Molti degli articoli scientifici pubblicati in questi ultimi anni hanno evidenziato come il periodo di pandemia ed, in particolare, la quarantena diffusa abbiano generato un aumento dei livelli di ansia, stress, insonnia, depressione e tentati suicidi tanto nella popolazione generale (Rossi, et al., 2020; Lakhan, et al. 2020; Fiorillo, et al., 2020), quanto in quella riguardante i giovani minori (Orgilés, et al., 2021; Guessoum, et al., 2020; Lopez- Bueno et al., 2021; Araújo, et al., 2021; Deolmi and Pisani, 2020). Quest’ultima fascia di popolazione si è trovata a dover gestire una quotidianità inedita priva d’ogni riferimento sociale che in passato garantiva loro stabilità e crescita psicologica: la scuola, l’incontro coi pari, il confronto coi professori e la possibilità di dedicarsi ad attività fisiche. In Italia, in particolare, c’è stato un netto aumento dei tentativi di suicidio o di autolesionismo (Gervasio, 2021); un esempio sono i dati pubblicati dal Telefono Azzurro: +32% di chiamate per tentativi di suicidio da parte di bambini e adolescenti (Il messaggero, 2021). Inoltre, a Febbraio 2021 è stato condotto uno studio trasversale (Orgilés et al., 2021) che mirava ad esaminare i livelli d'ansia e la sintomatologia depressiva in bambini e adolescenti italiani, spagnoli e portoghesi; tale studio ha evidenziato come il 19% e il 38,1% del campione analizzato abbia rispettivamente sofferto di depressione e ansia. 
Possiamo dichiarare, quindi, come l’assetto pandemico abbia influenzato il costrutto generale di salute nella popolazione, in particolare quella minore. La presente ricerca si colloca in particolare con l'obiettivo di approfondire come il disagio minorile nato in assetto pandemico sia stato gestito e preso in carico da parte di medici e pediatri di famiglia. Si vuole cioè, capire se e come la pandemia abbia influenzato la configurazione delle prassi di cura medica portate avanti dai suddetti ruoli professionali, i quali si son ritrovati a dover rispondere non solo alle esigenze inedite del tempo ma anche con i limiti inediti del tempo. Se da un lato, infatti, solo la popolazione minorile ha incrementato del 30% la richiesta di assistenza ai servizi di salute mentale in quest’ultimo periodo (B. Gobbi, 2021; Gervasio, 2021) dall'altro i medici si sono ritrovati a dover gestire i l’impossibilità d’incontro vis-a-vis (a causa delle disposizioni anti- Covid), di alleanza con gli insegnanti (a causa della chiusura delle scuole a livello nazionale), la mancanza di assistenza territoriale (attività sportive, uscite fuori dal domicilio, attività di gruppo) ed un maggiore stress da parte dei genitori. In conclusione quindi, il contesto pandemico ha incrementato le fragilità psicologiche della popolazione minorile e modificato le modalità e la relazione di cura e d’interazione tradizionali tra medico e paziente. Cosa è successo al costrutto e significato di cura e di salute in tempo pandemico? e che ricadute pratiche hanno generato nella prassi clinica? qual é il punto di vista dei medici del territorio (medici di medicina generale e medici pediatri)?come il modello medico è riuscito a farsi carico del disagio minorile in questo particolare assetto di pandemia? cosa è successo alla relazione di cura? Questi sono tutte questioni che nella presente ricerca - attraverso 20 interviste a i medici e pediatri i famiglia - abbiamo cercato di gestire ed approfondire.

La “klinè” in tempo di pandemia: una ricerca empirica su come il covid abbia modificato la presa in carico del disagio psicologico in età evolutiva da parte dei pediatri e medici di famiglia;

BASHTANI, SARA
2021/2022

Abstract

Molti degli articoli scientifici pubblicati in questi ultimi anni hanno evidenziato come il periodo di pandemia ed, in particolare, la quarantena diffusa abbiano generato un aumento dei livelli di ansia, stress, insonnia, depressione e tentati suicidi tanto nella popolazione generale (Rossi, et al., 2020; Lakhan, et al. 2020; Fiorillo, et al., 2020), quanto in quella riguardante i giovani minori (Orgilés, et al., 2021; Guessoum, et al., 2020; Lopez- Bueno et al., 2021; Araújo, et al., 2021; Deolmi and Pisani, 2020). Quest’ultima fascia di popolazione si è trovata a dover gestire una quotidianità inedita priva d’ogni riferimento sociale che in passato garantiva loro stabilità e crescita psicologica: la scuola, l’incontro coi pari, il confronto coi professori e la possibilità di dedicarsi ad attività fisiche. In Italia, in particolare, c’è stato un netto aumento dei tentativi di suicidio o di autolesionismo (Gervasio, 2021); un esempio sono i dati pubblicati dal Telefono Azzurro: +32% di chiamate per tentativi di suicidio da parte di bambini e adolescenti (Il messaggero, 2021). Inoltre, a Febbraio 2021 è stato condotto uno studio trasversale (Orgilés et al., 2021) che mirava ad esaminare i livelli d'ansia e la sintomatologia depressiva in bambini e adolescenti italiani, spagnoli e portoghesi; tale studio ha evidenziato come il 19% e il 38,1% del campione analizzato abbia rispettivamente sofferto di depressione e ansia. 
Possiamo dichiarare, quindi, come l’assetto pandemico abbia influenzato il costrutto generale di salute nella popolazione, in particolare quella minore. La presente ricerca si colloca in particolare con l'obiettivo di approfondire come il disagio minorile nato in assetto pandemico sia stato gestito e preso in carico da parte di medici e pediatri di famiglia. Si vuole cioè, capire se e come la pandemia abbia influenzato la configurazione delle prassi di cura medica portate avanti dai suddetti ruoli professionali, i quali si son ritrovati a dover rispondere non solo alle esigenze inedite del tempo ma anche con i limiti inediti del tempo. Se da un lato, infatti, solo la popolazione minorile ha incrementato del 30% la richiesta di assistenza ai servizi di salute mentale in quest’ultimo periodo (B. Gobbi, 2021; Gervasio, 2021) dall'altro i medici si sono ritrovati a dover gestire i l’impossibilità d’incontro vis-a-vis (a causa delle disposizioni anti- Covid), di alleanza con gli insegnanti (a causa della chiusura delle scuole a livello nazionale), la mancanza di assistenza territoriale (attività sportive, uscite fuori dal domicilio, attività di gruppo) ed un maggiore stress da parte dei genitori. In conclusione quindi, il contesto pandemico ha incrementato le fragilità psicologiche della popolazione minorile e modificato le modalità e la relazione di cura e d’interazione tradizionali tra medico e paziente. Cosa è successo al costrutto e significato di cura e di salute in tempo pandemico? e che ricadute pratiche hanno generato nella prassi clinica? qual é il punto di vista dei medici del territorio (medici di medicina generale e medici pediatri)?come il modello medico è riuscito a farsi carico del disagio minorile in questo particolare assetto di pandemia? cosa è successo alla relazione di cura? Questi sono tutte questioni che nella presente ricerca - attraverso 20 interviste a i medici e pediatri i famiglia - abbiamo cercato di gestire ed approfondire.
2021
"The Kilné" during the pandemic: an empirical research on the ways Covid19 has affected the handling of psychological distress in the developmental stages by doctors and general pediatricians
disagio minorile
pediatri
Covid- 19
relazione di cura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31836