Il linguaggio non letterale (o figurato) è presente in percentuali rilevanti nelle nostre conversazioni e interazioni, perché offre benefici comunicativi, consentendo di comunicare più di ciò che si dice, con effetti sul piano cognitivo, sociale ed emotivo. Tuttavia, solo negli ultimi anni, grazie al crescente interesse verso il deficit pragmatico, sono stati creati test standardizzati con prove di comprensione e produzione del linguaggio figurato da impiegare nella pratica clinica per persone colpite da danno cerebrovascolare o affette da patologie psichiatriche. Al contrario, la sensibilità e la specificità di questi test applicati nelle forme di disturbo neurocognitivo, risultano poco chiare, nonostante i primi studi condotti con persone con Malattia di Alzheimer (AD), dimostrino la presenza di un deficit a livello del linguaggio figurato. Inoltre, la maggior parte delle ricerche non ha ancora definito quale sia il pattern linguistico delle abilità di comprensione del linguaggio figurato nella popolazione a rischio di evolvere in forme di decadimento cognitivo conclamato, come ad esempio nel caso delle persone affette da Mild Cognitive Impairment (MCI). La valutazione del linguaggio figurato però può essere un utile strumento nella pratica clinica, e, potenzialmente, può far emergere un iniziale deficit non osservabile dagli altri test di screening, come il Mini Mental State Examination (Test MMSE). Valutare il linguaggio figurato, attraverso compiti di interpretazione di metafore, idiomi e modi di dire, può rappresentare uno strumento di semplice applicabilità, e potenzialmente diventare un marcatore economico e di facile replicabilità nella diagnosi precoce di disturbo neurocognitivo. Gli obiettivi del presente studio sono di indagare la tipologia degli errori linguistici presenti in compiti di comprensione e produzione del linguaggio figurato in una popolazione di persone sane e affette da diverse forme di decadimento cognitivo; di formulare delle ipotesi su un possibile profilo linguistico caratteristico sulla base della diagnosi. Sono state reclutate 17 persone, afferenti all’Unità Operativa Semplice Dipartimentale - Centro Regionale per l’Invecchiamento Cerebrale (UOSD CRIC) di Padova, che hanno sia ricevuto una diagnosi di Disturbo neurocognitivo Maggiore e Minore (AD, MCI, demenza fronto-temporale (bvFTD) sia persone che alla luce degli approfondimenti clinici effettuati non hanno riportato declino cognitivo. Durante la valutazione logopedica è stata somministrata la sotto prova “Linguaggio Figurato 2” dell’Assessment of Pragmatic Abilities and Cognitive Substrates (APACS; Arcara, Bambini, 2016) per valutare l’abilità di inferire significati non letterali attraverso un compito di spiegazione verbale. Una diagnosi tempestiva e corretta, ottenuta anche dal contributo di una valutazione logopedica che si avvale di strumenti sensibili e specifici, consentirebbe di aiutare la ricerca a comprendere i meccanismi coinvolti nei processi di comprensione e produzione del linguaggio figurato, e di mettere in atto precocemente strategie definite di “prevenzione secondaria” utili a compensare e/o ridurre l’impatto che le difficoltà di comunicazione potranno avere nell’ambito familiare, sociale e lavorativo della persona interessata e nello svolgimento delle attività di vita quotidiana.

La comprensione e produzione del linguaggio figurato in persone con Disturbo Neurocognitivo

DELLAI, ANGELA
2021/2022

Abstract

Il linguaggio non letterale (o figurato) è presente in percentuali rilevanti nelle nostre conversazioni e interazioni, perché offre benefici comunicativi, consentendo di comunicare più di ciò che si dice, con effetti sul piano cognitivo, sociale ed emotivo. Tuttavia, solo negli ultimi anni, grazie al crescente interesse verso il deficit pragmatico, sono stati creati test standardizzati con prove di comprensione e produzione del linguaggio figurato da impiegare nella pratica clinica per persone colpite da danno cerebrovascolare o affette da patologie psichiatriche. Al contrario, la sensibilità e la specificità di questi test applicati nelle forme di disturbo neurocognitivo, risultano poco chiare, nonostante i primi studi condotti con persone con Malattia di Alzheimer (AD), dimostrino la presenza di un deficit a livello del linguaggio figurato. Inoltre, la maggior parte delle ricerche non ha ancora definito quale sia il pattern linguistico delle abilità di comprensione del linguaggio figurato nella popolazione a rischio di evolvere in forme di decadimento cognitivo conclamato, come ad esempio nel caso delle persone affette da Mild Cognitive Impairment (MCI). La valutazione del linguaggio figurato però può essere un utile strumento nella pratica clinica, e, potenzialmente, può far emergere un iniziale deficit non osservabile dagli altri test di screening, come il Mini Mental State Examination (Test MMSE). Valutare il linguaggio figurato, attraverso compiti di interpretazione di metafore, idiomi e modi di dire, può rappresentare uno strumento di semplice applicabilità, e potenzialmente diventare un marcatore economico e di facile replicabilità nella diagnosi precoce di disturbo neurocognitivo. Gli obiettivi del presente studio sono di indagare la tipologia degli errori linguistici presenti in compiti di comprensione e produzione del linguaggio figurato in una popolazione di persone sane e affette da diverse forme di decadimento cognitivo; di formulare delle ipotesi su un possibile profilo linguistico caratteristico sulla base della diagnosi. Sono state reclutate 17 persone, afferenti all’Unità Operativa Semplice Dipartimentale - Centro Regionale per l’Invecchiamento Cerebrale (UOSD CRIC) di Padova, che hanno sia ricevuto una diagnosi di Disturbo neurocognitivo Maggiore e Minore (AD, MCI, demenza fronto-temporale (bvFTD) sia persone che alla luce degli approfondimenti clinici effettuati non hanno riportato declino cognitivo. Durante la valutazione logopedica è stata somministrata la sotto prova “Linguaggio Figurato 2” dell’Assessment of Pragmatic Abilities and Cognitive Substrates (APACS; Arcara, Bambini, 2016) per valutare l’abilità di inferire significati non letterali attraverso un compito di spiegazione verbale. Una diagnosi tempestiva e corretta, ottenuta anche dal contributo di una valutazione logopedica che si avvale di strumenti sensibili e specifici, consentirebbe di aiutare la ricerca a comprendere i meccanismi coinvolti nei processi di comprensione e produzione del linguaggio figurato, e di mettere in atto precocemente strategie definite di “prevenzione secondaria” utili a compensare e/o ridurre l’impatto che le difficoltà di comunicazione potranno avere nell’ambito familiare, sociale e lavorativo della persona interessata e nello svolgimento delle attività di vita quotidiana.
2021
The comprehension and production of figurative expressions in people with neurocognitive impairment
Linguaggio figurato
Demenza
Comprensione
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