Il settore del bovino da latte è sempre più sottoposto alla pressione dei media per l’impatto ambientale che esso presenta. È risaputo che l’allevamento sia causa della produzione di gas climalteranti, tra cui principalmente anidride carbonica, metano e protossido di azoto. L’applicazione delle strategie attuate finora, volte a un aumento della produzione con una selezione spinta, grazie all’introduzione della genomica, ha portato alla luce problematiche di vario tipo, tra cui una riduzione della longevità e della fertilità. Tali condizioni obbligano gli allevamenti ad applicare un maggiore tasso di rimonta, con il conseguente aumento dell’impatto per l’allevamento degli animali giovani. L’applicazione del crossbreeding a tre vie, nato per contrastare l’eccessivo aumento dell’inbreeding nelle bovine di razza frisona e basato sullo stesso concetto attuato nella creazione di ibridi per le coltivazioni vegetali, può rappresentare un’interessante soluzione per ridurre l’impatto ambientale. La capacità delle bovine crossbred di produrre una quantità di latte simile alle Holstein, ma con un contenuto di solidi totali maggiore per lattazione, uniti alla maggiore longevità e alla maggiore fertilità portano questo schema di incrocio ad essere di interesse anche per i tipici areali italiani dove il latte viene principalmente trasformato in formaggi DOP. Grazie alla minore massa magra rispetto alla massa corporea totale, le bovine CR presentano un minore fabbisogno energetico di mantenimento: tale fattore risulta essere il più interessante per l’abbattimento dell’impatto ambientale. L’applicazione dell’LCA a livello di singolo individuo ha permesso dunque di valutare le emissioni per singolo gruppo genetico, confermando come le bovine Crossbred presentino un minore impatto ambientale per giorno di vita rispetto alle bovine Holstein in purezza.
Valutazione dell'impatto ambientale di bovine pure Holstein e meticce tramite l'applicazione a livello individuale di metodologie derivate da LCA
COLPO, FRANCESCO
2021/2022
Abstract
Il settore del bovino da latte è sempre più sottoposto alla pressione dei media per l’impatto ambientale che esso presenta. È risaputo che l’allevamento sia causa della produzione di gas climalteranti, tra cui principalmente anidride carbonica, metano e protossido di azoto. L’applicazione delle strategie attuate finora, volte a un aumento della produzione con una selezione spinta, grazie all’introduzione della genomica, ha portato alla luce problematiche di vario tipo, tra cui una riduzione della longevità e della fertilità. Tali condizioni obbligano gli allevamenti ad applicare un maggiore tasso di rimonta, con il conseguente aumento dell’impatto per l’allevamento degli animali giovani. L’applicazione del crossbreeding a tre vie, nato per contrastare l’eccessivo aumento dell’inbreeding nelle bovine di razza frisona e basato sullo stesso concetto attuato nella creazione di ibridi per le coltivazioni vegetali, può rappresentare un’interessante soluzione per ridurre l’impatto ambientale. La capacità delle bovine crossbred di produrre una quantità di latte simile alle Holstein, ma con un contenuto di solidi totali maggiore per lattazione, uniti alla maggiore longevità e alla maggiore fertilità portano questo schema di incrocio ad essere di interesse anche per i tipici areali italiani dove il latte viene principalmente trasformato in formaggi DOP. Grazie alla minore massa magra rispetto alla massa corporea totale, le bovine CR presentano un minore fabbisogno energetico di mantenimento: tale fattore risulta essere il più interessante per l’abbattimento dell’impatto ambientale. L’applicazione dell’LCA a livello di singolo individuo ha permesso dunque di valutare le emissioni per singolo gruppo genetico, confermando come le bovine Crossbred presentino un minore impatto ambientale per giorno di vita rispetto alle bovine Holstein in purezza.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
COLPO_FRANCESCO.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.66 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.66 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/40175