Il lavoro, nel corso della storia, ha dato – o perlomeno tentato di dare – risposta ad una molteplicità di esigenze, dalla mera sussistenza economica, al bisogno di emancipazione, di realizzazione personale e di socialità. Oggi, sempre più di frequente, si chiede al lavoro di rispondere all'esigenza di flessibilità insita nella realtà moderna, sia dal lato dei dipendenti, che devono conciliare la propria attività professionale con la vita personale, di cura della famiglia e dei propri interessi, sia da quello datoriale, orientato all’aumento della produttività e dell’efficienza organizzativa e, al contempo, ad una riduzione dei costi. In quest’ottica, il lavoro oggi è diventato “smart”, ossia agile, perdendo il riferimento tipico alla presenza in sede e al vincolo dell’orario di lavoro prefissato, e determinando quindi un vero e proprio cambiamento di paradigma. Oggetto di analisi è stata l’applicazione di questo nuovo paradigma alla realtà della pubblica amministrazione italiana, in cui il principio della flessibilità, nonostante lo sforzo normativo compiuto dal legislatore, stenta ad affermarsi; una spinta notevole, negli ultimi anni, è stata rappresentata dalla normativa emergenziale legata alla diffusione della pandemia da Covid-19, che ha permesso alle amministrazioni di implementare il lavoro agile in forma semplificata, in deroga alla normativa vigente, determinando un incremento notevole del ricorso al lavoro agile da parte delle pubbliche amministrazioni, oltre che un potenziamento degli strumenti ad esso funzionali, in primis delle tecnologie ICT e delle relative competenze digitali. Dopo una ricognizione della normativa nell'arco di tre fasi – pre-pandemica, pandemica e post-pandemica –, nel presente studio vengono esposti i numeri legati a quest’evoluzione repentina, sulla base dei risultati del monitoraggio condotto da vari enti ed organismi – tra cui l’Istat, il Dipartimento della Funzione Pubblica e l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. In seguito, sono esaminati gli aspetti più rilevanti legati al superamento della disciplina dell’epoca Covid-19: infatti, se in parte è stata ripristinata la normativa precedente, numerose sono state le deleghe che il legislatore ha conferito in materia ai nuovi contratti collettivi relativi al triennio 2019-2021. Infine, dopo aver presentato alcuni progetti pilota di sperimentazione del lavoro agile in varie realtà pubbliche, ne sono stati analizzati punti di forza e di debolezza, nonché le sfide e le criticità che dovranno essere affrontate per il futuro consolidamento dell’istituto.

La flessibilità organizzativa applicata al pubblico impiego: l’evoluzione normativa del lavoro agile tra vantaggi, criticità e sfide future

TARGA, MADDALENA
2021/2022

Abstract

Il lavoro, nel corso della storia, ha dato – o perlomeno tentato di dare – risposta ad una molteplicità di esigenze, dalla mera sussistenza economica, al bisogno di emancipazione, di realizzazione personale e di socialità. Oggi, sempre più di frequente, si chiede al lavoro di rispondere all'esigenza di flessibilità insita nella realtà moderna, sia dal lato dei dipendenti, che devono conciliare la propria attività professionale con la vita personale, di cura della famiglia e dei propri interessi, sia da quello datoriale, orientato all’aumento della produttività e dell’efficienza organizzativa e, al contempo, ad una riduzione dei costi. In quest’ottica, il lavoro oggi è diventato “smart”, ossia agile, perdendo il riferimento tipico alla presenza in sede e al vincolo dell’orario di lavoro prefissato, e determinando quindi un vero e proprio cambiamento di paradigma. Oggetto di analisi è stata l’applicazione di questo nuovo paradigma alla realtà della pubblica amministrazione italiana, in cui il principio della flessibilità, nonostante lo sforzo normativo compiuto dal legislatore, stenta ad affermarsi; una spinta notevole, negli ultimi anni, è stata rappresentata dalla normativa emergenziale legata alla diffusione della pandemia da Covid-19, che ha permesso alle amministrazioni di implementare il lavoro agile in forma semplificata, in deroga alla normativa vigente, determinando un incremento notevole del ricorso al lavoro agile da parte delle pubbliche amministrazioni, oltre che un potenziamento degli strumenti ad esso funzionali, in primis delle tecnologie ICT e delle relative competenze digitali. Dopo una ricognizione della normativa nell'arco di tre fasi – pre-pandemica, pandemica e post-pandemica –, nel presente studio vengono esposti i numeri legati a quest’evoluzione repentina, sulla base dei risultati del monitoraggio condotto da vari enti ed organismi – tra cui l’Istat, il Dipartimento della Funzione Pubblica e l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. In seguito, sono esaminati gli aspetti più rilevanti legati al superamento della disciplina dell’epoca Covid-19: infatti, se in parte è stata ripristinata la normativa precedente, numerose sono state le deleghe che il legislatore ha conferito in materia ai nuovi contratti collettivi relativi al triennio 2019-2021. Infine, dopo aver presentato alcuni progetti pilota di sperimentazione del lavoro agile in varie realtà pubbliche, ne sono stati analizzati punti di forza e di debolezza, nonché le sfide e le criticità che dovranno essere affrontate per il futuro consolidamento dell’istituto.
2021
Work flexibility applied to the public sector: regulatory changes of smart working among benefits, critical issues and challenges ahead
Lavoro agile
Pubblico impiego
Flessibilità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39549