Il presente lavoro di tesi ha l’obbiettivo di individuare la migliore tecnica di bonifica sostenibile per un caso di contaminazione da solventi organo-clorurati in un sito industriale dismesso. La situazione di contaminazione in essere è il risultato delle lavorazioni di tintoria svolte in sito, che hanno impattato in modo significativo il suolo e le acque sotterranee. I contaminanti organici rinvenuti sono riconducibili alla degradazione del percloroetilene, utilizzato per il lavaggio a secco. Il progetto di risanamento ambientale del sito, posto nella zona di Vicenza in Alta Pianura Veneta, si prefigge di ridurre le concentrazioni di: tetracloroetilene (PCE), tricloroetene (TCE), 1,2-dicloroetilene, 1,1-dicloroetilene, triclorometano e cloruro di vinile (CVM). Inoltre, per impedire il propagarsi del fenomeno di contaminazione, è stata prevista l’attivazione di misure di messa in sicurezza d’emergenza del sito. Agli interventi di tutela è seguito un iter procedurale mirato al ripristino ambientale dell’area mediante bonifica. In quest’ottica è stato realizzato un piano di caratterizzazione ambientale con l'obiettivo di approfondire la conoscenza del modello concettuale del sito e della contaminazione. In seguito si è proceduto all’elaborazione dell'analisi del rischio sitospecifica e per valutare il rischio da esposizione ai solventi clorurati presenti. In relazione alla tipologia e all’entità della contaminazione riscontrata nonché alle matrici ambientali coinvolte è stata svolta un’analisi di prefattibilità tecnico-economica della bonifica. La valutazione ha preso in considerazione le migliori tecnologie di bonifica disponibili e la loro sostenibilità ambientale. La tecnica di multi phase extraction (MPE) è risultata la migliore per il sito in oggetto, in quanto: è indicata per i solventi clorurati e per contaminazioni poco profonde, non introduce nessun reagente nel sottosuolo e può trattare contemporaneamente sia suolo che acque sotterranee rendendo minimo l’impatto ambientale e economico della strategia di bonifica.
Risanamento ambientale di un sito dismesso contaminato da solventi organo-alogenati: analisi di prefattibilità tecnica e di sostenibilità ambientale della bonifica
FRANCESCHETTI, CHIARA
2021/2022
Abstract
Il presente lavoro di tesi ha l’obbiettivo di individuare la migliore tecnica di bonifica sostenibile per un caso di contaminazione da solventi organo-clorurati in un sito industriale dismesso. La situazione di contaminazione in essere è il risultato delle lavorazioni di tintoria svolte in sito, che hanno impattato in modo significativo il suolo e le acque sotterranee. I contaminanti organici rinvenuti sono riconducibili alla degradazione del percloroetilene, utilizzato per il lavaggio a secco. Il progetto di risanamento ambientale del sito, posto nella zona di Vicenza in Alta Pianura Veneta, si prefigge di ridurre le concentrazioni di: tetracloroetilene (PCE), tricloroetene (TCE), 1,2-dicloroetilene, 1,1-dicloroetilene, triclorometano e cloruro di vinile (CVM). Inoltre, per impedire il propagarsi del fenomeno di contaminazione, è stata prevista l’attivazione di misure di messa in sicurezza d’emergenza del sito. Agli interventi di tutela è seguito un iter procedurale mirato al ripristino ambientale dell’area mediante bonifica. In quest’ottica è stato realizzato un piano di caratterizzazione ambientale con l'obiettivo di approfondire la conoscenza del modello concettuale del sito e della contaminazione. In seguito si è proceduto all’elaborazione dell'analisi del rischio sitospecifica e per valutare il rischio da esposizione ai solventi clorurati presenti. In relazione alla tipologia e all’entità della contaminazione riscontrata nonché alle matrici ambientali coinvolte è stata svolta un’analisi di prefattibilità tecnico-economica della bonifica. La valutazione ha preso in considerazione le migliori tecnologie di bonifica disponibili e la loro sostenibilità ambientale. La tecnica di multi phase extraction (MPE) è risultata la migliore per il sito in oggetto, in quanto: è indicata per i solventi clorurati e per contaminazioni poco profonde, non introduce nessun reagente nel sottosuolo e può trattare contemporaneamente sia suolo che acque sotterranee rendendo minimo l’impatto ambientale e economico della strategia di bonifica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/42483