The first studies on the visuo-proprioceptive effects of sensory-motor adaptation, through prismatic lenses, date back to the end of the 19th century. Nevertheless, it is only recently, starting with the seminal study by Rossetti et al. (1998), that prismatic adaptation has become the object of research for the rehabilitation of a highly disabling neuropsychological disorder: neglect. The rehabilitation of neglect through prismatic adaptation has several advantages: it is easy to apply, sustainable by most patients, relatively inexpensive, and non-invasive. To date, however, the proofs in favor of the efficacy of this treatment in improving neglect symptoms are inconsistent and sometimes contradictory. Therefore, it appears necessary to have a clearer framework of how prismatic adaptation works and how effective it is, which may, in turn, justify or not its current widespread use in the clinical setting. To this end, we considered findings from single studies, reviews, and meta-analyses on prismatic adaptation, in both experimental and applied settings. We have underlined the limitations and strengths of currently used protocols, in the light of recent theoretical models, to guide future research on prismatic adaptation towards new solutions.

I primi studi sugli effetti visuo-propriocettivi dell’adattamento senso-motorio, tramite l’utilizzo di lenti prismatiche, risalgono alla fine del XIX secolo. Tuttavia, solo recentemente, a partire dai risultati promettenti dello studio di Rossetti et al. (1998), l’adattamento prismatico è diventato oggetto della ricerca per la riabilitazione di un disturbo neuropsicologico altamente invalidante: il neglect. Il trattamento con adattamento prismatico per la riabilitazione del neglect ha diversi vantaggi: è facile da applicare, sostenibile dalla maggior parte dei pazienti, relativamente poco costoso e non invasivo. Ad oggi, però, le evidenze a favore dell’efficacia di questo trattamento, nel migliorare i sintomi del neglect, sono poco consistenti e a volte contraddittorie. Pertanto, appare necessario avere un quadro più chiaro sul funzionamento e sull’efficacia dell’adattamento prismatico che possa giustificare o meno il largo uso che attualmente se ne fa in ambito clinico. A questo proposito, sono stati presi in considerazione i risultati provenienti da studi singoli, rassegne e metanalisi sull’adattamento prismatico, in ambito sia sperimentale sia applicativo. Sono stati, quindi, evidenziati i limiti e le potenzialità dei protocolli attualmente in uso alla luce di recenti modelli teorici, per indirizzare la ricerca futura sull’adattamento prismatico, verso soluzioni nuove.

Potenzialità e limiti dell'uso dei prismi ottici nella riabilitazione del neglect.

LIVOTI, VINCENZO
2021/2022

Abstract

The first studies on the visuo-proprioceptive effects of sensory-motor adaptation, through prismatic lenses, date back to the end of the 19th century. Nevertheless, it is only recently, starting with the seminal study by Rossetti et al. (1998), that prismatic adaptation has become the object of research for the rehabilitation of a highly disabling neuropsychological disorder: neglect. The rehabilitation of neglect through prismatic adaptation has several advantages: it is easy to apply, sustainable by most patients, relatively inexpensive, and non-invasive. To date, however, the proofs in favor of the efficacy of this treatment in improving neglect symptoms are inconsistent and sometimes contradictory. Therefore, it appears necessary to have a clearer framework of how prismatic adaptation works and how effective it is, which may, in turn, justify or not its current widespread use in the clinical setting. To this end, we considered findings from single studies, reviews, and meta-analyses on prismatic adaptation, in both experimental and applied settings. We have underlined the limitations and strengths of currently used protocols, in the light of recent theoretical models, to guide future research on prismatic adaptation towards new solutions.
2021
Strengths and limitations of the use of optical prisms in the rehabilitation of neglect.
I primi studi sugli effetti visuo-propriocettivi dell’adattamento senso-motorio, tramite l’utilizzo di lenti prismatiche, risalgono alla fine del XIX secolo. Tuttavia, solo recentemente, a partire dai risultati promettenti dello studio di Rossetti et al. (1998), l’adattamento prismatico è diventato oggetto della ricerca per la riabilitazione di un disturbo neuropsicologico altamente invalidante: il neglect. Il trattamento con adattamento prismatico per la riabilitazione del neglect ha diversi vantaggi: è facile da applicare, sostenibile dalla maggior parte dei pazienti, relativamente poco costoso e non invasivo. Ad oggi, però, le evidenze a favore dell’efficacia di questo trattamento, nel migliorare i sintomi del neglect, sono poco consistenti e a volte contraddittorie. Pertanto, appare necessario avere un quadro più chiaro sul funzionamento e sull’efficacia dell’adattamento prismatico che possa giustificare o meno il largo uso che attualmente se ne fa in ambito clinico. A questo proposito, sono stati presi in considerazione i risultati provenienti da studi singoli, rassegne e metanalisi sull’adattamento prismatico, in ambito sia sperimentale sia applicativo. Sono stati, quindi, evidenziati i limiti e le potenzialità dei protocolli attualmente in uso alla luce di recenti modelli teorici, per indirizzare la ricerca futura sull’adattamento prismatico, verso soluzioni nuove.
Prismi
Adattamento
Neglect
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/38471