Il concetto di neurodinamica è stato descritto già a partire dal 2800 a.C. nella cultura egizia, ma agli anni ‘50 e ’60 del ‘900 risalgono i primi importanti studi moderni su cadaveri umani e animali. La neurodinamica tiene in considerazione l’interfaccia meccanica e il rapporto che si crea fra il sistema nervoso e i tessuti che innerva, quali muscoli, ossa, tendini, dischi intervertebrali, legamenti, vasi sanguigni, tessuto epiteliale e connettivo in generale. Ogni movimento del sistema muscoloscheletrico è possibile grazie al supporto e all’attivazione non solo del sistema nervoso ma grazie ad un complesso sistema coordinato ed efficiente di strutture meccaniche e fisiologiche. I nervi vengono allungati in prossimità delle articolazioni e in essi si generano tensioni non uniformi, a cui consegue il loro scivolamento verso il punto di massima tensione, in modo da dissiparla ed uniformarla, così da evitare eccessive deformazioni. I nervi possono essere anche messi in compressione in seguito alla contrazione di muscoli adiacenti. A tutti questi eventi meccanici corrispondono eventi fisiologici, come variazioni nel flusso sanguigno, nella conduzione degli impulsi, nel trasporto assonale, nella meccanosensitività e nell’infiammazione. In questo studio si vuole analizzare l’influenza della neurodinamica sul segnale elettromiografico di superficie durante un test di «Flexion-Relaxation Phenomen». A questo scopo viene registrato il segnale elettromiografico di superficie dei muscoli erettore spinale lunghissimo, multifido, grande gluteo e semitendinoso, bilateralmente, facendo eseguire ad un campione di individui dei test di FRP in cinque diverse modalità. La prima prova viene eseguita in maniera neutrale, la seconda prevede l’esecuzione del task mantenendo il tratto cervicale in massima flessione, la terza avviene mantenendo una dorsiflessione plantare in appoggio su un cuneo, la quarta è eseguita con flessione cervicale e dorsiflessione plantare, mentre nell’ultima i soggetti mantengono il tratto cervicale in estensione. Queste diverse posture influenzano in modo diverso la posizione dei nervi, soprattutto per quanto riguarda il midollo spinale e il nervo sciatico; il confronto intra-paziente fra i segnali elettromiografici di superficie degli stessi muscoli permette di valutare se la neurodinamica ha effetto sull’attivazione di questi muscoli e sul fenomeno di flexion-relaxation. A partire dalle nozioni di neurodinamica, ci aspettiamo che in situazione di flessione cervicale e dorsiflessione plantare, sia singolarmente sia in modo combinato, la condizione di allungamento dei nervi che ne deriva, ne causi ipereccitabilità, quindi una maggior attivazione muscolare, che si traduce in un maggior segnale elettromiografico. Per le stesse riflessioni ci si aspetta un minor segnale elettromiografico nel caso di estensione cervicale.

Effetto della neurodinamica sul segnale elettromiografico di superficie durante un test di “Flexion-Relaxation Phenomenon”

DAL CORSO, MARCO
2022/2023

Abstract

Il concetto di neurodinamica è stato descritto già a partire dal 2800 a.C. nella cultura egizia, ma agli anni ‘50 e ’60 del ‘900 risalgono i primi importanti studi moderni su cadaveri umani e animali. La neurodinamica tiene in considerazione l’interfaccia meccanica e il rapporto che si crea fra il sistema nervoso e i tessuti che innerva, quali muscoli, ossa, tendini, dischi intervertebrali, legamenti, vasi sanguigni, tessuto epiteliale e connettivo in generale. Ogni movimento del sistema muscoloscheletrico è possibile grazie al supporto e all’attivazione non solo del sistema nervoso ma grazie ad un complesso sistema coordinato ed efficiente di strutture meccaniche e fisiologiche. I nervi vengono allungati in prossimità delle articolazioni e in essi si generano tensioni non uniformi, a cui consegue il loro scivolamento verso il punto di massima tensione, in modo da dissiparla ed uniformarla, così da evitare eccessive deformazioni. I nervi possono essere anche messi in compressione in seguito alla contrazione di muscoli adiacenti. A tutti questi eventi meccanici corrispondono eventi fisiologici, come variazioni nel flusso sanguigno, nella conduzione degli impulsi, nel trasporto assonale, nella meccanosensitività e nell’infiammazione. In questo studio si vuole analizzare l’influenza della neurodinamica sul segnale elettromiografico di superficie durante un test di «Flexion-Relaxation Phenomen». A questo scopo viene registrato il segnale elettromiografico di superficie dei muscoli erettore spinale lunghissimo, multifido, grande gluteo e semitendinoso, bilateralmente, facendo eseguire ad un campione di individui dei test di FRP in cinque diverse modalità. La prima prova viene eseguita in maniera neutrale, la seconda prevede l’esecuzione del task mantenendo il tratto cervicale in massima flessione, la terza avviene mantenendo una dorsiflessione plantare in appoggio su un cuneo, la quarta è eseguita con flessione cervicale e dorsiflessione plantare, mentre nell’ultima i soggetti mantengono il tratto cervicale in estensione. Queste diverse posture influenzano in modo diverso la posizione dei nervi, soprattutto per quanto riguarda il midollo spinale e il nervo sciatico; il confronto intra-paziente fra i segnali elettromiografici di superficie degli stessi muscoli permette di valutare se la neurodinamica ha effetto sull’attivazione di questi muscoli e sul fenomeno di flexion-relaxation. A partire dalle nozioni di neurodinamica, ci aspettiamo che in situazione di flessione cervicale e dorsiflessione plantare, sia singolarmente sia in modo combinato, la condizione di allungamento dei nervi che ne deriva, ne causi ipereccitabilità, quindi una maggior attivazione muscolare, che si traduce in un maggior segnale elettromiografico. Per le stesse riflessioni ci si aspetta un minor segnale elettromiografico nel caso di estensione cervicale.
2022
Effect of the neurodynamic technique on surface electromyographic signal in a “Flexion-Relaxation Phenomenon” test
Neurodinamica
Elettromiografia
Flexion-Relaxation
FRP
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/45177