La compassione è da sempre considerata nelle differenti religioni una delle virtù più auspicabili, in modo particolare nella concettualizzazione buddista, ma è solo negli ultimi trent’anni che si è iniziato a studiarla anche da un punto di vista scientifico. Definita come il sentirsi toccati dalla sofferenza altrui unito al desiderio di alleviarla, è facile che insorga verso persone a noi vicine, come parenti o amici. La vera sfida della compassione consiste proprio nel generalizzare questo sentimento di cura e aiuto anche verso estranei o persone percepite negativamente, come coloro che compiono delle trasgressioni o violano delle norme. Tuttavia, studi recenti sembrano disconfermare questa idea, in quanto è stato evidenziato come gli individui molto compassionevoli a livello disposizionale manifestano minori reazioni emotive e prosociali verso un trasgressore in stato di sofferenza. Il primo obiettivo dello studio presentato in questa tesi è quindi quello testare se i risultati sopra citati siano replicabili. Nello specifico, si ipotizza che le persone che sono più disposizionalmente compassionevoli manifestino minori reazioni compassionevoli quando un target in stato di sofferenza che si comporta negativamente (vs. positivamente) compie una trasgressione di Care (danno al benessere comune) rispetto a una trasgressione di Fairness. Inoltre, ci si propone di testare l’ipotesi che questo accada perché le persone molto compassionevoli percepiscono una trasgressione di Care come più dannosa per il benessere comune/la società. Per finire, si vuole indagare anche un secondo obiettivo relativo all’influenza delle caratteristiche morali del target sulla percezione del suo dolore fisico ed emotivo. I risultati mostrano un’assenza di interazione significativa tra le tre variabili suggerendo che la differente attitudine degli individui ad essere compassionevoli verso gli altri non altera le reazioni compassionevoli provate nei confronti del target. In aggiunta, all’aumentare della compassione disposizionale la percezione che il target minacci il benessere della società diminuisce. Per quanto riguarda, invece, la percezione del dolore fisico ed emotivo i risultati mettono in evidenza un effetto significativo delle caratteristiche morali del target solo relativamente al dolore emotivo, tale per cui vengono attribuiti minori livelli di dolore al target che si comporta immoralmente trasgredendo una norma di Care.
La virtù della Compassione: reazioni compassionevoli per trasgressori morali in stato di sofferenza e la percezione del loro dolore
MECCHIA, ALESSIA
2021/2022
Abstract
La compassione è da sempre considerata nelle differenti religioni una delle virtù più auspicabili, in modo particolare nella concettualizzazione buddista, ma è solo negli ultimi trent’anni che si è iniziato a studiarla anche da un punto di vista scientifico. Definita come il sentirsi toccati dalla sofferenza altrui unito al desiderio di alleviarla, è facile che insorga verso persone a noi vicine, come parenti o amici. La vera sfida della compassione consiste proprio nel generalizzare questo sentimento di cura e aiuto anche verso estranei o persone percepite negativamente, come coloro che compiono delle trasgressioni o violano delle norme. Tuttavia, studi recenti sembrano disconfermare questa idea, in quanto è stato evidenziato come gli individui molto compassionevoli a livello disposizionale manifestano minori reazioni emotive e prosociali verso un trasgressore in stato di sofferenza. Il primo obiettivo dello studio presentato in questa tesi è quindi quello testare se i risultati sopra citati siano replicabili. Nello specifico, si ipotizza che le persone che sono più disposizionalmente compassionevoli manifestino minori reazioni compassionevoli quando un target in stato di sofferenza che si comporta negativamente (vs. positivamente) compie una trasgressione di Care (danno al benessere comune) rispetto a una trasgressione di Fairness. Inoltre, ci si propone di testare l’ipotesi che questo accada perché le persone molto compassionevoli percepiscono una trasgressione di Care come più dannosa per il benessere comune/la società. Per finire, si vuole indagare anche un secondo obiettivo relativo all’influenza delle caratteristiche morali del target sulla percezione del suo dolore fisico ed emotivo. I risultati mostrano un’assenza di interazione significativa tra le tre variabili suggerendo che la differente attitudine degli individui ad essere compassionevoli verso gli altri non altera le reazioni compassionevoli provate nei confronti del target. In aggiunta, all’aumentare della compassione disposizionale la percezione che il target minacci il benessere della società diminuisce. Per quanto riguarda, invece, la percezione del dolore fisico ed emotivo i risultati mettono in evidenza un effetto significativo delle caratteristiche morali del target solo relativamente al dolore emotivo, tale per cui vengono attribuiti minori livelli di dolore al target che si comporta immoralmente trasgredendo una norma di Care.File | Dimensione | Formato | |
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