L’idea di questa tesi è nata dalla ricerca iniziata durante la scrittura dell’elaborato triennale, dedicato all’analisi della breve esistenza del primo museo italiano dedicato esclusivamente all'arte irregolare: il MAI Museo, collocato a Sospiro in provincia di Cremona. Le espressioni artistiche che ho avuto modo di indagare, infatti, sono state frequentemente coinvolte in dibattiti storico-critici che troppo spesso hanno superato il contorno dell’opera d’arte per soffermarsi sulla biografia degli artisti, talvolta stigmatizzandoli. In realtà, le opere e gli autori sfuggono all’ansia classificatoria dell’arte tradizionale e non si risolvono nemmeno in un’unica terminologia: per questo motivo si parla ancora oggi di produzioni Brut, Outsider, Irregolari. Al contempo, questa categorizzazione – che oggi fa particolare riferimento alla formazione “spontanea” e “autodidatta” degli autori – dialoga con il mondo dell’arte contemporanea, dentro cui queste produzioni sono inserite. Sotto questo punto di vista ho registrato un ritardo italiano rispetto al panorama artistico di altri paesi europei. La stesura della tesi magistrale prende avvio da queste premesse teoriche legate alla produzione Brut, che naturalmente sono state riportate ed approfondite. Il primo capitolo dell’elaborato inquadra infatti l’Outsider Art da una prospettiva storico-critica; inoltre confronta la situazione italiana con altre realtà europee e internazionali. In primo luogo, partendo dalla storia dell’Art Brut, ho esplorato la storia complessa e l’evoluzione della terminologia, riportando anche i limiti nell’ancorare queste forme espressive dentro alla categoria “Brut, Outsider e Irregolare”. Dopodiché ho dato spazio ad alcune problematiche critiche che le forme artistiche prese in esame presentano ancora oggi, con l’intento di smontare alcuni stereotipi e la controversa pretesa di marginalità delle opere, che in realtà sono inserite all’interno del panorama dell’arte contemporanea. Ciò che mi preme, infatti, è cercare di far emergere quanto le opere e gli autori meritino un loro posto all’interno dei binari della Storia dell’Arte. Molti di questi interrogativi sono ancora ben visibili e riscontrabili all’interno del mercato artistico, che più di una volta ha approfittato di queste dinamiche per spettacolarizzare gli autori o ottenere a buon prezzo opere considerate estranee dal contesto contemporaneo. Procedo poi con l’analizzare alcune interessanti realtà internazionali legate all’Outsider Art, partendo dalla storia delle prime collezioni e passando poi all’attualità. Nel secondo capitolo, invece, avvicino la lente della ricerca al panorama italiano, dapprima con una parentesi storica (le prime collezioni considerate di Art Brut, come quella di Giovanni Marro a Torino, per passare poi agli atelier specializzati) e poi focalizzandomi sulla ricerca e sulla promozione culturale in Italia (ho parlato ad esempio dell’Osservatorio Outsider Art, del Lao di Verona ecc.). In ultima battuta ho dato rilievo ad alcuni luoghi sulla penisola in cui è possibile apprezzare espressioni definite Brut, Outsider e Irregolari. Conclusa questa parte, ho soffermato la mia attenzione sulle vicende di alcuni autori italiani che nel tempo sono stati definiti Irregolari. Ho proceduto poi con un approfondimento legato a tre artisti spesso definiti outsider, Pietro Ghizzardi, Antonio Dalla Valle e Luciano Trebini. In particolare, il confronto tra i tre autori si è svolto attraverso il tema della linea, del suo uso personale e della sua declinazione nelle opere di ognuno dei tre. L’obiettivo non è quello di cancellare la storia e degli autori, ma piuttosto conoscerne la produzione per capire i messaggi della loro poetica, coglierla come uno stimolo creativo attivo.
