Distribuzione per età alla morte degli incinerati della necropoli di La Cona (Teramo, I a.C. - I d.C.): approccio microscopico per la valutazione della densità osteologica

The necropolis of La Cona, about 3 km far from the modern city of Teramo, represents an extraordinary archaeological context because of its long period of occupation: from the first protohistorical burials in the 9th century BC, it will be used during the Roman period until its disposal in the 3rd century AD. The aim of this thesis is producing data and discussing the results from histologic and histomorpometric analysis of bone tissue from burned human remains belonging to the Roman phase of La Cona necropolis. One of these analysis is the Osteon Population Density (OPD): this technique leads us to an age at death estimation by counting the number of osteons from the cortical bone thin section. 34 thin sections, from different bone portions (humerus, rib, femur) and belonging to 23 individuals of the sample, were observed. The application of advanced techniques to bioarchaeological research, such as histologic analysis, is fundamental, because it allows us to obtain data otherwise not identifiable with the morphological study.

La necropoli di La Cona, a circa tre chilometri dal moderno abitato di Teramo, può essere considerata un contesto eccezionale per via della sua lunga frequentazione: da un primo nucleo protostorico nel IX secolo a.C., il suo utilizzo proseguirà in età romana fino al definitivo abbandono nel III secolo d.C. Il presente elaborato di tesi ha l’obiettivo di produrre dati, e discuterne i risultati, derivati dall’analisi istologica e istomorfometrica del tessuto scheletrico dalle incinerazioni pertinenti alla fase romana della necropoli di La Cona. Tra queste analisi rientra l’Osteon Population Density (OPD), attraverso cui è possibile stimare l’età alla morte degli individui contando il numero di osteoni da una sezione di osso compatto. Nello specifico, sono state osservate 34 sezioni sottili ottenute da diverse porzioni ossee (omeri, coste e femori) e pertinenti a 23 individui del campione in esame. L’applicazione di tecniche avanzate, quali l’analisi istologica, alla ricerca bioarcheologica risulta fondamentale, dal momento che permette di ottenere dati altrimenti non ricavabili dallo studio morfologico.