Le proteasi virali sono considerate un eccellente bersaglio per lo sviluppo di farmaci antivirali perché essenziali per la replicazione dei virus. Questi enzimi sono per la maggior parte coinvolti nel processo di maturazione dei precursori poliproteici virali tramite proteolisi. E’ quindi fondamentale la presenza di strumenti specifici per rilevare e studiare la loro attività. I recenti saggi sviluppati per lo screening di farmaci antivirali inibitori di proteasi virali sono saggi in vitro, che non tengono conto della permeabilità cellulare e della citotossicità dei composti; altri invece sono basati su dei test che coinvolgono l’utilizzazione di virus vivi attivi che quindi devono essere eseguiti in laboratori di livello 3 o 4. Lo sviluppo della maggior parte dei farmaci antivirali è quindi ostacolato dalla mancanza di saggi basati su cellule che possono essere eseguiti in laboratori di livello 1 o 2. Uno dei strumenti sviluppati per superare questi limiti sono i sensori di proteasi virali basati sul meccanismo della BRET (Bioluminescence Resonance Energy Transfer) che si sono rivelati molto efficaci partcolarmente per lo screening di farmaci anti HIV ma anche e soprattutto per lo screening dei farmaci anti SARS-Cov-2, come vedremo in questo studio. In effetti, come già lo sappiamo, HIV e SARS-Cov-2 sono virus che fanno parte dei patogeni più rilevanti per la sanità globale e per cui ancora non esistono vaccini. In questo elaborato, ci focalizzeremo in un primo momento sul ruolo, ovvero l’attività delle proteasi virali, retropepsina di HIV e 3CL di SARS Cov2 e come questa attività può essere rilevata dai nostri biosensori. Discuteremo poi della capacità dei nostri biosensori a screenare piccole molecole, inibitori di proteasi di cui trattiamo in questo studio per infine, parlare delle altre possibili applicazioni dei nostri biosensori.
SVILUPPO DI SENSORI BRET PER RILEVARE L'ATTIVITA DI PROTEASI VIRALI IN CELLULE
DJOSSOU, ATALIE VERRA-VICTORIA
2021/2022
Abstract
Le proteasi virali sono considerate un eccellente bersaglio per lo sviluppo di farmaci antivirali perché essenziali per la replicazione dei virus. Questi enzimi sono per la maggior parte coinvolti nel processo di maturazione dei precursori poliproteici virali tramite proteolisi. E’ quindi fondamentale la presenza di strumenti specifici per rilevare e studiare la loro attività. I recenti saggi sviluppati per lo screening di farmaci antivirali inibitori di proteasi virali sono saggi in vitro, che non tengono conto della permeabilità cellulare e della citotossicità dei composti; altri invece sono basati su dei test che coinvolgono l’utilizzazione di virus vivi attivi che quindi devono essere eseguiti in laboratori di livello 3 o 4. Lo sviluppo della maggior parte dei farmaci antivirali è quindi ostacolato dalla mancanza di saggi basati su cellule che possono essere eseguiti in laboratori di livello 1 o 2. Uno dei strumenti sviluppati per superare questi limiti sono i sensori di proteasi virali basati sul meccanismo della BRET (Bioluminescence Resonance Energy Transfer) che si sono rivelati molto efficaci partcolarmente per lo screening di farmaci anti HIV ma anche e soprattutto per lo screening dei farmaci anti SARS-Cov-2, come vedremo in questo studio. In effetti, come già lo sappiamo, HIV e SARS-Cov-2 sono virus che fanno parte dei patogeni più rilevanti per la sanità globale e per cui ancora non esistono vaccini. In questo elaborato, ci focalizzeremo in un primo momento sul ruolo, ovvero l’attività delle proteasi virali, retropepsina di HIV e 3CL di SARS Cov2 e come questa attività può essere rilevata dai nostri biosensori. Discuteremo poi della capacità dei nostri biosensori a screenare piccole molecole, inibitori di proteasi di cui trattiamo in questo studio per infine, parlare delle altre possibili applicazioni dei nostri biosensori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/33762