Le evidenze scientifiche presenti in letteratura dimostrano che le risorse cognitive sono limitate, potenzialmente esauribili e suddivisibili tra diversi compiti. La capacità di prestare attenzione a più compiti contemporaneamente viene definita attenzione divisa e può essere studiata utilizzando come procedura sperimentale il paradigma del doppio compito simultaneo. Tale paradigma prevede l’esecuzione di un compito, detto primario, prima in isolamento (single-task) ed in seguito in concomitanza ad un compito secondario, di difficoltà variabile (dual-task). Lo svolgimento di un compito secondario porta il sistema cognitivo al limite delle proprie capacità con un conseguente peggioramento della prestazione, di portata variabile, nella condizione di dual-task rispetto a quella di single-task. Sebbene l’interferenza da doppio compito sia stata ampiamente indagata in relazione all’età, osservando nell’invecchiamento un aumento del costo in dual-task, non si è ugualmente approfondito se, indipendentemente dall’età, differenze intrinseche nel funzionamento cognitivo globale siano correlate a differenze inter-individuali nell’abilità di doppio compito cognitivo-cognitivo. In psicologia sperimentale, risale agli studi psicometrici sulla struttura dell’intelligenza la teorizzazione del fattore di intelligenza generale, denominato “fattore g”, concepito come una sorta di energia mentale responsabile della prestazione cognitiva dell’individuo in qualsiasi compito. Similmente, da una prospettiva neuropsicologica abbiamo voluto indagare se la prestazione a differenti doppi compiti, possa essere sottesa da un fattore generale non tanto di intelligenza bensì di efficienza cognitiva che, al pari del fattore g, interviene in qualsiasi compito, in aggiunta a funzioni cognitive specifiche compito-dipendenti, e ne influenza l’esito. Il primo obiettivo di questo studio è verificare la presenza di costi al passaggio da una condizione di compito singolo ad una di compito doppio o, nel dual-task, dalla condizione di basso carico a quella di alto carico. Il secondo obiettivo è verificare se eventuali costi riscontrati nei dual-task correlino, globalmente o parzialmente, con un indice di funzionamento cognitivo globale. La procedura sperimentale si è svolta interamente online, ha previsto la partecipazione di 106 giovani-adulti e prevedeva le seguenti componenti: versione abbreviata del Cognitive Reserve Index questionnaire (CRIq), auto-Global Examination of Mental State (auto-GEMS), doppio compito mnestico, Test of Attentional Performance (TAP), Trail Making Test nella versione A e B (TMT) ed infine un questionario di autovalutazione dello svolgimento della prova. I risultati mostrano confermano che il testing online è un valido strumento per indagare l’interferenza da doppio compito. Infatti, in tutti i doppi compiti somministrati (fatta eccezione per la condizione visiva del TAP) la condizione di dual-task ha comportato un peggioramento della prestazione rispetto al single-task e, il dual-task con alto carico è risultato più costoso rispetto alla medesima condizione ma con basso carico. In relazione al secondo obiettivo, non è emersa alcuna correlazione, né parziale né totale, tra il funzionamento cognitivo globale e i costi ai doppi compiti stimati. Poiché l’abilità di doppio compito non è risultato essere correlata al funzionamento cognitivo globale, concludiamo che non possa essere spiegata da un fattore di efficienza cognitiva, che, specularmente al “fattore g” per l’intelligenza, sottende i vari doppi compiti

Uno studio a distanza sul dual-tasking: abilità dominio-specifica o risorsa-dipendente?

CENZATO, GIULIA
2021/2022

Abstract

Le evidenze scientifiche presenti in letteratura dimostrano che le risorse cognitive sono limitate, potenzialmente esauribili e suddivisibili tra diversi compiti. La capacità di prestare attenzione a più compiti contemporaneamente viene definita attenzione divisa e può essere studiata utilizzando come procedura sperimentale il paradigma del doppio compito simultaneo. Tale paradigma prevede l’esecuzione di un compito, detto primario, prima in isolamento (single-task) ed in seguito in concomitanza ad un compito secondario, di difficoltà variabile (dual-task). Lo svolgimento di un compito secondario porta il sistema cognitivo al limite delle proprie capacità con un conseguente peggioramento della prestazione, di portata variabile, nella condizione di dual-task rispetto a quella di single-task. Sebbene l’interferenza da doppio compito sia stata ampiamente indagata in relazione all’età, osservando nell’invecchiamento un aumento del costo in dual-task, non si è ugualmente approfondito se, indipendentemente dall’età, differenze intrinseche nel funzionamento cognitivo globale siano correlate a differenze inter-individuali nell’abilità di doppio compito cognitivo-cognitivo. In psicologia sperimentale, risale agli studi psicometrici sulla struttura dell’intelligenza la teorizzazione del fattore di intelligenza generale, denominato “fattore g”, concepito come una sorta di energia mentale responsabile della prestazione cognitiva dell’individuo in qualsiasi compito. Similmente, da una prospettiva neuropsicologica abbiamo voluto indagare se la prestazione a differenti doppi compiti, possa essere sottesa da un fattore generale non tanto di intelligenza bensì di efficienza cognitiva che, al pari del fattore g, interviene in qualsiasi compito, in aggiunta a funzioni cognitive specifiche compito-dipendenti, e ne influenza l’esito. Il primo obiettivo di questo studio è verificare la presenza di costi al passaggio da una condizione di compito singolo ad una di compito doppio o, nel dual-task, dalla condizione di basso carico a quella di alto carico. Il secondo obiettivo è verificare se eventuali costi riscontrati nei dual-task correlino, globalmente o parzialmente, con un indice di funzionamento cognitivo globale. La procedura sperimentale si è svolta interamente online, ha previsto la partecipazione di 106 giovani-adulti e prevedeva le seguenti componenti: versione abbreviata del Cognitive Reserve Index questionnaire (CRIq), auto-Global Examination of Mental State (auto-GEMS), doppio compito mnestico, Test of Attentional Performance (TAP), Trail Making Test nella versione A e B (TMT) ed infine un questionario di autovalutazione dello svolgimento della prova. I risultati mostrano confermano che il testing online è un valido strumento per indagare l’interferenza da doppio compito. Infatti, in tutti i doppi compiti somministrati (fatta eccezione per la condizione visiva del TAP) la condizione di dual-task ha comportato un peggioramento della prestazione rispetto al single-task e, il dual-task con alto carico è risultato più costoso rispetto alla medesima condizione ma con basso carico. In relazione al secondo obiettivo, non è emersa alcuna correlazione, né parziale né totale, tra il funzionamento cognitivo globale e i costi ai doppi compiti stimati. Poiché l’abilità di doppio compito non è risultato essere correlata al funzionamento cognitivo globale, concludiamo che non possa essere spiegata da un fattore di efficienza cognitiva, che, specularmente al “fattore g” per l’intelligenza, sottende i vari doppi compiti
2021
A remote study on dual-tasking: domain-specific ability or resource-dependent?
Dual-tasking
Attenzione divisa
Risorse cognitive
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/32175