Nell'epoca in cui viviamo le coppie che desiderano concretizzare i piani di genitorialità devono mettere in conto di superare molti ostacoli nei quali rientrano l'incertezza e l'instabilità del futuro che si vedono prospettato. Una dinamica demografica negativa, quella che caratterizza il contesto italiano, che spaventa il piano del welfare sociale del Paese ma, che per altri motivi, potrebbe rappresentare un'opportunità per il pianeta Terra. Le questioni legate alla sostenibilità ambientale sono intrecciate al desiderio di un futuro più sicuro per sé e i propri figli e l'eco-genitorialità si prefigura, in questo senso, come parte della soluzione. Gli eco-genitori guidano e orientano i più piccoli nella relazione con la natura, incentivano esperienze di diretto contatto con gli ambienti naturali e promuovono scelte sostenibili nell’ottica di un futuro più sicuro. I disastri ambientali a cui veniamo esposti direttamente o indirettamente ogni giorno, ci ricordano che il cambiamento a favore di abitudini più sostenibili deve avvenire adesso pena conseguenze irreversibilmente catastrofiche per il benessere di tutta la collettività. Nei contesti che si definiscono “di emergenza” la natura umana riesce a risollevarsi grazie alla resilienza, un processo che collega un insieme di capacità adattive, di cui dispone sia il singolo individuo sia l’intera comunità, a una traiettoria positiva di funzionamento e di adattamento a seguito di un evento disturbante (Norris et al., 2008). Su questo processo si fonda la mobilitazione dei cittadini per creare, nelle situazioni di crisi, reti di supporto e sostegno come è accaduto per il movimento delle Mamme NOPfas. La ricerca esplorativa svolta in conclusione del lavoro di tesi ha l’obiettivo di indagare se e come il passaggio alla genitorialità influenzi la percezione che neomamme hanno rispetto ai problemi ambientali. L’ipotesi è che avere tra le braccia il futuro dell’umanità, rappresentato dai propri figli, possa colmare la distanza psicologica che la maggioranza fa intercorrere tra sé e l’ambiente. Tale distanza è responsabile del fatto che non ci si interessi dei problemi ambientali come invece ci si aspetterebbe perché gli stessi problemi vengono percepiti come qualcosa di incerto che non ci riguarda da vicino, che coinvolge solo aree geograficamente distanti da noi e soprattutto i cui effetti saranno visibili solo in un tempo lontano. Ma non è così.
Essere (o non essere) genitori nell'era del cambiamento climatico. Una ricerca sul campo.
SCHIAVATO, TERESA
2021/2022
Abstract
Nell'epoca in cui viviamo le coppie che desiderano concretizzare i piani di genitorialità devono mettere in conto di superare molti ostacoli nei quali rientrano l'incertezza e l'instabilità del futuro che si vedono prospettato. Una dinamica demografica negativa, quella che caratterizza il contesto italiano, che spaventa il piano del welfare sociale del Paese ma, che per altri motivi, potrebbe rappresentare un'opportunità per il pianeta Terra. Le questioni legate alla sostenibilità ambientale sono intrecciate al desiderio di un futuro più sicuro per sé e i propri figli e l'eco-genitorialità si prefigura, in questo senso, come parte della soluzione. Gli eco-genitori guidano e orientano i più piccoli nella relazione con la natura, incentivano esperienze di diretto contatto con gli ambienti naturali e promuovono scelte sostenibili nell’ottica di un futuro più sicuro. I disastri ambientali a cui veniamo esposti direttamente o indirettamente ogni giorno, ci ricordano che il cambiamento a favore di abitudini più sostenibili deve avvenire adesso pena conseguenze irreversibilmente catastrofiche per il benessere di tutta la collettività. Nei contesti che si definiscono “di emergenza” la natura umana riesce a risollevarsi grazie alla resilienza, un processo che collega un insieme di capacità adattive, di cui dispone sia il singolo individuo sia l’intera comunità, a una traiettoria positiva di funzionamento e di adattamento a seguito di un evento disturbante (Norris et al., 2008). Su questo processo si fonda la mobilitazione dei cittadini per creare, nelle situazioni di crisi, reti di supporto e sostegno come è accaduto per il movimento delle Mamme NOPfas. La ricerca esplorativa svolta in conclusione del lavoro di tesi ha l’obiettivo di indagare se e come il passaggio alla genitorialità influenzi la percezione che neomamme hanno rispetto ai problemi ambientali. L’ipotesi è che avere tra le braccia il futuro dell’umanità, rappresentato dai propri figli, possa colmare la distanza psicologica che la maggioranza fa intercorrere tra sé e l’ambiente. Tale distanza è responsabile del fatto che non ci si interessi dei problemi ambientali come invece ci si aspetterebbe perché gli stessi problemi vengono percepiti come qualcosa di incerto che non ci riguarda da vicino, che coinvolge solo aree geograficamente distanti da noi e soprattutto i cui effetti saranno visibili solo in un tempo lontano. Ma non è così.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Schiavato_Teresa.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.08 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.08 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/39986