Il progetto riabilitativo, a partire dal quale sono state poi svolte le analisi per il presente elaborato, consiste in un training cognitivo volto al potenziamento delle funzioni esecutive attraverso l’utilizzo di un dispositivo (visore di realtà virtuale immersiva). Il progetto include 22 pazienti con diagnosi di PD-MCI e 27 controlli sani HC appaiati per età e scolarità. Tutti i partecipanti sono stati coinvolti in un trattamento di 12 sedute (per una durata totale di 4 settimane) di 30 minuti ciascuna, da svolgere 3 volte a settimana presso la loro abitazione. Il training consiste in una stimolazione delle funzioni esecutive effettuata tramite lo svolgimento di esercizi che richiamano fortemente attività di vita quotidiana (Planning, Shifting e Updating). I partecipanti sono stati suddivisi non solo in base al Gruppo di appartenenza (PD vs. HC), ma anche in riferimento alla Condizione sperimentale a cui venivano assegnati in maniera casuale [Training Cognitivo (TR) vs. Placebo (PL)]. Nello specifico, il presente elaborato indaga l’effetto “indiretto” che il training cognitivo ha sui sintomi neuropsichiatrici e sulla qualità di vita, entrambi indagati tramite l’utilizzo di questionari autocompilati dai partecipanti, che andavano ad indagare la presenza di apatia (AES), sintomi depressivi (BDI-II), ansia di stato e di tratto (STAI-Y1 e Y2), qualità di vita nell’anziano (OPQOL-35); inoltre nei pazienti PD, sono state indagate l’impatto della malattia sulla qualità di vita (PDQ-39), la funzionalità nella vita quotidiana (ADL e IADL) e come i deficit cognitivi interferiscono nella funzionalità dei pazienti stessi (PD-CFRS). Il principale risultato emerso dalle analisi è una diminuzione dei punteggi relativi alla scala dell’apatia (AES) nei pazienti con PD, tra pre e post trattamento. Questo risultato, seppur non statisticamente significativo alle analisi post hoc, mostra come vi sia un forte trend per una riduzione della sintomatologia apatica nei pazienti PD a seguito della partecipazione al training, indipendentemente dalla Condizione sperimentale (TR vs. PL). Per quanto riguarda l’effetto del training su sintomi legati a depressione e ansia di stato/tratto, valutati rispettivamente con le scale BDI-II e STAI-Y1/Y2, le analisi non hanno portato a risultati statisticamente significativi. Tuttavia, l’analisi ha permesso di confermare i dati presenti in letteratura secondo cui questi sintomi neuropsichiatrici sono maggiormente presenti nei pazienti con PD rispetto a controlli sani. Anche relativamente alle scale utilizzate per la valutazione della qualità di vita (OPQOL- 35 e PDQ-39) e per le abilità funzionali di vita quotidiana (ADL, IADL e PD-CFRS) non sono emersi risultati statisticamente significativi tra pre e post trattamento. Le analisi hanno però nuovamente confermato che la qualità di vita nei pazienti con PD è peggiore rispetto ai controlli sani HC. È possibile quindi concludere che la sola partecipazione ad un programma di stimolazione cognitiva possa avere degli effetti benefici sulla sintomatologia apatica dei pazienti con PD. Al contrario, per ottenere un miglioramento degli altri sintomi neuropsichiatrici e della qualità di vita potrebbe essere necessario un training più intensivo o un training che includa anche un potenziamento degli aspetti motori, che spesso incidono in modo significativo sulla disabilità nei pazienti con PD.

L’impatto di un training cognitivo di realtà virtuale sulla qualità di vita e sui sintomi neuropsichiatrici nella malattia di Parkinson

MARGHERI, VIOLA
2021/2022

Abstract

Il progetto riabilitativo, a partire dal quale sono state poi svolte le analisi per il presente elaborato, consiste in un training cognitivo volto al potenziamento delle funzioni esecutive attraverso l’utilizzo di un dispositivo (visore di realtà virtuale immersiva). Il progetto include 22 pazienti con diagnosi di PD-MCI e 27 controlli sani HC appaiati per età e scolarità. Tutti i partecipanti sono stati coinvolti in un trattamento di 12 sedute (per una durata totale di 4 settimane) di 30 minuti ciascuna, da svolgere 3 volte a settimana presso la loro abitazione. Il training consiste in una stimolazione delle funzioni esecutive effettuata tramite lo svolgimento di esercizi che richiamano fortemente attività di vita quotidiana (Planning, Shifting e Updating). I partecipanti sono stati suddivisi non solo in base al Gruppo di appartenenza (PD vs. HC), ma anche in riferimento alla Condizione sperimentale a cui venivano assegnati in maniera casuale [Training Cognitivo (TR) vs. Placebo (PL)]. Nello specifico, il presente elaborato indaga l’effetto “indiretto” che il training cognitivo ha sui sintomi neuropsichiatrici e sulla qualità di vita, entrambi indagati tramite l’utilizzo di questionari autocompilati dai partecipanti, che andavano ad indagare la presenza di apatia (AES), sintomi depressivi (BDI-II), ansia di stato e di tratto (STAI-Y1 e Y2), qualità di vita nell’anziano (OPQOL-35); inoltre nei pazienti PD, sono state indagate l’impatto della malattia sulla qualità di vita (PDQ-39), la funzionalità nella vita quotidiana (ADL e IADL) e come i deficit cognitivi interferiscono nella funzionalità dei pazienti stessi (PD-CFRS). Il principale risultato emerso dalle analisi è una diminuzione dei punteggi relativi alla scala dell’apatia (AES) nei pazienti con PD, tra pre e post trattamento. Questo risultato, seppur non statisticamente significativo alle analisi post hoc, mostra come vi sia un forte trend per una riduzione della sintomatologia apatica nei pazienti PD a seguito della partecipazione al training, indipendentemente dalla Condizione sperimentale (TR vs. PL). Per quanto riguarda l’effetto del training su sintomi legati a depressione e ansia di stato/tratto, valutati rispettivamente con le scale BDI-II e STAI-Y1/Y2, le analisi non hanno portato a risultati statisticamente significativi. Tuttavia, l’analisi ha permesso di confermare i dati presenti in letteratura secondo cui questi sintomi neuropsichiatrici sono maggiormente presenti nei pazienti con PD rispetto a controlli sani. Anche relativamente alle scale utilizzate per la valutazione della qualità di vita (OPQOL- 35 e PDQ-39) e per le abilità funzionali di vita quotidiana (ADL, IADL e PD-CFRS) non sono emersi risultati statisticamente significativi tra pre e post trattamento. Le analisi hanno però nuovamente confermato che la qualità di vita nei pazienti con PD è peggiore rispetto ai controlli sani HC. È possibile quindi concludere che la sola partecipazione ad un programma di stimolazione cognitiva possa avere degli effetti benefici sulla sintomatologia apatica dei pazienti con PD. Al contrario, per ottenere un miglioramento degli altri sintomi neuropsichiatrici e della qualità di vita potrebbe essere necessario un training più intensivo o un training che includa anche un potenziamento degli aspetti motori, che spesso incidono in modo significativo sulla disabilità nei pazienti con PD.
2021
The impact of virtual reality cognitive training on quality of life and neuropsychiatric symptoms in Parkinson's disease
Parkinson
Neuropsichiatria
Qualità di vita
Realtà virtuale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/37263