Oltre la linea: Pietro Ghizzardi, Antonio Dalla Valle, Luciano Trebini. Sulle tracce di Art Brut, Outsider Art e Arte Irregolare in Italia
CESARI, SILVIA
2021/2022
Abstract
L’idea di questa tesi è nata dalla ricerca iniziata durante la scrittura dell’elaborato triennale, dedicato all’analisi della breve esistenza del primo museo italiano dedicato esclusivamente all'arte irregolare: il MAI Museo, collocato a Sospiro in provincia di Cremona. Le espressioni artistiche che ho avuto modo di indagare, infatti, sono state frequentemente coinvolte in dibattiti storico-critici che troppo spesso hanno superato il contorno dell’opera d’arte per soffermarsi sulla biografia degli artisti, talvolta stigmatizzandoli. In realtà, le opere e gli autori sfuggono all’ansia classificatoria dell’arte tradizionale e non si risolvono nemmeno in un’unica terminologia: per questo motivo si parla ancora oggi di produzioni Brut, Outsider, Irregolari. Al contempo, questa categorizzazione – che oggi fa particolare riferimento alla formazione “spontanea” e “autodidatta” degli autori – dialoga con il mondo dell’arte contemporanea, dentro cui queste produzioni sono inserite. Sotto questo punto di vista ho registrato un ritardo italiano rispetto al panorama artistico di altri paesi europei. La stesura della tesi magistrale prende avvio da queste premesse teoriche legate alla produzione Brut, che naturalmente sono state riportate ed approfondite. Il primo capitolo dell’elaborato inquadra infatti l’Outsider Art da una prospettiva storico-critica; inoltre confronta la situazione italiana con altre realtà europee e internazionali. In primo luogo, partendo dalla storia dell’Art Brut, ho esplorato la storia complessa e l’evoluzione della terminologia, riportando anche i limiti nell’ancorare queste forme espressive dentro alla categoria “Brut, Outsider e Irregolare”. Dopodiché ho dato spazio ad alcune problematiche critiche che le forme artistiche prese in esame presentano ancora oggi, con l’intento di smontare alcuni stereotipi e la controversa pretesa di marginalità delle opere, che in realtà sono inserite all’interno del panorama dell’arte contemporanea. Ciò che mi preme, infatti, è cercare di far emergere quanto le opere e gli autori meritino un loro posto all’interno dei binari della Storia dell’Arte. Molti di questi interrogativi sono ancora ben visibili e riscontrabili all’interno del mercato artistico, che più di una volta ha approfittato di queste dinamiche per spettacolarizzare gli autori o ottenere a buon prezzo opere considerate estranee dal contesto contemporaneo. Procedo poi con l’analizzare alcune interessanti realtà internazionali legate all’Outsider Art, partendo dalla storia delle prime collezioni e passando poi all’attualità. Nel secondo capitolo, invece, avvicino la lente della ricerca al panorama italiano, dapprima con una parentesi storica (le prime collezioni considerate di Art Brut, come quella di Giovanni Marro a Torino, per passare poi agli atelier specializzati) e poi focalizzandomi sulla ricerca e sulla promozione culturale in Italia (ho parlato ad esempio dell’Osservatorio Outsider Art, del Lao di Verona ecc.). In ultima battuta ho dato rilievo ad alcuni luoghi sulla penisola in cui è possibile apprezzare espressioni definite Brut, Outsider e Irregolari. Conclusa questa parte, ho soffermato la mia attenzione sulle vicende di alcuni autori italiani che nel tempo sono stati definiti Irregolari. Ho proceduto poi con un approfondimento legato a tre artisti spesso definiti outsider, Pietro Ghizzardi, Antonio Dalla Valle e Luciano Trebini. In particolare, il confronto tra i tre autori si è svolto attraverso il tema della linea, del suo uso personale e della sua declinazione nelle opere di ognuno dei tre. L’obiettivo non è quello di cancellare la storia e degli autori, ma piuttosto conoscerne la produzione per capire i messaggi della loro poetica, coglierla come uno stimolo creativo attivo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Cesari_Silvia .pdf
accesso riservato
Dimensione
11.46 MB
Formato
Adobe PDF
|
11.46 MB | Adobe PDF |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/42156