La capacità di svolgere più compiti contemporaneamente viene definita “multitasking” e, una delle metodiche con cui viene studiata, è attraverso il paradigma del doppio compito. La letteratura dimostra che le risorse cognitive sono limitate e potenzialmente esauribili, pertanto, compiti di dual-tasking comportano una riduzione delle risorse cognitive disponibili con una conseguente riduzione della performance del soggetto. Nel doppio compito in particolare, la riduzione della performance tra la condizione singola, “single-task” in cui generalmente si ottengono prestazioni migliori, e la condizione doppia definita “dual-task”, in cui la prestazione del soggetto subisce un declino, viene definita “costo”. È stato messo in evidenza che l’interferenza da doppio compito sia correlata con l’età, tuttavia, dalla letteratura sul multitasking non vi è ancora accordo sui costrutti che potrebbero essere alla base di questa abilità. Nel presente studio, svolto interamente online, sono state analizzate due ipotesi alternative. La prima ipotesi indagata considera l’abilità di multitasking dipendente dalla memoria di lavoro mentre la seconda ipotesi analizza il multitasking come funzione dominio-generale indipendente da altri costrutti. I compiti computerizzati inseriti all’interno di questo studio sono rispettivamente: il Cognitive Reserve Index Questionnaire (CRIq) in forma ridotta, il Global Examination of Mental State autosomministrato (auto-GEMS), da cui abbiamo estratto l’indice di memoria di lavoro, un doppio compito mnestico, compreso di un compito di riconoscimento forzato e il Continuous Performance Test (CPT), il Test of Attentional Performance (TAP), il Trail Making Test (TMT) nella versione A e B ed infine un questionario di autovalutazione dello svolgimento della prova. Il campione di partecipanti coinvolti nello studio ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Per ciascuno dei doppi compiti inseriti nello studio abbiamo indagato la presenza di costi al passaggio da una condizione di compito singolo, ad una di doppio compito o da una condizione di basso carico cognitivo ad una ad alto carico cognitivo. Dopo aver verificato la presenza di costi significativi, come dimostrato dalla letteratura in merito, si è passati a svolgere le statistiche esplorative per indagare le ipotesi iniziali. Abbiamo svolto delle correlazioni tra ogni costo dei task con l’indice di memoria di lavoro estratto dall’auto-GEMS e, dai risultati, non è emersa alcuna correlazione significativa. Successivamente si sono correlati i costi dei task tra loro, per verificare anche l’ipotesi di multitasking come abilità dominio-generale, e non sono emerse correlazioni significative. Alla luce dei risultati ottenuti è stato concluso che il multitasking non è un’abilità dominio-generale ma dominio-specifica, tuttavia non dipendente dalla memoria di lavoro.

Il dual tasking: abilità dominio-generale o funzione-specifica? Uno studio online

BERTOLETTI, MARTINA
2021/2022

Abstract

La capacità di svolgere più compiti contemporaneamente viene definita “multitasking” e, una delle metodiche con cui viene studiata, è attraverso il paradigma del doppio compito. La letteratura dimostra che le risorse cognitive sono limitate e potenzialmente esauribili, pertanto, compiti di dual-tasking comportano una riduzione delle risorse cognitive disponibili con una conseguente riduzione della performance del soggetto. Nel doppio compito in particolare, la riduzione della performance tra la condizione singola, “single-task” in cui generalmente si ottengono prestazioni migliori, e la condizione doppia definita “dual-task”, in cui la prestazione del soggetto subisce un declino, viene definita “costo”. È stato messo in evidenza che l’interferenza da doppio compito sia correlata con l’età, tuttavia, dalla letteratura sul multitasking non vi è ancora accordo sui costrutti che potrebbero essere alla base di questa abilità. Nel presente studio, svolto interamente online, sono state analizzate due ipotesi alternative. La prima ipotesi indagata considera l’abilità di multitasking dipendente dalla memoria di lavoro mentre la seconda ipotesi analizza il multitasking come funzione dominio-generale indipendente da altri costrutti. I compiti computerizzati inseriti all’interno di questo studio sono rispettivamente: il Cognitive Reserve Index Questionnaire (CRIq) in forma ridotta, il Global Examination of Mental State autosomministrato (auto-GEMS), da cui abbiamo estratto l’indice di memoria di lavoro, un doppio compito mnestico, compreso di un compito di riconoscimento forzato e il Continuous Performance Test (CPT), il Test of Attentional Performance (TAP), il Trail Making Test (TMT) nella versione A e B ed infine un questionario di autovalutazione dello svolgimento della prova. Il campione di partecipanti coinvolti nello studio ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Per ciascuno dei doppi compiti inseriti nello studio abbiamo indagato la presenza di costi al passaggio da una condizione di compito singolo, ad una di doppio compito o da una condizione di basso carico cognitivo ad una ad alto carico cognitivo. Dopo aver verificato la presenza di costi significativi, come dimostrato dalla letteratura in merito, si è passati a svolgere le statistiche esplorative per indagare le ipotesi iniziali. Abbiamo svolto delle correlazioni tra ogni costo dei task con l’indice di memoria di lavoro estratto dall’auto-GEMS e, dai risultati, non è emersa alcuna correlazione significativa. Successivamente si sono correlati i costi dei task tra loro, per verificare anche l’ipotesi di multitasking come abilità dominio-generale, e non sono emerse correlazioni significative. Alla luce dei risultati ottenuti è stato concluso che il multitasking non è un’abilità dominio-generale ma dominio-specifica, tuttavia non dipendente dalla memoria di lavoro.
2021
Dual tasking: general domain ability or specific function? An online study
attenzione divisa
doppio compito
compito online
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