Con il presente studio ci prefiggiamo lo scopo di eseguire un’indagine che, partendo dalla visione di incarnazione (embodiment) instaurata dalla fenomenologia, permetta di osservare il rapporto tra l’esistenza umana e la virtualità, la quale si rende sempre più autonoma dalla finalità strumentale. Questa osservazione non è posta né in senso distruttivo, né avallando ciecamente l’intenzione possibilista (e spesso transumanista) con la quale queste potenzialità tendono ad essere sfruttate oggigiorno, in un contesto storico che non può più essere definito post-modernità, ma che si avvicina vorticosamente ad un punto di non ritorno nella ibridazione di corpo e macchina. Quanto viene proposto è un interrogativo che vuole smuovere, più che ottenere risposta: vivendo l’esperienza come corporalmente situata in un ambiente denso di significati scaturiti dalla carne vivente stessa, come ci inseriamo in ambienti virtuali (dalla comunicazione mediata dai computer ai virtual enviroment) che non mantengono le qualità dell’esperienza corporea nel mondo quotidiano? Adottare l'ottica fenomenologica dell'embodiment ci consente di non scivolare nel dualismo stretto mente-corpo e questo può aiutare a sondare la realtà in oggetto in maniera critica da un altro punto di vista.
Corporeità e virtualità: questioni fondative ed intrecci possibili
CASTELLAN, ENRICO
2021/2022
Abstract
Con il presente studio ci prefiggiamo lo scopo di eseguire un’indagine che, partendo dalla visione di incarnazione (embodiment) instaurata dalla fenomenologia, permetta di osservare il rapporto tra l’esistenza umana e la virtualità, la quale si rende sempre più autonoma dalla finalità strumentale. Questa osservazione non è posta né in senso distruttivo, né avallando ciecamente l’intenzione possibilista (e spesso transumanista) con la quale queste potenzialità tendono ad essere sfruttate oggigiorno, in un contesto storico che non può più essere definito post-modernità, ma che si avvicina vorticosamente ad un punto di non ritorno nella ibridazione di corpo e macchina. Quanto viene proposto è un interrogativo che vuole smuovere, più che ottenere risposta: vivendo l’esperienza come corporalmente situata in un ambiente denso di significati scaturiti dalla carne vivente stessa, come ci inseriamo in ambienti virtuali (dalla comunicazione mediata dai computer ai virtual enviroment) che non mantengono le qualità dell’esperienza corporea nel mondo quotidiano? Adottare l'ottica fenomenologica dell'embodiment ci consente di non scivolare nel dualismo stretto mente-corpo e questo può aiutare a sondare la realtà in oggetto in maniera critica da un altro punto di vista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/36225