Nel 2013, in Veneto, è stato portato alla luce un terribile scenario ambientale, in cui uno stabilimento della provincia di Vicenza (RIMAR-MITENI di Trissino) si è reso protagonista della contaminazione di una delle falde acquifere sotterranee più estese d’Europa. Gli inquinanti interessati sono i PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, prodotte a livello industriale e commerciale, che tendono non solo a bio-accumularsi nell’organismo umano attraverso il consumo di acqua e cibo contaminati, ma vengono anche trasferite al feto tramite la placenta e al neonato con l’allattamento, associandosi di frequente a problematiche fisiche (come ipercolesterolemia, pre-eclampsie, malattie tiroidee) e psicologiche (come difficoltà attentive e comportamentali). I comuni nell’area di massima esposizione (denominata “Zona Rossa”) sono stati suddivisi dall’ARPAV in Area Rossa A e B e diverse altre azioni della regione sono state proposte per cercare di monitorare e limitare, per quanto possibile, l’impatto dell’avvenuto inquinamento. Il presente lavoro di tesi si inserisce all’interno del Progetto TEDDY CHILD (acronimo di “Tracing the Environmental Determinants of the Development of Your Child”), progetto pilota del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università degli Studi di Padova, svoltosi dal mese di marzo al mese di giugno 2021. Esso si propone di indagare l’esistenza di una possibile associazione fra PFAS e sviluppo dei bambini delle aree maggiormente esposte, con età compresa fra i 6 e i 13 anni. Nello specifico si sono esaminati i principali fattori di rischio connessi all’esposizione precoce a queste sostanze (consumo di acqua di rubinetto, residenzialità alla nascita, residenza in Zona rossa A o B e allattamento) e i risultati del questionario SDQ con l’intento di verificare l’esistenza di eventuali associazioni fra inquinamento e difficoltà evolutive, in particolare relative a iperattività, sintomi emotivi, problemi di condotta e problemi con i pari (punteggio di difficoltà totale SDQ). Infine, intendendo muoversi all’interno di un paradigma ecologico, si sono considerate diverse variabili socio-demografiche e familiari (fra cui educazione della madre, lavoro genitoriale, stress genitoriale, supporto sociale percepito) che, interagendo con il contributo dell’ambiente fisico, giocano un ruolo fondamentale nel modulare le traiettorie evolutive, indirizzandole verso percorsi di maggiore vulnerabilità o resilienza.

Valutazione del ruolo dell’inquinamento da PFAS e dell’ambiente familiare sullo sviluppo: il progetto TEDDY Child

LUPO, ALICE
2021/2022

Abstract

Nel 2013, in Veneto, è stato portato alla luce un terribile scenario ambientale, in cui uno stabilimento della provincia di Vicenza (RIMAR-MITENI di Trissino) si è reso protagonista della contaminazione di una delle falde acquifere sotterranee più estese d’Europa. Gli inquinanti interessati sono i PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, prodotte a livello industriale e commerciale, che tendono non solo a bio-accumularsi nell’organismo umano attraverso il consumo di acqua e cibo contaminati, ma vengono anche trasferite al feto tramite la placenta e al neonato con l’allattamento, associandosi di frequente a problematiche fisiche (come ipercolesterolemia, pre-eclampsie, malattie tiroidee) e psicologiche (come difficoltà attentive e comportamentali). I comuni nell’area di massima esposizione (denominata “Zona Rossa”) sono stati suddivisi dall’ARPAV in Area Rossa A e B e diverse altre azioni della regione sono state proposte per cercare di monitorare e limitare, per quanto possibile, l’impatto dell’avvenuto inquinamento. Il presente lavoro di tesi si inserisce all’interno del Progetto TEDDY CHILD (acronimo di “Tracing the Environmental Determinants of the Development of Your Child”), progetto pilota del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università degli Studi di Padova, svoltosi dal mese di marzo al mese di giugno 2021. Esso si propone di indagare l’esistenza di una possibile associazione fra PFAS e sviluppo dei bambini delle aree maggiormente esposte, con età compresa fra i 6 e i 13 anni. Nello specifico si sono esaminati i principali fattori di rischio connessi all’esposizione precoce a queste sostanze (consumo di acqua di rubinetto, residenzialità alla nascita, residenza in Zona rossa A o B e allattamento) e i risultati del questionario SDQ con l’intento di verificare l’esistenza di eventuali associazioni fra inquinamento e difficoltà evolutive, in particolare relative a iperattività, sintomi emotivi, problemi di condotta e problemi con i pari (punteggio di difficoltà totale SDQ). Infine, intendendo muoversi all’interno di un paradigma ecologico, si sono considerate diverse variabili socio-demografiche e familiari (fra cui educazione della madre, lavoro genitoriale, stress genitoriale, supporto sociale percepito) che, interagendo con il contributo dell’ambiente fisico, giocano un ruolo fondamentale nel modulare le traiettorie evolutive, indirizzandole verso percorsi di maggiore vulnerabilità o resilienza.
2021
Assessment of the role of PFAS pollution and family environment on development: the TEDDY Child project
Sviluppo
Ambiente
Inquinamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/36253