocompatibilità.
L’uretere bioingegnerizzato: valutazione biologica e biomeccanica di tre protocolli di decellularizzazione
ORTILE, ARIANNA
2021/2022
Abstract
La maggior parte dei danni a carico degli ureteri sono dovuti a lesioni iatrogene, spesso dovute a procedure chirurgiche o radioterapia, che se non identificate in tempo possono portare a stenosi, infezioni urinarie, sepsi o alla perdita della funzionalità renale. Le tecniche chirurgiche standard per i difetti ureterali non sono sempre applicabili e a loro volta possono portare a stenosi ricorrenti, perdite urinarie, e complicazioni metaboliche. Al fine di ovviare a queste problematiche, si stanno sviluppando nuove tecniche nell’ambito dell’ingegneria tissutale e della medicina rigenerativa che prevedono la produzione di tessuti bioingegnerizzati, ottenuti da matrici extracellulari decellularizzate e in seguito ricellularizzate con cellule autologhe. In questo lavoro si sono applicati tre diversi protocolli di decellularizzazione totale dell’uretere mediante immersione e agitazione. Sulla matrice ottenuta si sono svolte analisi per valutarne le caratteristiche biologiche e biomeccaniche. Dai risultati si evince come sia stato possibile ottenere degli scaffold adeguatamente decellularizzati con buone proprietà meccaniche e di citocompatibilità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31499