Il DLBCL è il più comune linfoma non Hodgkin, di cui costituisce il 30-40% dei casi. La terapia di prima linea porta a remissione completa nel 70% dei casi, mentre il 30% risulta recidivo o refrattario. Nel 10-20% dei casi è presente infiltrazione nel midollo osseo, condizione associata ad una prognosi più severa, probabilmente per effetto protettivo o di potenziamento della crescita neoplastica da parte del microambiente midollare (BMM). Al fine di studiare i meccanismi di interazione tra BMM e cellule neoplastiche, con l’obiettivo di individuare nuovi target terapeutici, è stato sviluppato un modello 3D a partire da tessuto osseo umano decellularizzato. I risultati ottenuti dimostrano la capacità dei linfociti neoplastici di aderire al supporto e di richiamare ulteriori cellule, presumibilmente mediante il rilascio di chemochine. I linfociti neoplastici, dopo adesione al modello 3D, mostrano una riduzione del livello di apoptosi indotto dalla doxorubicina, suggerendo un’azione protettiva esercitata dal BMM. Analisi citofluorimetriche hanno identificato le molecole di adesione CD51, CD11a e CD44 come potenzialmente implicate nella chemioresistenza mediata dall’adesione alla struttura 3D. I risultati mostrano le potenzialità del modello 3D nello studio dell’interazione tra BMM e cellule di DLBCL e il suo possibile utilizzo quale piattaforma per testare terapie paziente-specifiche.
Studio dell’interazione tra cellule di linfoma diffuso a grandi cellule B e il microambiente mediante l’impiego di un modello tridimensionale in-vitro di origine biologica
PISONI, LORENA
2021/2022
Abstract
Il DLBCL è il più comune linfoma non Hodgkin, di cui costituisce il 30-40% dei casi. La terapia di prima linea porta a remissione completa nel 70% dei casi, mentre il 30% risulta recidivo o refrattario. Nel 10-20% dei casi è presente infiltrazione nel midollo osseo, condizione associata ad una prognosi più severa, probabilmente per effetto protettivo o di potenziamento della crescita neoplastica da parte del microambiente midollare (BMM). Al fine di studiare i meccanismi di interazione tra BMM e cellule neoplastiche, con l’obiettivo di individuare nuovi target terapeutici, è stato sviluppato un modello 3D a partire da tessuto osseo umano decellularizzato. I risultati ottenuti dimostrano la capacità dei linfociti neoplastici di aderire al supporto e di richiamare ulteriori cellule, presumibilmente mediante il rilascio di chemochine. I linfociti neoplastici, dopo adesione al modello 3D, mostrano una riduzione del livello di apoptosi indotto dalla doxorubicina, suggerendo un’azione protettiva esercitata dal BMM. Analisi citofluorimetriche hanno identificato le molecole di adesione CD51, CD11a e CD44 come potenzialmente implicate nella chemioresistenza mediata dall’adesione alla struttura 3D. I risultati mostrano le potenzialità del modello 3D nello studio dell’interazione tra BMM e cellule di DLBCL e il suo possibile utilizzo quale piattaforma per testare terapie paziente-specifiche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/42299