La capacità di svolgere più compiti contemporaneamente, ovvero il multitasking, è uno degli aspetti più interessanti del sistema cognitivo umano. Numerosi studi presenti in letteratura hanno cercato di indagare questo fenomeno attraverso il paradigma del doppio compito, in cui viene misurata la prestazione del partecipante a un compito primario svolto singolarmente (condizione di single-task), e poi la sua prestazione mentre svolge contemporaneamente il compito primario e un compito secondario (condizione di dual-task). Dai risultati di questi studi emerge che l’esecuzione simultanea di due compiti causa un peggioramento della performance in uno o entrambi i compiti, che può presentarsi sia con un decremento dell’accuratezza, sia con un aumento dei tempi di reazione. Alcuni studi, inoltre, si sono concentrati sul cambiamento che caratterizza le abilità di multitasking durante l’invecchiamento, mostrando un declino della performance con l’aumentare dell’età. Un altro aspetto interessante che è stato ampiamente indagato in letteratura riguarda l’esistenza di alcune funzioni cognitive in grado di predire la performance in compiti di multitasking come, ad esempio, la memoria di lavoro. Il nostro studio è stato svolto interamente online, su un campione di 201 partecipanti con un’età compresa tra i 50 e i 75 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati tre differenti doppi compiti in versione computerizzata: il Test of Attentional Performance (TAP), il Trail Making Test nella versione A e B (TMT) e un doppio compito mnestico con stimoli uditivi e visivi. Inoltre, il nostro studio includeva anche il Cognitive Reserve Index Questionnaire (CRIq), utilizzato per misurare la riserva cognitiva, una versione autosomministrata del Global Examination of Mental State (auto-GEMS), ovvero un breve test di screening del funzionamento cognitivo globale, e un questionario di autovalutazione dello svolgimento della prova. Il primo obiettivo del nostro studio è verificare la presenza di un costo nel passare da una condizione di compito singolo a una condizione di doppio compito, replicando le analisi svolte su un campione di partecipanti dai 18 ai 30 anni in una fase precedente della ricerca, in cui sono stati utilizzati gli stessi compiti. Il secondo obiettivo, invece, è quello di indagare quali possano essere le funzioni o i costrutti cognitivi alla base del multitasking; in particolare, abbiamo voluto verificare l’esistenza di una relazione tra le prestazioni in compiti di multitasking e tre possibili predittori, ovvero la memoria di lavoro, la riserva cognitiva e il punteggio all’auto-GEMS, rappresentativo del funzionamento cognitivo globale. Per quanto riguarda il primo obiettivo, i risultati ottenuti sono in linea con la letteratura, in quanto è stato osservato un costo derivante dal doppio compito in quasi tutti i task utilizzati, ad eccezione della condizione visiva del TAP. Dalle analisi svolte per verificare il secondo obiettivo, invece, è emersa una sola correlazione significativa per la memoria di lavoro, e nessuna correlazione significativa per quanto riguarda il funzionamento cognitivo globale e la riserva cognitiva. Le implicazioni di questi risultati verranno discusse nell’ultimo capitolo del presente elaborato, in cui verranno messi in evidenza anche i limiti del nostro studio.

La riserva cognitiva e il funzionamento cognitivo globale come possibili predittori delle abilità di multitasking: uno studio online

FLORIS, MARIKA
2021/2022

Abstract

La capacità di svolgere più compiti contemporaneamente, ovvero il multitasking, è uno degli aspetti più interessanti del sistema cognitivo umano. Numerosi studi presenti in letteratura hanno cercato di indagare questo fenomeno attraverso il paradigma del doppio compito, in cui viene misurata la prestazione del partecipante a un compito primario svolto singolarmente (condizione di single-task), e poi la sua prestazione mentre svolge contemporaneamente il compito primario e un compito secondario (condizione di dual-task). Dai risultati di questi studi emerge che l’esecuzione simultanea di due compiti causa un peggioramento della performance in uno o entrambi i compiti, che può presentarsi sia con un decremento dell’accuratezza, sia con un aumento dei tempi di reazione. Alcuni studi, inoltre, si sono concentrati sul cambiamento che caratterizza le abilità di multitasking durante l’invecchiamento, mostrando un declino della performance con l’aumentare dell’età. Un altro aspetto interessante che è stato ampiamente indagato in letteratura riguarda l’esistenza di alcune funzioni cognitive in grado di predire la performance in compiti di multitasking come, ad esempio, la memoria di lavoro. Il nostro studio è stato svolto interamente online, su un campione di 201 partecipanti con un’età compresa tra i 50 e i 75 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati tre differenti doppi compiti in versione computerizzata: il Test of Attentional Performance (TAP), il Trail Making Test nella versione A e B (TMT) e un doppio compito mnestico con stimoli uditivi e visivi. Inoltre, il nostro studio includeva anche il Cognitive Reserve Index Questionnaire (CRIq), utilizzato per misurare la riserva cognitiva, una versione autosomministrata del Global Examination of Mental State (auto-GEMS), ovvero un breve test di screening del funzionamento cognitivo globale, e un questionario di autovalutazione dello svolgimento della prova. Il primo obiettivo del nostro studio è verificare la presenza di un costo nel passare da una condizione di compito singolo a una condizione di doppio compito, replicando le analisi svolte su un campione di partecipanti dai 18 ai 30 anni in una fase precedente della ricerca, in cui sono stati utilizzati gli stessi compiti. Il secondo obiettivo, invece, è quello di indagare quali possano essere le funzioni o i costrutti cognitivi alla base del multitasking; in particolare, abbiamo voluto verificare l’esistenza di una relazione tra le prestazioni in compiti di multitasking e tre possibili predittori, ovvero la memoria di lavoro, la riserva cognitiva e il punteggio all’auto-GEMS, rappresentativo del funzionamento cognitivo globale. Per quanto riguarda il primo obiettivo, i risultati ottenuti sono in linea con la letteratura, in quanto è stato osservato un costo derivante dal doppio compito in quasi tutti i task utilizzati, ad eccezione della condizione visiva del TAP. Dalle analisi svolte per verificare il secondo obiettivo, invece, è emersa una sola correlazione significativa per la memoria di lavoro, e nessuna correlazione significativa per quanto riguarda il funzionamento cognitivo globale e la riserva cognitiva. Le implicazioni di questi risultati verranno discusse nell’ultimo capitolo del presente elaborato, in cui verranno messi in evidenza anche i limiti del nostro studio.
2021
Cognitive reserve and global cognitive functioning as possible predictors of multitasking abilities: an online study
Multitasking
Riserva cognitiva
Screening cognitivo
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