Attraverso la lettura antropologica fornita da M. Mauss sino alla sua radicalizzazione proveniente da J. Derrida, si intravede l’opposizione ma anche l’intreccio dei due autori in merito al tema del dono. In particolare modo, nel Saggio sul dono di M. Mauss, ci viene mostrato come gli individui delle società arcaiche fossero obbligati a donare rendendo quindi il dono non più una pratica libera ma persecutrice di uno scopo morale. Le tesi dell’antropologo Mauss hanno sollecitato una riflessione sociopolitica tutt’ora viva. Negli anni Ottanta è nato un movimento denominato M.A.U.S.S. (movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali), che recupera l’idea di una società costituita da liberi accordi, ma che, nello stesso tempo, determinano rapporti circolari (basati sul dare, ricevere, ricambiare), come avviene nel caso del dono. Cio’ spinge lontana l’idea che la società possa basarsi solo sull’egoismo delle persone intrappolate dentro ad una pesante rete di vincoli, ma al contrario, su una più sottile relazione di spontaneità e di obbligo come quella che si manifesta nel dono. Questo quindi, agira’ come stimolo critico nei confronti della nostra società nel tentativo di chiederci cosa rappresenta oggi il dono ritenendo comunque che esso mantenga ancora salda la sua caratteristica di fondo ovvero, quella di creare e mantenere le relazioni etiche. In questo senso quindi sara’ facile intravederne i presupposti in tutte quelle economie alternative come ad esempio quella tra madre e figlio dove si dona di più di quanto si riceva, ma non per questo ci si sente creditori o debitori.
Il dono: un'alternativa davvero possibile? Dall'apparato teorico all'approccio economico
PRETO, ERIKA
2021/2022
Abstract
Attraverso la lettura antropologica fornita da M. Mauss sino alla sua radicalizzazione proveniente da J. Derrida, si intravede l’opposizione ma anche l’intreccio dei due autori in merito al tema del dono. In particolare modo, nel Saggio sul dono di M. Mauss, ci viene mostrato come gli individui delle società arcaiche fossero obbligati a donare rendendo quindi il dono non più una pratica libera ma persecutrice di uno scopo morale. Le tesi dell’antropologo Mauss hanno sollecitato una riflessione sociopolitica tutt’ora viva. Negli anni Ottanta è nato un movimento denominato M.A.U.S.S. (movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali), che recupera l’idea di una società costituita da liberi accordi, ma che, nello stesso tempo, determinano rapporti circolari (basati sul dare, ricevere, ricambiare), come avviene nel caso del dono. Cio’ spinge lontana l’idea che la società possa basarsi solo sull’egoismo delle persone intrappolate dentro ad una pesante rete di vincoli, ma al contrario, su una più sottile relazione di spontaneità e di obbligo come quella che si manifesta nel dono. Questo quindi, agira’ come stimolo critico nei confronti della nostra società nel tentativo di chiederci cosa rappresenta oggi il dono ritenendo comunque che esso mantenga ancora salda la sua caratteristica di fondo ovvero, quella di creare e mantenere le relazioni etiche. In questo senso quindi sara’ facile intravederne i presupposti in tutte quelle economie alternative come ad esempio quella tra madre e figlio dove si dona di più di quanto si riceva, ma non per questo ci si sente creditori o debitori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/35891