Gli esordi del teatro documentario possono essere rintracciati nel primo Novecento, ma è tra la fine degli anni Novanta e i primissimi anni Duemila che questo fenomeno prende nuovo vigore in Russia, sull'esempio del Royal Court Theatre di Londra, da cui però non tarda ad affrancarsi, acquisendo una fisionomia sempre più autonoma. Nell'orizzonte documentario trovano spazio produzioni estremamente variegate per forma e contenuto: il primo capitolo di questo lavoro presenta gli sviluppi principali del fenomeno nella Russia contemporanea, che iniziano ma non si esauriscono nell'esperienza del Teatr.doc di Mosca; esplora, poi, le ragioni che hanno contribuito alla diffusione del fenomeno documentario e alcune delle opportunità da esso offerte; pone la questione della natura politica di questo tipo di teatro e del suo rapporto talvolta controverso con la realtà che ambisce a rappresentare. Il secondo capitolo presenta le produzioni documentarie come opere collettive, esplorando il ruolo di ciascuno dei loro autori: il drammaturgo, il regista, l'attore, ma anche lo spettatore; mostra come le scelte estetiche dei vari artisti siano guidate dalle motivazioni più diverse, e in varia misura tengano conto delle istanze etiche insite nel lavoro con storie e persone reali. Il terzo capitolo presenta quattro produzioni documentarie realizzate da quattro diversi teatri russi tra il 2010 e il 2017 e accomunate dal tema: il "fattore umano" presente nella guerra, in particolare quella russo-ucraina e quelle russo-cecene. Il quarto capitolo, sulla base di numerose interviste condotte con gli autori dei quattro spettacoli, ne analizza le scelte sul piano estetico ed etico, scoprendo che le numerose sfaccettature del teatro documentario sfuggono alle categorizzazioni e le sue scelte sono plasmate in modi imprevedibili dalla realtà contingente.
Teatro documentario tra etica ed estetica. Voci dalla guerra nella Russia contemporanea
CANTABELLA, ELENA
2021/2022
Abstract
Gli esordi del teatro documentario possono essere rintracciati nel primo Novecento, ma è tra la fine degli anni Novanta e i primissimi anni Duemila che questo fenomeno prende nuovo vigore in Russia, sull'esempio del Royal Court Theatre di Londra, da cui però non tarda ad affrancarsi, acquisendo una fisionomia sempre più autonoma. Nell'orizzonte documentario trovano spazio produzioni estremamente variegate per forma e contenuto: il primo capitolo di questo lavoro presenta gli sviluppi principali del fenomeno nella Russia contemporanea, che iniziano ma non si esauriscono nell'esperienza del Teatr.doc di Mosca; esplora, poi, le ragioni che hanno contribuito alla diffusione del fenomeno documentario e alcune delle opportunità da esso offerte; pone la questione della natura politica di questo tipo di teatro e del suo rapporto talvolta controverso con la realtà che ambisce a rappresentare. Il secondo capitolo presenta le produzioni documentarie come opere collettive, esplorando il ruolo di ciascuno dei loro autori: il drammaturgo, il regista, l'attore, ma anche lo spettatore; mostra come le scelte estetiche dei vari artisti siano guidate dalle motivazioni più diverse, e in varia misura tengano conto delle istanze etiche insite nel lavoro con storie e persone reali. Il terzo capitolo presenta quattro produzioni documentarie realizzate da quattro diversi teatri russi tra il 2010 e il 2017 e accomunate dal tema: il "fattore umano" presente nella guerra, in particolare quella russo-ucraina e quelle russo-cecene. Il quarto capitolo, sulla base di numerose interviste condotte con gli autori dei quattro spettacoli, ne analizza le scelte sul piano estetico ed etico, scoprendo che le numerose sfaccettature del teatro documentario sfuggono alle categorizzazioni e le sue scelte sono plasmate in modi imprevedibili dalla realtà contingente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/41893