L’obiettivo della tesi è stato quello di individuare e valorizzare da un lato buone prassi e dall’altro delle traiettorie capaci di rendere l’attività sportiva un’esperienza inclusiva per il minore con disabilità, analizzando in particolar modo il livello di consapevolezza del ruolo educativo negli istruttori. La riflessione muove dai principi teorici del co-insegnamento e dell’UDL come strategie inclusive di riferimento e cerca di arrivare ad un disegno che possa anche essere condivisibile e riproducibile. Tale ricerca è stata arricchita dall’analisi di caso della realtà di una società sportiva padovana che ha attivato da una decina d’anni un progetto di inclusione. In particolare, tale analisi è stata condotta attraverso un focus group rivolto ai tecnici delle squadre che accolgono bambini con disabilità e i tecnici in affiancamento inseriti appositamente all’interno del progetto per accompagnare l’atleta con disabilità nella sua quotidianità sportiva con l’obiettivo di indagare come la metodologia del co-insegnamento e i principi dell’UDL vengano messi in atto e se esista una conoscenza e consapevolezza pedagogica a riguardo. Il lavoro di ricerca si compone di una prima parte in cui si è approfondito da un punto di vista teorico i due macro-argomenti (il co-insegnamento e l’UDL), seguita da una seconda parte rivolta alla descrizione e riflessione del percorso di ricerca, fino ad arrivare all’analisi dei dati raccolti dal focus group che ha visto coinvolti gli istruttori principali e gli istruttori di supporto delle squadre in cui sono presenti bambini con disabilità. La ricerca non pretende di essere esaustiva e nemmeno statisticamente attendibile ma può offrire utili spunti di riflessione critica sulla condizione delle prassi e delle metodologie inclusive in atto nell’associazione sportiva presa in esame ed assumere valore euristico per lo sviluppo di successive ricerche.
Mettere in atto strategie inclusive nello sport: quale conoscenza e consapevolezza pedagogica negli istruttori, riguardo co-insegnamento e UDL?
GAZZEA, CATERINA
2021/2022
Abstract
L’obiettivo della tesi è stato quello di individuare e valorizzare da un lato buone prassi e dall’altro delle traiettorie capaci di rendere l’attività sportiva un’esperienza inclusiva per il minore con disabilità, analizzando in particolar modo il livello di consapevolezza del ruolo educativo negli istruttori. La riflessione muove dai principi teorici del co-insegnamento e dell’UDL come strategie inclusive di riferimento e cerca di arrivare ad un disegno che possa anche essere condivisibile e riproducibile. Tale ricerca è stata arricchita dall’analisi di caso della realtà di una società sportiva padovana che ha attivato da una decina d’anni un progetto di inclusione. In particolare, tale analisi è stata condotta attraverso un focus group rivolto ai tecnici delle squadre che accolgono bambini con disabilità e i tecnici in affiancamento inseriti appositamente all’interno del progetto per accompagnare l’atleta con disabilità nella sua quotidianità sportiva con l’obiettivo di indagare come la metodologia del co-insegnamento e i principi dell’UDL vengano messi in atto e se esista una conoscenza e consapevolezza pedagogica a riguardo. Il lavoro di ricerca si compone di una prima parte in cui si è approfondito da un punto di vista teorico i due macro-argomenti (il co-insegnamento e l’UDL), seguita da una seconda parte rivolta alla descrizione e riflessione del percorso di ricerca, fino ad arrivare all’analisi dei dati raccolti dal focus group che ha visto coinvolti gli istruttori principali e gli istruttori di supporto delle squadre in cui sono presenti bambini con disabilità. La ricerca non pretende di essere esaustiva e nemmeno statisticamente attendibile ma può offrire utili spunti di riflessione critica sulla condizione delle prassi e delle metodologie inclusive in atto nell’associazione sportiva presa in esame ed assumere valore euristico per lo sviluppo di successive ricerche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/40504