Verifica dell'affidabilità di un indice di mobilità facciale tramite OpenFace per l'applicazione nella patologia del morbo di Parkinson

Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa caratterizzata da disturbi motori e non-motori, un sintomo presente già nelle fasi iniziali, e spesso anche anni prima della diagnosi, è l’ipomimia o amimia o bradicinesia facciale. Questa viene definita come la riduzione e il rallentamento dei movimenti facciali sia spontanei che volontari, per tale motivo l’espressione dei soggetti affetti da Parkinson viene spesso definita con il termine ‘masked face’. Considerando che i 2/3 della comunicazione umana sono costituiti da quella non verbale, questo sintomo grava negativamente sul paziente e sulla sua qualità di vita. Per studiare e rintracciare l’ipomimia sono stati introdotti diversi metodi, quello maggiormente utilizzato è il Facial Action Coding System (FACS), sviluppato da Ekman e Friesen, che permette una valutazione delle espressioni facciali. Questo strumento ha l’intento di studiare in che modo le contrazioni dei muscoli del volto, singolarmente o in combinazione con altri, danno luogo alle diverse attività facciali. In particolare, l’analisi specifica prevede la valutazione di 44 Action Units (AUs) che sono il risultato del movimento di un numero variabile di muscoli, la combinazione di alcune di queste permette di identificare una specifica emozione. Lo studio proposto si pone come obiettivo finale quello di valutare la validità di un indice di mobilità facciale (FMI) per l’analisi dell’ipomimia nei pazienti affetti da Parkinson tramite l’utilizzo del software OpenFace. Questo software si basa su reti neurali profonde in grado di effettuare: landmark detection, stima dello sguardo, stima della posizione della testa, riconoscimento e valutazione dell’intensità delle AUs. Per questo studio in specifico ci si è concentrati unicamente sull’output relativo all’intensità delle AUs analizzato su una popolazione sia di soggetti sani che patologici.