Giunta al termine di questo mio percorso universitario di studi magistrale, ho voluto incentrare il mio elaborato finale sull’inclusione scolastica. Dopo diversi anni dalla nascita del modello dell’inclusione, si può sostenere che oggigiorno ci sia ancora molta strada da fare. Il concetto di inclusione, nella sua accezione più generale, riguarda l’assicurarsi che tutti i contesti siano in grado di garantire ad ogni persona, vista come soggetto unico, originale e irripetibile, la piena partecipazione attiva alla vita sociale e civile. Quindi, in una didattica di tipo inclusivo, ci si focalizza sulla valorizzazione dei diversi talenti che rendono unici gli alunni, poiché la differenza viene vista come opportunità e risorsa, non come ostacolo. Ad esempio, strumenti come l’Index for Inclusion e la Convezione Onu hanno come obiettivo l’inclusione, cercando di eliminare, ridurre o rimuovere tutte quelle barriere ed ostacoli che limitano la partecipazione e l’apprendimento. Dunque, rendere un servizio accessibile significa garantire a tutte le persone la stessa opportunità e possibilità di scegliere, affinché ciascuno possa fare davvero ciò che desidera. Questo aspetto va sottolineato perché, ad esempio, alcune persone sono costrette a scegliere tra le possibilità che gli vengono offerte, ma essi in realtà devono adattarsi a ciò che gli è stato proposto senza avere effettivamente scelto ciò che davvero desideravano. Anche nel mondo della scuola si dovrebbero garantire a tutti gli studenti pari opportunità e l’insegnate improvvisatore è quella figura che, facendo suo questo ideale, cerca di trovare diversi metodi e strategie per far emergere e valorizzare i talenti di tutti i suoi alunni. L’idea di portare in tesi quest’argomento è nata dal fatto che questo tema mi è sempre stato molto a cuore, in modo particolare perché ho avuto la possibilità di vivere un’esperienza lavorativa presso la scuola dell’infanzia del mio paese, dove ho svolto per un intero anno scolastico, l’incarico come insegnate di sostegno, nel corso del quale ho potuto mettere le mani in pasta e sperimentare cosa significa fare inclusione. Il mio lavoro di tesi è stato sviluppato partendo dall’acronimo A.C.C.O.G.L.I.E.R.E. da cui ho ricavato alcuni ingredienti necessari per una buona prassi inclusiva. Per ciascuna di queste parole ho spiegato e analizzato il singolo concetto agganciandolo alla letteratura di riferimento abbinandolo a delle strategie e/o tecniche didattiche specifiche da poter realizzare concretamente.
A.C.C.O.G.L.I.E.R.E.: TUTTI BENVENUTI, NESSUNO ESCLUSO.
SACCOMAN, MARTINA
2021/2022
Abstract
Giunta al termine di questo mio percorso universitario di studi magistrale, ho voluto incentrare il mio elaborato finale sull’inclusione scolastica. Dopo diversi anni dalla nascita del modello dell’inclusione, si può sostenere che oggigiorno ci sia ancora molta strada da fare. Il concetto di inclusione, nella sua accezione più generale, riguarda l’assicurarsi che tutti i contesti siano in grado di garantire ad ogni persona, vista come soggetto unico, originale e irripetibile, la piena partecipazione attiva alla vita sociale e civile. Quindi, in una didattica di tipo inclusivo, ci si focalizza sulla valorizzazione dei diversi talenti che rendono unici gli alunni, poiché la differenza viene vista come opportunità e risorsa, non come ostacolo. Ad esempio, strumenti come l’Index for Inclusion e la Convezione Onu hanno come obiettivo l’inclusione, cercando di eliminare, ridurre o rimuovere tutte quelle barriere ed ostacoli che limitano la partecipazione e l’apprendimento. Dunque, rendere un servizio accessibile significa garantire a tutte le persone la stessa opportunità e possibilità di scegliere, affinché ciascuno possa fare davvero ciò che desidera. Questo aspetto va sottolineato perché, ad esempio, alcune persone sono costrette a scegliere tra le possibilità che gli vengono offerte, ma essi in realtà devono adattarsi a ciò che gli è stato proposto senza avere effettivamente scelto ciò che davvero desideravano. Anche nel mondo della scuola si dovrebbero garantire a tutti gli studenti pari opportunità e l’insegnate improvvisatore è quella figura che, facendo suo questo ideale, cerca di trovare diversi metodi e strategie per far emergere e valorizzare i talenti di tutti i suoi alunni. L’idea di portare in tesi quest’argomento è nata dal fatto che questo tema mi è sempre stato molto a cuore, in modo particolare perché ho avuto la possibilità di vivere un’esperienza lavorativa presso la scuola dell’infanzia del mio paese, dove ho svolto per un intero anno scolastico, l’incarico come insegnate di sostegno, nel corso del quale ho potuto mettere le mani in pasta e sperimentare cosa significa fare inclusione. Il mio lavoro di tesi è stato sviluppato partendo dall’acronimo A.C.C.O.G.L.I.E.R.E. da cui ho ricavato alcuni ingredienti necessari per una buona prassi inclusiva. Per ciascuna di queste parole ho spiegato e analizzato il singolo concetto agganciandolo alla letteratura di riferimento abbinandolo a delle strategie e/o tecniche didattiche specifiche da poter realizzare concretamente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/35895