Negli ultimi anni, a causa dell’aumento della popolazione umana, della diminuzione delle terre coltivabili e della crisi climatica, si è creata l’esigenza di sviluppare nuove pratiche di agricoltura a basso impatto ambientale che garantiscano una maggiore resa del raccolto. Allo stesso tempo viene richiesta la riduzione dell’uso dei pesticidi e la diminuzione delle perdite di nutrienti nel terreno, inoltre diventa fondamentale l’uso ottimale dell’acqua, dei nutrienti e il mantenimento della fertilità del suolo. In particolare, i cambiamenti climatici hanno numerose conseguenze, tra le quali quella di avere un forte impatto sulle attività agricole che dipendono fortemente dai parametri ambientali e dalla loro predicibilità. Attualmente gli stress abiotici provocano, a livello mondiale, perdite della produttività agricola pari al 50%. L’utilizzo di biostimolanti può essere una strategia che permette di mitigare i problemi causati dai cambiamenti climatici. La possibilità di utilizzare uno scarto per l’ottenimento di un prodotto ad alto valore aggiunto si inserisce nel piano d'azione per la Circular Economy, uno dei punti cardine del Green Deal. In questa tesi la Coffee Silverskin, uno scarto dell’industria del caffè, verrà sottoposto ad un processo di idrolisi enzimatica e si cercherà di verificarne la sua possibile attività biostimolante mediante l’impiego di biosaggi in ambiente controllato. Verranno caratterizzati e messi a confronto due idrolizzati che differiscono per il pool enzimatico utilizzato nel processo di idrolisi, saranno testati su L.sativa secalina in condizioni di stress nutrizionale e salino e successivamente sarà valutata l’attività ormono-simile dei due prototipi. I risultati ottenuti rivelano un possibile effetto della Coffee Silverskin sull’aumento della biomassa di L.sativa secalina sottoposta a stress nutrizionale e salino ma non sono esaustivi per dimostrarne l’attività biostimolante, ulteriori approfondimenti dovranno essere fatti per indagare l’efficacia dei prototipi.
Biocatalisi di coffee silverskin per la sua valorizzazione come nuovo biostimolante in agricoltura
SONDA, ALESSANDRA
2021/2022
Abstract
Negli ultimi anni, a causa dell’aumento della popolazione umana, della diminuzione delle terre coltivabili e della crisi climatica, si è creata l’esigenza di sviluppare nuove pratiche di agricoltura a basso impatto ambientale che garantiscano una maggiore resa del raccolto. Allo stesso tempo viene richiesta la riduzione dell’uso dei pesticidi e la diminuzione delle perdite di nutrienti nel terreno, inoltre diventa fondamentale l’uso ottimale dell’acqua, dei nutrienti e il mantenimento della fertilità del suolo. In particolare, i cambiamenti climatici hanno numerose conseguenze, tra le quali quella di avere un forte impatto sulle attività agricole che dipendono fortemente dai parametri ambientali e dalla loro predicibilità. Attualmente gli stress abiotici provocano, a livello mondiale, perdite della produttività agricola pari al 50%. L’utilizzo di biostimolanti può essere una strategia che permette di mitigare i problemi causati dai cambiamenti climatici. La possibilità di utilizzare uno scarto per l’ottenimento di un prodotto ad alto valore aggiunto si inserisce nel piano d'azione per la Circular Economy, uno dei punti cardine del Green Deal. In questa tesi la Coffee Silverskin, uno scarto dell’industria del caffè, verrà sottoposto ad un processo di idrolisi enzimatica e si cercherà di verificarne la sua possibile attività biostimolante mediante l’impiego di biosaggi in ambiente controllato. Verranno caratterizzati e messi a confronto due idrolizzati che differiscono per il pool enzimatico utilizzato nel processo di idrolisi, saranno testati su L.sativa secalina in condizioni di stress nutrizionale e salino e successivamente sarà valutata l’attività ormono-simile dei due prototipi. I risultati ottenuti rivelano un possibile effetto della Coffee Silverskin sull’aumento della biomassa di L.sativa secalina sottoposta a stress nutrizionale e salino ma non sono esaustivi per dimostrarne l’attività biostimolante, ulteriori approfondimenti dovranno essere fatti per indagare l’efficacia dei prototipi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/41863