Fino alla seconda metà del XX secolo il disgusto non era considerato tra le emozioni estetiche a causa del suo carattere fortemente repulsivo. Per questa ragione si è sempre ritenuto che il disgusto non potesse offrire alcun contributo al valore artistico ed estetico delle opere d’arte. Questa convinzione, affermatasi soprattutto con la pubblicazione della terza Critica kantiana nell’ultimo decennio del Settecento, era sostenuta dal pensiero che il valore artistico delle opere fosse intrinsecamente connesso al concetto di bellezza. A partire dagli anni ‘50 del Novecento, però, numerosi studi psicologici sul disgusto hanno spinto la critica d’arte a riaprire il dibattito su questa emozione, tanto disprezzata quanto utilizzata in ogni forma di arte fin dall’antichità. Grazie a nuove riflessioni riguardanti le emozioni negative e il valore artistico delle opere il pensiero dei critici è mutato, rendendosi più disponibile a spiegare la presenza di oggetti disgustosi in ogni categoria d’arte. Questa tesi si colloca nel solco di queste ultime considerazioni, che vedono nel disgusto un’emozione in grado non solo di essere partecipe del campo artistico, ma anche di offrire un contributo al valore delle opere. In particolare, esaminerò il caso letterario in cui non sono presenti stimoli sensoriali ma è l'immaginazione del lettore che svolge un ruolo fondamentale nella creazione dell'emozione.
Arte, disgusto e conoscenza. Il caso della letteratura.
BELLIA, ELENA
2022/2023
Abstract
Fino alla seconda metà del XX secolo il disgusto non era considerato tra le emozioni estetiche a causa del suo carattere fortemente repulsivo. Per questa ragione si è sempre ritenuto che il disgusto non potesse offrire alcun contributo al valore artistico ed estetico delle opere d’arte. Questa convinzione, affermatasi soprattutto con la pubblicazione della terza Critica kantiana nell’ultimo decennio del Settecento, era sostenuta dal pensiero che il valore artistico delle opere fosse intrinsecamente connesso al concetto di bellezza. A partire dagli anni ‘50 del Novecento, però, numerosi studi psicologici sul disgusto hanno spinto la critica d’arte a riaprire il dibattito su questa emozione, tanto disprezzata quanto utilizzata in ogni forma di arte fin dall’antichità. Grazie a nuove riflessioni riguardanti le emozioni negative e il valore artistico delle opere il pensiero dei critici è mutato, rendendosi più disponibile a spiegare la presenza di oggetti disgustosi in ogni categoria d’arte. Questa tesi si colloca nel solco di queste ultime considerazioni, che vedono nel disgusto un’emozione in grado non solo di essere partecipe del campo artistico, ma anche di offrire un contributo al valore delle opere. In particolare, esaminerò il caso letterario in cui non sono presenti stimoli sensoriali ma è l'immaginazione del lettore che svolge un ruolo fondamentale nella creazione dell'emozione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/43683